GuerreStellari.net Memories – “Tehuthi – parte II” di Sara Guarnieri

Base Tehuthi II

Concorso Star Words 2003

Tra Ottobre e Dicembre 2003, guerrestellari.net aveva organizzato un concorso letterario dedicato alle fanfiction.

Durante la manifestazione: Immaginaria – Giochi Sforzeschi 2003 a Milano, era avvenuta la premiazione dei migliori racconti, in seguito alla pubblicazione della classifica, che riportiamo di seguito:

Classifica finale

Riproponiamo volentieri gli scritti di questi fan, che meritano di rimanere nelle memorie di guerrestellari.net

Tehuthi II – Sara Guarnieri

Tehuthi Parte Seconda – Colui che cammina nel cielo

Con passi rapidi e leggeri Tehuthi camminava per i vasti corridoi deserti di quello che era stato il Tempio Jedi. Erano passati quasi tre anni standard dalla battaglia di Yavin. Durante quel tempo, con prudenza e pazienza lei, assieme ai sui quattro amici e complici, era riuscita a scovare uno degli affiliati alla Ribellione proprio li, su Coruscant, e, attraverso lui, rimanendo anonima, aveva fatto pervenire alla Ribellione notizie e suggerimenti utili alla causa.
Negli ambienti era conosciuta semplicemente come l’Informatore e, grazie alla sua posizione nel Palazzo Imperiale, era in grado di far avere ai Ribelli notizie riservate. Ma c’era qualcos’altro che, in quegli anni, l’aveva tenuta impegnata: comprendere perché, per il suo Maestro, fosse diventato così importante scoprire chi era l’uomo che aveva distrutto la Morte Nera.
Lui le aveva raccontato del pilota in cui la Forza scorreva potente e lei era certa, anche se non lo aveva detto a Vader, si trattasse del giovane che aveva aiutato Leia a fuggire: Luke.
Ne aveva avuto la conferma quattro settimane prima quando le spie imperiali avevano finalmente riferito al suo Maestro il nome del pilota: Luke Skywalker. Ciò che l’aveva lasciata di stucco era stata la reazione del suo Maestro quando aveva sentito il nome del ragazzo e, soprattutto, la sua età apparente: venti, ventidue anni.
Vader era rimasto chiuso nei suoi appartamenti per ore e, quando ne era uscito, aveva ordinato a tutte le sue spie di concentrarsi su quel ragazzo: lo voleva e lo voleva vivo!
Un altro avvenimento legato al giovane le aveva dato da pensare: erano lontani da Coruscant quando, durante una conversazione via holonet tra Vader e l’Imperatore, era venuto fuori il nome di Luke:
Il figlio di Skywalker non dovrà mai diventare uno Jedi!– aveva detto l’Imperatore.
E’ solo un ragazzo, Obi-Wan Kenobi non può più aiutarlo.– aveva risposto Vader.
La comunicazione si era conclusa poco dopo: l’Imperatore aveva dato il permesso al suo braccio destro di trovare il ragazzo e convertirlo al Lato Oscuro. Ed era questo che, per Tehuthi, non aveva senso: se Luke era una minaccia così grande da preoccupare l’Imperatore perché Vader lo voleva tenere vivo a tutti i costi?
Conosceva il suo Maestro da sempre e questo comportamento era a dir poco insolito. Il figlio di Skywalker… Obi-Wan Kenobi… Tessere di un puzzle che si rincorrevano nella testa della ragazza andando a comporre poco a poco un quadro sconcertante.
Ed era per questo che ora, appena rientrata a Coruscant, con una scusa si era allontanata dal Palazzo Imperiale recandosi al Tempio: doveva sapere.
Tehuthi si diresse verso l’immensa biblioteca. Durante la prima fase della guerra che aveva portato alla distruzione degli Jedi l’Imperatore aveva tentato di distruggere il Tempio e tutto ciò che conteneva ma non sapeva che gli Jedi avevano dotato il Tempio di uno scudo protettivo tale che, una volta attivato, era impossibile da superare a meno di non essere pervasi dal Lato Chiaro della Forza. Motivo per cui lei riusciva ad entrare senza problemi. Raggiunse la sala e si sedette ad uno dei terminali attivandolo poi avviò una ricerca su Obi-Wan Kenobi.
Un’immagine del Maestro Kenobi apriva il file a lui dedicato: sebbene molto più giovane Tehuthi riconobbe in quel volto l’uomo incontrato sulla Morte Nera. Non ci volle molto per trovare, all’interno del file, l’altro nome che le interessava: Skywalker, Anakin Skywalker.
Con crescente agitazione aprì quel file e si ritrovò a guardare un volto giovane ed affascinante in cui brillavano due limpidi occhi blu. Gli stessi occhi di Luke… La sua mente turbinò: Luke figlio di Anakin. Anakin allievo di Kenobi. E le parole di Vader: “Ora sono io il Maestro”. Ora, aveva detto, sono io il Maestro… Anakin allievo di Obi-Wan… “Ora sono io il Maestro”. Luke figlio di Anakin… “Ora sono io il Maestro”. Vader allievo di Kenobi… Vader che voleva tenere in vita Luke… Luke figlio… Di Vader? Possibile? Vader era Anakin Skywalker?
Tehuthi scorse febbrilmente il file di Anakin: non c’era data di morte. Si lasciò andare contro lo schienale della sedia continuando a fissare l’immagine sullo schermo: il volto di Anakin. Possibile che ora fosse coperto dalla maschera di Vader?
La certezza che fosse così le nacque dentro, fecondata dalla Forza e, quella scoperta, la sconvolse. Piano piano, ripresasi, iniziò a scorrere tutti i files riguardanti Anakin e quanti avevano avuto a che fare con lui, assimilando avida ogni particolare della storia di quell’uomo, di quello Jedi che, per qualche ragione, era diventato l’Oscuro Signore dei Sith: Darth Vader.

