Andor. Abbiamo visto tre archi narrativi della seconda stagione.
Potevo non scrivere niente? No, non potevo. Era proprio necessario.
Se non avete visto tutte le puntate uscite finora, non leggete questo articolo (aggiungerei di andare in un angolino in castigo, ma confido nel fatto che lo recupererete appena possibile).
Andor, lo Star Wars diverso
Ma, soprattutto, se non l’avete visto, non azzardatevi a criticarlo. Sono assolutamente consapevole del fatto che a tanti non piacerà, è proprio un genere diverso rispetto allo Star Wars che conosciamo. Ma questo lo si sapeva. Però, se non l’avete visto, il massimo che potete dire è “Non mi piace questo genere quindi non lo guardo”.
Qualsiasi altra cosa, anche le critiche più aspre, la potete esprimere solo dopo almeno una visione di tutte le puntate. Quando le avrete viste, potrete criticare qualsiasi cosa, anche che la fonduta che la mamma di Syril fa gocciolare in giro per il tavolo non è di formaggio Falumpaset.

Per i più precisi, il formaggio in questione è questo qui, è canonico ed è fatto con il latte di questi animali qui (vi risparmio la fatica mettendovi i link).
A proposito di Eedy Karn, ma quanto è odioso il suo personaggio? La adoro. E’ caratterizzata talmente bene da farti venire voglia di andare a prenderla a schiaffi. Non si può non simpatizzare con Syril dopo aver visto sua madre.
Per fortuna del suddetto Syril, almeno, si risparmia di dover sopportare la suocera, dato che una suocera non ce l’ha. Mammina basta e avanza per tutti.
La fine di Syril
Purtroppo, per quanto mi riguarda in modo del tutto inaspettato, il povero Syril non arriverà a fine stagione. Sinceramente mi sarei aspettata un suo voltafaccia, pensavo che, ad un certo punto, sarebbe passato dalla parte della ribellione in barba all’amata donzella.
Non che Dedra abbia molto della donzella, in realtà. E più una tipa da pugno duro, di cui continuo a non capire l’effettivo coinvolgimento sentimentale. Syril le serviva e basta o la storia tra loro era reale anche per lei?
La sua determinazione e la spasmodica ricerca di affermazione nell’Impero, la portano a calpestare tutto e tutti. Anche il suo insospettabile compagno.
A onor del vero, alla fine della prima stagione non avrei scommesso un centesimo sulla coppia in questione. Ma, evidentemente, il fascino dello stalker ha colpito la biondina… oppure la tendenza da cagnolino obbediente ha fatto comodo alla spietata militare. Denise Gough, l’attrice che interpreta la Meero, è talmente brava nel suo ruolo da riuscire a confondere gli spettatori in modo esageratamente credibile. Sullo schermo vediamo una Dedra fredda e risoluta, senza scrupoli pur di ottenere il successo voluto, ma anche dubbiosa, invischiata in trame più grandi di lei e che deve continuamente decidere cosa sia meno peggio perdere tra il successo, la credibilità o gli affetti.

L’Impero che ci viene rappresentato non è nemmeno il classico ambiente militare maschilista che ci si immagina. Chiunque abbia una divisa, di qualunque tipo o grado, è ugualmente tartassato e passibile di punizioni esemplari, non necessariamente giustificate. Il clima di terrore è tangibile e non fa distinzione di età, sesso o altro. Chiunque può diventare carne da macello, all’occorrenza. L’unica speranza è, se non diventare indispensabili, almeno continuare a essere utili. Altrimenti si fa la fine dei ragazzini in divisa, buttati in mezzo alla folla su Ghorman e usati come bersagli mobili per aizzare la folla.
Verrebbe da pensare “meglio la ribellione”. Ma neanche per sogno!
In Andor, buoni e cattivi non sono quel che sembrano
I ribelli passano da un Luthen Rael, talmente estremo da far rabbrividire, a un Saw Gerrera che deve essere stato svezzato a latte e spaccacervello di un pusher scadente, altrimenti non si spiega come possa essere così.

Ma se la precarietà mentale di Gerrera la conoscevamo, quindi potevamo aspettarcela, il livello di mancanza di scrupoli di Luthen è a dir poco sorprendente.
Sinceramente trovo quasi meno inquietante Palpatine e le sue trame. Sul podio degli incubi notturni che tolgono il sonno metterei Freddy Krueger, zio Palpy che ti sussurra all’orecchio “Hai mai sentito la tragedia di Darth Plagueis il Saggio?” e Luthen che va a trovare Bix Caleen senza uno straccio di motivo. E non sono sicura dell’ordine dei tre sul podio.

