In occasione del venticinquesimo anniversario della creazione di GuerreStellari.net, è stato indetto il secondo Concorso Letterario, a cui ha partecipato anche il racconto “Il Riscatto dei Sith”.
Il 15 giugno 2024, durante i festeggiamenti per il compleanno dello storico sito, i tre racconti che sono saliti sul podio decretato dalla Commissione Giudicatrice, sono stati premiati dalla Principessa Leia Organa, con l’assegnazione delle mitiche medaglie di “Star Wars: Una Nuova Speranza”.
Settimanalmente pubblicheremo tutti i racconti pervenuti. Questa settimana pubblichiamo la prima parte del racconto quinto classificato di questa edizione del Concorso Letterario.
“IL RISCATTO DEI SITH” di Serena Zeminian (I parte)
Darth Taipan, la custode del sacro cristallo nero di Exegol
Mi svegliai, poco a poco sollevando delicatamente le palpebre, e all’inizio, tutt’intorno era offuscato come se fossi stata abbagliata dalla forte luce del sole.
Non riuscivo più a vedere chiaramente ma tutto appannato.
Impiegai un breve lasso di tempo cercando di riprendere i sensi e non avvertivo più buona parte del mio corpo.
Mi doleva la testa come se fossi stata colpita con ferocia e le tempie mi pulsavano con insistenza.
Avvertivo in me la debolezza, un malessere insopportabile e per giunta il mio corpo rispondeva a fatica dalla posizione statica in cui ero.
Il mio corpo era libero, potevo spostarmi a mio piacimento ma quando feci uno scatto spontaneo con le braccia, queste erano ancorate saldamente al muro che stava alle mie spalle.
I miei polsi erano bloccati da delle maniglie resistenti perciò non potevo in nessun modo sciogliermi da quella presa.
Ero bloccata, mi sentivo in trappola e mi chiedevo dove ero finita?
Provai a concentrarmi meglio effettuando un lungo sospiro, in seguito feci appello alla forza.
Non rispondeva, non riuscivo a utilizzarla, come se avessi avuto un blocco mentale causato da un trauma violento.
“Dannazione!!”
Imprecai furiosa.
”Che succede?”
Ero rinchiusa in una cella completamente sola e abbandonata a me stessa.
“Perché sono rinchiusa qui?”
Quante domande che mi martellavano in testa e quest’ultima la sentivo frastornata.
Provavo una sensazione di smarrimento e un palese stato confusionale, come se fossi nel bel mezzo di un dopo sbronza.
Non avevo bevuto però, ne ero certa.
Non potevo farlo dato che ero in servizio e oltremodo sotto gli ordini impartiti dall’impero galattico.
Mi resi conto, per avvalorare ulteriormente che ero sobria giacché le mie labbra erano secche e si sollevava la pellicina.
Avevo una tale sete e in questa topaia non c’era nulla, nulla di significativo per risollevare il mio spirito.
Uno spirito guerriero che gridava vendetta, ma segregato ingiustamente contro la mia volontà.
“Che schifo”, ribattei visibilmente disgustata.
Oltre a questa insulsa cella aleggiava un silenzio surreale.
Credevo di essere finita in una zona di isolamento forzato.
Riservato ai delinquenti da strapazzo della peggior specie.
Delinquenti, come me, a quanto pare, visto che mi trovavo rinchiusa in questo idilliaco posto.
“C’è nessuno?
Qualcuno se è in ascolto può aiutarmi?”
Le sbarre della mia cella erano elettrificate, irrobustite ulteriormente dall’essenza Jedi.
La loro forza benevola e positiva che io reputavo una falsità e perciò mi infastidiva.
Quella era l’unica fonte di luce accessibile, nel frattempo pensavo a una via di fuga dato che mi stavo stabilizzando e il mio corpo così come la mia mente stava migliorando.
“Lurida feccia balorda! Come osate trattenermi qui, in questo rudere?” Dissi in preda alla rabbia.
All’improvviso avvertì un fremito nella forza che comparve magicamente da dietro le sbarre della mia cella di isolamento.
Un campanello d’allarme, una presenza sinistra e alquanto familiare.
“Ben svegliata.”
Riconobbi quella voce e i miei occhi si spalancarono dalla sorpresa.
Un cacciatore di taglie, uno dei più bravi, un pezzo grosso che servì fedelmente l’impero galattico e a maggior ragione i Sith.
Sith, come me.
“Calo Nord.”
Il cacciatore sogghignò soddisfatto.