Cloud City era fiabescamente bella circondata dalle vaporose nuvole cui doveva il nome. Affacciata alla vetrata degli appartamenti che l’amministratore della città, Lando Calrissian, le aveva messo a disposizione Tehuthi osservava i toni fulgidi dell’imminente tramonto. Era inquieta, come le capitava da tanto tempo, ormai.
Sapeva che il Millenium Falcon era appena atterrato con a bordo Leia, Han Solo e Chewbacca, lo Wookiee. Tehuthi era giunta nella città da poche ore insieme al suo Maestro. Dieci giorni prima, a qualche annoluce di distanza, sul pianeta Hoth si era svolta una grande battaglia: Vader aveva scoperto che quello era il covo dei Ribelli e vi aveva condotto la propria flotta per stanarli e, tra le altre cose, catturare Luke.
Ma il loro arrivo era stato scoperto e la quasi totalità dei Ribelli era fuggita compreso l’obbiettivo principale di Vader. Ma il Falcon, in avaria, era stato inseguito e, grazie all’intervento di un cacciatore di taglie, la flotta aveva scoperto la sua destinazione. Così, Vader, aveva condotto l’Executor, il suo Super Star Destroyer, su Bespin fino a Cloud City per intercettare la nave fuggiasca e, soprattutto il suo prezioso carico: gli amici di Skywalker.
Calrissian non era stato contento del loro arrivo ma non aveva potuto far altro che mettersi a disposizione di Vader ed attirare Solo in una trappola, che era appena scattata. Luke non era su quella nave, lei lo sapeva, e lo sapeva anche Vader. Ma lui era certo che il giovane avrebbe avvertito il pericolo in cui si trovavano i suoi amici e sarebbe accorso… Tehuthi sapeva che aveva ragione e questo la spaventava. Per quanto affetto nutrisse per il suo Maestro non voleva vederne il figlio ripercorrere la stessa oscura strada. Doveva fare qualcosa.
Chiamò i suoi ragazzi e, isolata la stanza, iniziarono ad elaborare un piano per aiutare Leia e gli altri a scappare. Fu Poor, dopo uno scambio di sguardi con gli altri tre, a dirle ciò che, già da tempo, avevano deciso: lei sarebbe dovuta scappare assieme ai Ribelli. Le spiegarono che avevano notato l’incupirsi progressivo del suo umore ed i rischi sempre maggiori a cui si esponeva per combattere l’Impero: presto sarebbe stata scoperta ed allora neppure Vader avrebbe potuto salvarla.
I ragazzi avevano elaborato il piano con cura: avrebbero scatenato un tafferuglio durante la fuga dei Ribelli, tre di loro sarebbero rimasti indietro con la scusa di proteggerla dai nemici mentre il quarto la scortava al sicuro ma, ‘purtroppo’, i Ribelli li avrebbero catturati e, tramite la guardia fuggita con lei si sarebbero tenuti in contatto.
Noi tre, – proseguì Poor – una volta diffusa la notizia del tuo rapimento, ci metteremo a disposizione di Vader con il compito di ritrovarti. In questo modo saremo liberi di andare e venire da Coruscant mantenendo attiva la linea dell’Informatore.– concluse.

