Ciao. Sono Enrichetto e sono uno StormTrooper semplice, circa 80 cm di plastica prevalentemente bianca.
La mia avventura inizia anni fa, nel 2016, quando la Disney decide di fare un evento a Milano, per l’uscita del blue-ray di Star Wars episodio 7: Il Risveglio della Forza.
Io e gli altri 149 miei fratelli veniamo portati in un posto carino, con altri personaggi simili a noi sparsi per le stanze o disegnati sulle pareti. Credo si chiamasse “Wow Spazio Fumetto“.
Parlo al passato… poi vi spiego perché.
Insomma ci ritroviamo noi 150, in piedi in file ordinate in un salone di questo posto, dove passano umani strani ma simpatici, uno addirittura si mette in mezzo a noi per fare delle foto e si riconosce perché non ha l’armatura. In seguito ho scoperto che l’armatura come la nostra, in realtà, ce l’ha ed è anche capitato che la indossasse, ma per distinguersi quel giorno aveva deciso di non metterla.

Enrichetto, lo StormTrooper prescelto
Lo scopo per cui eravamo stati creati credo fosse proteggere alcuni umani di passaggio, perché quelli che entravano potevano prendere per mano uno di noi, portarlo a guardare il trailer dell’evento e poi portarselo a casa. Probabilmente erano persone che necessitavano di protezione e cosa è meglio di uno StormTrooper in casa?
Ok, non siamo famosi per la mira impeccabile, ma facciamo sempre la nostra porca figura quando ci si parano davanti dei ribelli!
Io penso di essere stato scelto come StormTrooper assegnato alla missione più importante, cioè proteggere la base perché, quando gli altri 149 sono andati a svolgere i rispettivi compiti, io sono stato l’unico a rimanere al Museo.
Gli umani presenti sul posto, di cui ricordo alcuni nomi come Luigi, Francesca, Maya, Diletta, Enrico e tanti altri, mi hanno sistemato in una postazione strategica: il ripiano di fianco al bancone principale all’ingresso. Un punto da cui potevo sorvegliare qualsiasi avventore e controllare ogni movimento.
Sono rimasto in servizio attivo per circa 9 anni. Tempo durante il quale ho visto passare una quantità incredibile di persone diverse.
C’erano sempre artisti, soprattutto fumettisti, a quanto ho capito anche di prim’ordine, gente che finisce sulle prime pagine di giornali e riviste.
E poi anche disegnatori, musicisti, scrittori, giornalisti, bambini, intere famiglie… gente importante insomma!
Li sentivo parlare di cose importanti, spesso ridendo insieme oppure esultando per l’idea di uno di loro.


Le tantissime mostre del Wow
Di tanto in tanto li vedevo impegnatissimi nell’organizzazione di missioni speciali chiamate “mostre“.
Quando si svolgevano queste missioni, al Wow c’era sempre il via vai di una quantità incredibile di persone che entravano con l’espressione incuriosita e uscivano sorridenti e soddisfatte.
Ho intercettato spesso frammenti di discorsi tra adulti e bambini, anche di due o tre generazioni di distanza, che parlavano animatamente dello stesso argomento, che fosse com’erano cambiati i giochi in scatola dal nonno al nipote a quanto erano belli i vestiti all’epoca di Lady Oscar.
L’unica cosa che ho visto raramente è stato qualcuno che usava comlink o Holoproiettori, quelle cose che in questa parte della galassia mi pare si chiamino cellulari. Forse perché gli umani, da queste parti, sono sempre stati più occupati con matite, gessetti, libri, giochi da tavolo e cose del genere. Però, a volte, li ho visti smettere con quelle attrezzature per sedersi ed ascoltare altri umani parlare e proiettare immagini.
Non so di cosa parlassero erano in una delle stanze più interne della base rispetto alla mia. Però stavano tutti in silenzio per poi esplodere in applausi e schiamazzi, quindi credo fossero riunioni tattiche di un certo livello, qualcosa di importante.