“Mi ha riconosciuto, brava. Indovini un po’ sono venuto a liberarla da questo squallore.”
“Voglio sapere chi è il responsabile del mio arresto. Ahimè ho un vuoto di memoria.”
“Non abbiamo molto tempo. Dobbiamo fare in fretta o saremo scoperti e la fuga andrà in fumo.”
Calo Nord disattivò con successo la cella elettrificata e l’essenza Jedi che la circondava svanì definitivamente.
Calo entrò nella cella con passo spedito e giunse serio verso di me.
Con un altro scatto felino e aiutato da una pistola laser fece saltare facilmente le due maniglie che bloccavano i miei polsi contro il muro.
Il cacciatore mi prese per mano aiutandomi ad alzarmi dal pavimento.
“Darth Taipan, la custode. Quale onore”, dopodiché baciò leggiadro la mia mano con massima diligenza.
Ridacchiò beffardo e infine ribadì: ”Andiamo, c’è un compito importante che l’attende.”
“Quale compito? Spiegati meglio.”
“Lo sarà nel dettaglio ma ben lontano da qui. Se vi è cara la pelle mi deve seguire.”
Annuivo e feci esattamente come mi aveva consigliato.
L’evasione fu un successo e dopo esser saliti su una navicella imperiale, Calo Nord eseguì immediatamente il salto nell’iper spazio e fummo inghiottiti dalla iper velocità.
“Sana e salva come mi è stato ordinato. Quei beoti delle guardie non se lo aspettavano ed è stato un gioco da ragazzi disfarmi di loro.”
Ora fui io a ridacchiare appagata e finalmente ero ben lontana, oramai lontanissima dal carcere di massima sicurezza.
“Idioti, dovrebbero cambiare mestiere. Non sono altro che delle nullità.”
“Ben detto, ha assolutamente ragione.”
“Dove stiamo andando?”
“A Mustafar.”
“Chi è l’artefice di questa soffiata?”
“Kren Blista Vanee.”
“Perché necessita della mia presenza?”
“Semplice, avrà luogo un colloquio privato. Solo lui è stato incaricato a rivelarti il compito che ti è stato assegnato. Chi altro poteva farlo se non uno dei consiglieri più vicini a Palpatine?”
“Certo. Io vivo per servire l’imperatore, dunque precipitiamoci su Mustafar senza alcun indugio.”
“Si mia signora, sarà presto fatto. Così arrivati sul luogo del suo rilascio verrò ricompensato profumatamente da Kren in persona.”
Ridacchiai di nuovo spiritosa.
“Cosa non si fa per il vile denaro, vero?”
Ci scambiammo un fugace sguardo di intesa, dopodiché Calo Nord scoppiò in una intensa risata.
Il viaggio fu spedito, breve, senza alcun tipo di intoppi.
Per mia fortuna nessun nemico si accorse della mia evasione, ma non sarebbe durata molto a lungo, visto che, i Jedi e il consiglio se ne sarebbero ben presto accorti soprattutto di quelle guardie che Nord aveva eliminato.
Quest’ultimi li avrebbero trovati disseminati in giro, inermi.
La tipica “quiete prima della tempesta”, ma che sopraggiunga questa tempesta mi troverà pronta!!
Durante il tragitto c’era un via vai di navicelle e astronavi, era piuttosto trafficata e osservando fuori dal finestrino notai che per il momento nessuno era in procinto di attaccare.
Sicuramente la navicella imperiale era avvolta da una protezione che la rendeva invisibile e nessuno dei nostri acerrimi nemici si era accorto della nostra presenza.
Giunti su Mustafar a notte inoltrata, il punto di incontro designato era la fortezza e una volta arrivati fin lì ci trovammo innanzi al consigliere che ci attendeva all’ingresso.
Il caldo soffocante causato dal magma era insostenibile.
Un caldo atroce di cui non mi ero mai abituata nonostante non fosse la prima volta che mi dirigevo a Mustafar.
“Bene arrivati, vi stavo aspettando. Il tempo del cambiamento è nell’aria. Lo avvertite anche voi?”
“Salve consigliere Vanee, cosa consiste il nostro colloquio?”
“Mi segua Darth Taipan e tutto vi sarà chiaro. Ah Nord, come pattuito ecco qui il pagamento fino all’ultimo centesimo. Ha svolto un ottimo lavoro, ora non ho più bisogno dei suoi servizi e quindi può andare.”