Cinque giorni dopo Luke arrivò.
Pochi minuti prima che lui entrasse nella città Han Solo venne congelato nella grafite come esperimento: se fosse andato tutto bene Vader avrebbe usato quel metodo per trasportare Luke a Coruscant. Tehuthi, assieme alle sue guardie, aspettava il momento giusto per attuare il loro piano: Han era stato consegnato al Cacciatore di Taglie, Boba Fett, mentre Leia veniva scortata verso l’Executor e Luke si dirigeva verso il cuore della città dove Vader lo aspettava.
Poi accadde l’inaspettato: Lando tradì gli ‘alleati’ imperiali ed iniziò la corsa dei ribelli verso lo Slave II, la nave di Fett, nel tentativo di salvare Han. Vader era impegnato nel duello con Luke così Tehuthi ed i ragazzi si mossero correndo verso il Falcon: lo Slave era ormai partito con a bordo il suo carico ed a Leia e compagni non rimaneva che la nave del Corelliano per fuggire.
Usando passaggi secondari si trovarono ben presto vicini ai Ribelli. Tehuthi si fermò un istante abbracciando i tre che sarebbero rimasti poi, presa per mano da Alek, si mise a correre verso il corridoio dove presto, coloro che cercavano, sarebbero passati. Gli sbucarono davanti e l’altro gruppo si fermò un attimo a guardarli.
Portateci con voi.– pregò Tehuthi guardando Leia negli occhi – Vi prego, Principessa!– insistè vedendola indecisa.
Va bene.– assentì – Verrete con noi.
Sei impazzita?– esclamò Calrissian – Sai chi è questa ragazza?
Sì, lo so. E verrà con noi.– concluse risoluta.
Un ringhio dello Wookiee stroncò ulteriori proteste ed i cinque, seguiti da un piccolo droide bianco e blu, si misero a correre.
Tehuthi vide meravigliata che lo Wookiee portava sulle spalle un altro droide parzialmente smontato ma non si pose domande. Giunsero nei pressi di alcuni condotti di scarico i cui pannelli erano in grado di aspirare qualunque cosa si trovasse nel corridoio scaraventandolo all’esterno della città verso il pianeta Gassoso di Bespin.
Alek si fermò accanto ad uno di quei pannelli e, presa una vibrolama, si ferì un braccio sporcando di sangue il corridoio ed i bordi di uno dei pannelli.
Penseranno che fossi ferito ed il pannello mi abbia risucchiato.– disse a Tehuthi.
Buona idea.– rispose fasciando il taglio del ragazzo.
Ripresero a correre e, finalmente, raggiunsero il Falcon. Il decollo non fu dei più tranquilli ma riuscirono a dileguarsi fra le nuvole che circondavano la città. Tehuthi li avvisò che in orbita si trovava l’Executor così prepararono la nave ad un breve scontro a fuoco: tutto ciò che dovevano fare era allontanarsi dal pianeta e saltare nell’Iperspazio.
Si erano di poco allontanati dalla città quando Tehuthi avvertì la richiesta di aiuto. Era una preghiera debole, straziante… Si concentrò cercando di individuarne la fonte ma, prima che ci riuscisse, Leia la identificò: – Luke…– mormorò, lo sguardo fisso nel vuoto.
Fece invertire la rotta ed il Falcon tornò verso la città infilandosi sotto di essa. Tehuthi individuò la figura del ragazzo appesa ad una delle antenne ed avvertì le ondate di dolore che provenivano da lui. Nel momento in cui anche gli altri lo vedevano corse nella cabina più grande ed attivò l’attrezzatura medica che si trovava in un vano accanto alla cuccetta. Sentì i motori rallentare fin quasi a fermarsi mentre Lando, aiutato da Alek, recuperava Luke e lo portava a bordo.
Fu Leia ad accompagnarlo nella cabina mentre il Falcon riacquistava velocità e Tehuthi la aiutò a farlo stendere. Era pesto e sanguinante, il volto coperto da graffi e lividi. Ed aveva perso la mano destra.
Mentre gli sistemava l’apparecchio che avrebbe mantenuto vivi i tessuti consentendo l’innesto di un arto bionico, Tehuthi riconobbe i contorni precisi e privi di sangue della ferita: una spada laser.
Uno scossone della nave richiamò Leia in cabina di pilotaggio lasciando il ragazzo alle cure di Tehuthi. Luke la osservava senza in realtà vederla, la mente ottenebrata dal dolore ed oppressa dalla consapevolezza: ora lui sapeva.