Se non danno un Oscar a Stellan Skasgard per questa interpretazione, non so a chi possano darlo.
In tutto ciò, spicca Mon Mothma.
La guida
Cioè, ve lo ricordate quel personaggio che in Episodio 6 “Il Ritorno dello Jedi” (1983, ricordiamolo), appare sullo schermo per neanche 30 secondi ma tutti capiscono che è quella che sta gestendo praticamente tutta la Ribellione?
Ecco… proprio lei. E’ un personaggio epocale, (con un guardaroba che Armani le spiccia casa)! Un po’ perché effettivamente attraversa più epoche, ma soprattutto perchè ha una profondità e uno spessore che difficilmente si possono trovare in qualcosa che non siano i film più impegnati di Meryl Streep. Sicuramente non in serie TV di semplice intrattenimento come sarebbe Star Wars. A ben pensarci, se avesse avuto qualche anno in meno, Meryl Streep ce l’avrei vista davvero bene nel ruolo di Mothma.
Ma noi tutti siamo ben contenti che a sostenere quel ruolo ci sia Genevieve O’Reilly. Un’attrice di altissimo livello, che ti fa soffrire con il suo personaggio, ti fa notare ogni singolo cambiamento di espressione, ti porta nel suo mondo e ti fa faticare ad ogni passo tanto quando fatica Mon a vedere gli avvenimenti precipitare. Quando esci dalla visione di una scena di Mon Mothma, ti tocca mettere in pausa e andare a bere un Gatorade.

Mica finisce qui. In Andor, ovunque ti giri, trovi un personaggio che pensi potrebbe essere il protagonista di una serie tutta sua. Dalla menzionata Bix Kaleen, che pare una calamita di sventure tra le torture da prigioniera nella prima stagione al tentato stupro nella seconda, a Vel Sartha che perde la sua amata in un modo per cui avrei urlato io al posto suo.
Il coraggio della serie Andor
Piccolo inciso: uno stupro in Star Wars? Ma chi cacchio poteva aspettarselo?
Ora, non è che sia una cosa da festeggiare, intendiamoci, ma gli attributi che hanno avuto sceneggiatori, registi e produttori per inserire una scena del genere meritano una menzione d’onore. Io me li vedo, la sera prima della messa in onda, che si scrivono su whatsapp mentre se la fanno sotto. “Senti ma dici che avremo fatto bene? Non sarà un po’ too much?”, “Eh, guarda, ormai è fatta. Mica possiamo fermare tutto adesso!”, ” Dici? E se mettessimo una bomba sotto la sede della Disney, magari facciamo ancora in tempo!”.
Non sto a parlare di tutti i personaggi e tutti i passaggi salienti di questa serie, altrimenti facciamo notte, ma un ultimo personaggio lo devo necessariamente citare: Kleya Marki.
Ora, i fan hanno provato a farla diventare chiunque, compresa la Principessa Leia sotto mentite spoglie.
No e poi no. Kleya non ha bisogno di essere qualcun altro. Kleya E’.
Elizabeth Dulau non l’avevo mai neanche sentita nominare prima. Ma il personaggio a cui ha dato vita è… non so se esista il termine adatto.
L’insospettabile
Ti pare che sia una che sta tranquillina sullo sfondo. Fa Cenerentola spolverando gli oggetti nel negozio di Luthen, nei tempi morti si collega alla radio e gira le stazioni finchè, tra Radio Deejay e Virgin Radio, trova anche qualche trasmissione ribelle. Tutto lì? Ma figuriamoci!
Kleya ha sotto controllo tutto, sa tutto. Lei è il google calendar di Luthen Rael ma che, invece di puntargli la sveglia, lo prende a calci nelle gonadi.

E’ lei che fa, è lei che decide, è lei che rimedia quando serve. E per quanto Luthen possa lamentarsi o essere in disaccordo, tutto quello che ottiene è di essere zittito e trattato come uno che poverino, non è che fosse quello sveglio della cucciolata.
Luthen Rael.
Zittito.
Non so se mi spiego.
So che la serie Andor non è nello standard di Star Wars. L’abbiamo detto tante volte, ma credo sia utile ripeterlo. Deve piacere il genere, altrimenti è davvero difficile e, immagino, pesante da seguire.
Ma personalmente trovo sempre di più che sia quel qualcosa che mancava in questa Galassia. Qualcosa di maturo, che faccia da collegamento non solo tra le storie raccontate ma tra le generazioni che le guardano.
E’ una serie che sto apprezzando tantissimo e mi tiene incollata allo schermo.
Lucas, Disney… non mi interessa, vorrei solo che tutte le storie di Star Wars tenessero incollati allo schermo quanti più fan possibili nello stesso modo.
Aspetto solo di vedere il resto.
P.S. lo so, non ho parlato di Cassian, il che è ovviamente strano. Ci rivediamo per l’articolo di fine serie…
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