“Perfetto, è stato bello fare affari con voi consigliere Vanee. Spero che ci sarà una prossima volta e vi aiuterò quando avrà ancora bisogno di me.”
“Quando arriverà quel giorno la contatterò, non si preoccupi. Fino ad allora arrivederci e faccia un buon viaggio.”
“Grazie, sayonara.” Rispose Calo Nord eseguendo il saluto alla militare.
Salì a bordo della navicella imperiale e in men che non si dica sparì dalla circolazione in un nano secondo.
Seguivo il consigliere raccolta in un silenzio decoroso e dopo aver percorso la passerella mi fermai sopra una piattaforma circolare e innanzi a noi si espandeva una gigantesca finestra di una forma irregolare.
Al di fuori si poteva osservare il panorama.
La terra bruciata, l’odore acre causato dalla fuliggine e il magma era di un rosso incandescente.
“Bando ai convenevoli, Nord l’ha fatta evadere per una ragione ben precisa che è presto detto.”
“Ha tutta la mia attenzione.”
“Il mio è un messaggio importante che viene direttamente dall’imperatore. Di fatti parlerò io al posto suo giacché lui non può più farlo oramai. Sa cosa è successo su Exegol, vero?”
“Si, ne sono al corrente.”
“Il nostro imperatore non esiste più e suo malgrado non è riuscito a far passare sua nipote Rey al lato oscuro della forza.”
“Cosa devo fare per riportare Palpatine al suo antico splendore?”
“Lei fa parte dei lealisti Sith (eternal) e il suo voto è l’obbedienza. Aspira a far risorgere l’impero galattico e l’ordine Sith. La sua caparbietà e servizio non sono messe in discussione, anzi, ha sempre svolto gli ordini in modo eccellente. Il lato oscuro della forza scorre potente nelle sue vene ed è ben radicato. Palpatine è orgoglioso della sua devozione e ha una totale fiducia in lei, Darth Taipan. Non potevamo scegliere una Sith migliore.”
“Ringrazio per queste splendide parole, le sue lusinghe mi rendono felice. É un onore per me servire l’impero e dare credito al lato oscuro della forza.”
“Ottimo, questa è musica per le mie orecchie. Recuperi il sacro cristallo nero di Exegol che le è stato sottratto dal consiglio dei Jedi quando l’ hanno processata.
Torni ad essere la custode di quel prezioso monile, sprigiona la sua potente energia di cui noi andiamo fieri. Quel cristallo le servirà per riportare tutti i signori dei Sith in vita.”
“Recupererò al più presto il prezioso monile e farò strage di chiunque mi si pari davanti. Non la deluderò consigliere Vanee.”
“Una volta ripreso il cristallo nero dovrà raggiungere Exegol e utilizzarlo. Noi tutti contiamo su di lei, lo faccia per il nostro imperatore. L’affiancherò un esercito di cloni, ottimi cloni, ben addestrati, perfetti per questa ardua impresa.”
“È tutto?”
“Confidi nel lato oscuro della forza Darth Taipan, scruta a fondo dentro di lei e scoprirà dove hanno nascosto il sacro cristallo nero.”
Il consigliere appoggiò con fare paterno una mano su una mia spalla, accennai un lieve sorriso di consenso dopodiché mi congedai.
Mentre il consigliere mi osservava al finestrone con sguardo assente, mi diressi verso l’uscita della fortezza sgattaiolando fino a raggiungere una navicella imperiale che era lì ben piantata sul terreno bruciato e scuro come la pece.
A causa del incessante passaggio dei rigagnoli di lava ma essendo solidificato riuscivo comunque a camminarci sopra senza conseguenze gravi alle piante dei miei piedi.
Una volta salita a bordo, pensai e dopo un cenno di saluto a Vanee saltai nell’iper spazio.
Giacché ero stata arrestata dal consiglio dei Jedi e dalla repubblica, quei maledetti guasta feste confiscarono tutti i miei beni sia mobili che immobili.
Non avevo più una dimora sicura in cui rifugiarmi e inoltre avevo addosso la tuta da carcerato.
Non potevo bazzicare in giro così, avrei suscitato dei sospetti perciò dovevo cambiarmi.
Quello era il minore dei mali, la cosa a cui ci tenevo di più, oltre aver perso la mia dimora, erano le mie spade laser.
Erano due per l’esattezza.
Confiscate anche quelle, a quanto pare mi resi conto che Calo Nord non le aveva con sé e nemmeno il consigliere Vanee, sennò me le avrebbero restituite.