Non solo mostre e didattica ma tanto divertimento
A volte, con il bel tempo, le adunate venivano eseguite anche all’aperto.
Gli indigeni del posto, riguardo a queste iniziative, parlavano di riqualificazione del quartiere, mentre si sentivano le risate dei piccoli umani all’esterno.
Anche gli addetti ai foraggiamenti, impegnati nella cucina da campo chiamata “Bar Boom” erano sempre molto indaffarati.
Fatto sta che la base funzionava molto bene, con la soddisfazione di tutti.
C’è stato un periodo oscuro chiamato Covid, quando la base è rimasta deserta.
In quel periodo di aiuti ne sono arrivati pochi, forse nessuno.
Ma passato quel periodo i comandanti della stazione di battaglia hanno ripreso le attività operative, sopperendo a tutte le difficoltà dovute alla mancata manutenzione straordinaria di alcune delle componentistiche del luogo. Del resto, il Comando Centrale è sempre lento negli interventi, in qualsiasi parte della Galassia.
Ma ce la siamo cavata senza nemmeno chiamare i mezzi anfibi quando c’è stato l’allagamento.
Gli umani della base hanno fatto un gran lavoro e sono stati sempre supportati da volontari che ci tenevano al museo. “La Cultura è il pane delle nuove generazioni!” dicevano.
Poi, però, è arrivato l’oscurantismo e, come tutti sapete, “l’interruzione delle comunicazioni può significare una cosa sola:…“.
I piani di salvataggio sono passati dalla Resistenza pacifica (io ero convinto che i blaster fossero più convincenti, ma sono un semplice soldato quindi ho evitato di espormi), fino ad arrivare a far partire i primi convogli.
Gli ultimi a resistere sono stati gli umani più piccoli, che hanno occupato la base con la loro allegria e i piacevoli schiamazzi fino all’ultimo giorno. Intanto le attrezzature e le opere che costituivano la spina dorsale della base erano in buona parte già state caricate sui trasporti.

La partenza dalla base
Ad un certo punto è toccato anche a me, sapevo che sarebbe arrivato quel momento. Io sono uno StormTrooper, faccio parte della Galassia Lontana Lontana di Star Wars. Nei giorni precedenti avevo sentito i comandanti parlare della mia futura destinazione, parlavano di assegnarmi in missione permanente presso la base di una cellula Sith chiamata GuerreStellari.Net.

Pare facciano informazione proprio su Star Wars e che ci sia anche la possibilità di servizio attivo esterno durante le loro missioni chiamate “eventi”.
C’è da dire che non posso lamentarmi, sono anche loro persone strane ma sembrano tenerci a me.

La nuova destinazione
Presso la loro base ho trovato anche il mio Signore, Lord Darth Vader, quindi sto bene. Anche se avrei preferito rimanere in quella che io e tanti altri consideravamo casa, a sentire il piacevole rumore degli umani piccoli. Qui è tutto così silenzioso in confronto…

I Sith che gestiscono la base attuale parlano di “affido”. Li ho sentiti più volte ipotizzare una mia futura riassegnazione alla base operativa precedente, che sia negli stessi locali o in un posto diverso.
Non nascondo che lo spero con tutto il cuore, anche se non sono sicuro di averlo, ma se lo avessi sarebbe felice di un’ipotesi del genere.
Vorrei tornare da Luigi, Francesca, Enrico e tutti gli altri.
Spero possano ritrovarsi e continuare la missione, ovunque sia possibile.
E tornare a sentire schiamazzi di piccoli umani che si divertono giocando con l’arte e con la cultura, cosa che io, mio malgrado, non potrei fare nemmeno volendo. Sono uno StormTrooper semplice, fatto da 80 cm di plastica.
Ma, a volte, penso che ci siano in giro anche degli umani che, pur non essendo di plastica, capiscono di arte e cultura forse meno di me.
Speriamo non siano tra i comandanti di qualche base tattica, altrimenti sarebbe un problema.
Nota di Redazione:
Enrichetto starà con GuerreStellari.Net finché la Fondazione Franco Fossati e tutti coloro che ne fanno parte riusciranno a riaprire il Museo, a Milano o altrove.
Tutto lo Staff ringrazia per la scelta di affidarci un pezzo storico del Wow, in attesa di poterlo restituire, cosa che farebbe felici tutti.
Auguriamo a tutti quelli che hanno fatto parte di questa bellissima avventura di potersi ritrovare a brevissimo e ripartire con ancora più motivazione di prima. Perchè abbiamo tutti bisogno di posti come il Wow-Spazio Fumetto, luoghi dove la cultura parla a tutti e coinvolge anche i più giovani.
Che la Forza sia con voi, sempre.
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