Cinque giorni più tardi, presso la Flotta Ribelle, Tehuthi camminava per i corridoi lucidi della nave ospedale diretta alla ‘serra’. Mon Mothma era rimasta molto sorpresa quando Leia le aveva condotto la giovane Principessa e la sua guardia. In un primo momento aveva creduto che l’ex Senatrice avesse catturato la ragazzina ma Tehuthi le aveva spiegato perché avesse chiesto ad Leia di portarla via. La donna più anziana non le aveva creduto subito così la Principessa di Alderaan le raccontò di ciò che era successo tre anni prima e Tehuthi rivelò di essere l’Informatore: la fonte delle notizie più attendibili che la Ribellione avesse mai avuto.
Così Mon Mothma le aveva dato il benvenuto nell’Alleanza e, per tenerla al sicuro ed evitare che altri la ritenessero una spia, aveva chiesto ai pochi che conoscevano la sua vera identità di non rivelarla. Così aveva cambiato nome ed ora si chiamava Camie, almeno era così che tutti la chiamavano, tutti tranne Leia e gli altri che sapevano la verità ed, in privato, continuavano ad usare il suo nome.
Raggiunta la porta della ‘serra’ inserì il codice di apertura ed entrò fermandosi dopo pochi passi. L’immenso ambiente era pervaso dal profumo dei fiori e delle piante, si trattava di una coltura idroponica ma i tre Ithoriani che se ne curavano l’avevano trasformata in un giardino. Al centro, seduto su una panca di legnoplast, stava Luke, lo sguardo perso nel vuoto.
Tehuthi si avvicinò e gli si sedette accanto restando in silenzio per un po’.
Vorrei poterti dire che andrà meglio, col passare del tempo, ma non so se sarebbe la verità…– disse infine.
Tu sai?– chiese lui.
Sì, l’ho scoperto neppure tre settimane fa, per puro caso.
Mio padre!– esclamò disgustato lui alzandosi – Mio padre.– ripetè afflitto – Mio… Padre…– si accasciò sulla panca prendendosi il volto tra le mani – Stelle! In quale modo… Per quale colpa vengo punito? Come è possibile che quell’essere, quel… Mostro! Sia mio padre?– dolore, rabbia, rifiuto.
Non lo so Luke ma…– si interruppe cercando le parole – Se tu sapessi com’è realmente…– la guardò – So che ai tuoi occhi è un nemico, un… Mostro… Ma non è così, non è solo così! Io lo conosco da quando sono nata, è presente fin nei miei primi ricordi e, per me, è sinonimo di sicurezza ed affetto. Sì, affetto.– insistè allo sbuffo di derisione del ragazzo – Se vuoi io posso parlarti di ciò che si cela dietro la maschera, farti conoscere l’uomo, il Maestro ed il padre…– lui sussultò – Tu puoi odiare ora questa parola ma è così che l’ho sempre considerato. Ed amato…
Piano piano iniziò a raccontare della sua vita accanto a Vader, ricordi d’infanzia, aneddoti. Insegnamenti. Gli parlò di come Vader l’avesse sempre protetta dall’Imperatore impedendogli di scoprire che lei non percorreva le Vie Oscure. Di come l’avesse accudita e confortata, sempre…
Luke ascoltava le parole della ragazzina chiedendosi se davvero stava parlando dello stesso essere che lo aveva quasi ucciso su Bespin. La dolcezza del sorriso che le piegava le labbra, la luce che irradiava da quegl’incredibili occhi argentei mentre narrava di quell’uomo che lei chiamava Maestro gli rendeva difficile crederlo. La persona di cui lei parlava non aveva nulla o quasi in comune con colui il cui nome era, per tutti loro, sinonimo di terrore ed orrore.
Quando Tehuthi ebbe concluso il suo racconto rimasero a lungo li seduti, ogniuno immerso nei propri pensieri. Infine, quando il silenzio si fece pesante lei tornò a guardarlo:
Come la senti?– chiese indicando la mano artificiale.
Strana. Risponde bene agli impulsi del cervello ma… Non la sento mia.– sospirò amareggiato – Non posso neppure tornare a pilotare un caccia finchè non mi abituo.
Ma ti abituerai, Luke. Ci vorrà poco tempo, vedrai, e tornerai a volare. Dopotutto – sorrise – tu sei ‘colui che cammina nel cielo’, non è così, Skywalker?


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