Dovevo rimediare a questo spiacevole inconveniente, prima però dovevo passare la notte da qualche parte, in una locanda.
Trovai una sistemazione adeguata su Mandalore.
Entrai in una stanza semplice ma andava bene dato che non mi importava dell’estetica dopo tutto la mia testa era impegnata altrove.
Mi gettai a capo fitto sul letto e sfinita mi addormentai in fretta.
Sognai e feci appello alla forza, come mi consigliò caldamente Vanee, scavai a fondo, dentro di me, a mano a mano riaffiorarono i ricordi del mio passato.
Quello che ricordavo di me stessa, nacqui da un clone ideato da Palpatine e mia madre morì poco dopo esser venuta al mondo.
Con mio dispiacere non ho ricordi più personali su di lei giacché ero troppo piccina e non ero in grado di capire.
Purtroppo non ho avuto la fortuna di poterla vedere con i miei occhi per la prima e ultima volta.
Sono cresciuta grazie agli insegnamenti di mio padre.
Alex era uno dei soldati cloni più notevoli che l’impero abbia mai conosciuto.
Da qualche anno a questa parte, mio padre è in meritata pensione.
Alex mi parlò spesso di sua moglie, Chiara, puntualizzando la sua spiccata gentilezza e dal dolce sorriso che le illuminava il viso.
Una donna di animo buono, delicato, dopo aver incontrato mio padre durante un assalto programmato a Yavin, si innamorarono, passò qualche anno e si sposarono.
Da quando venni al mondo e dopo la dipartita di mia madre, Alex si prese le sue responsabilità.
Mi crebbe insegnandomi tante cose, anche a utilizzare un blaster per potermi difendere in sua assenza soprattutto se era impegnato al fronte.
Alex servì fedelmente l’impero galattico e fu un ottimo soldato.
Coraggioso e straordinario tanto da ricevere molte medaglie al valore.
Ma per il dolore, a causa della perdita di sua moglie, mio padre non si risposò mai e oltre a me non ebbe altri figli.
Ora che sono adulta ho avuto l’onore di prendere il suo posto.
Toccava a me servire l’impero ed essere motivo di orgoglio per mio padre.
So di non essere mai stata una Jedi, non ne feci mai parte e questo mi rese una persona diversa da tutti gli altri.
Sono la tipica “pecora nera in mezzo a un gregge di pecore bianche.”
La gavetta che feci, il lungo periodo da apprendista non fu accanto a un maestro Jedi bensì il grande inquisitore imperiale.
L’inquisitore fece accrescere in me l’odio, il rancore e la rabbia contro il consiglio dei Jedi e la repubblica.
Specialmente dopo aver scoperto che durante una delle tante battaglie in cui partecipava mio padre, a capo del suo plotone, venne brutalmente ferito durante uno scontro tra i Jedi e i ribelli.
A causa delle ferite riportate e dal duro colpo che ricevette mio padre non poteva più partecipare agli assalti e questo lo devastò ulteriormente.
Per colpa dei Jedi e dei ribelli, Alex durante la sua ultima battaglia rischiò di soccombere e se fosse accaduto sarei rimasta orfana.
Feci carriera durante l’adolescenza e lavorai al cospetto di Palpatine che venne a conoscenza della mia sfortunata storia, e da allora mi plasmò facendomi diventare Darth Taipan la custode.
Il sacro cristallo nero di Exegol è un manufatto strettamente Sith, agli inizi era in possesso dell’imperatore.
Dall’immenso potere di devastazione, un’arma di distruzione di massa alla pari di una bomba nucleare e non era esclusivamente per riportare in vita tutti i Sith e i vari simpatizzanti deceduti.
Come medaglia al valore Palpatine mi regalò quel prezioso ma pericoloso monile.
Come mai non l’abbia mai usato durante il corso degli anni per puro scopo malvagio?
Beh, l’imperatore non voleva farsi scoprire di essere Darth Sidious durante la sua lunga permanenza nel senato.
Ora il cristallo nero era nelle mani dei nemici, dovevo riaverlo.
Appena riaprii gli occhi, l’indomani mattina, all’alba, la forza mi rivelò dove lo avevano nascosto.
“Allora non sono così tanto scaltri questi dannati Jedi.
Bene, è ora di mettersi all’opera!
Lo faccio per mio padre malato che è costretto a rimanere a letto e per chi mi ha sostenuta.”
Appena mi alzai, giusto in tempo, l’ora della rivoluzione Sith era più vicina che mai!!
[continua]
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