Intervista al disegnatore Andrea Broccardo

Andrea Broccardo

Ho avuto il piacere d’intervistare il talentuosissimo e simpaticissimo Andrea Broccardo, disegnatore per la Marvel, in particolare sui fumetti della nostra amata Galassia Lontana Lontana. Lo vedremo presto all’opera nella Fase 2 dei fumetti di Star Wars: The High Republic, nel frattempo godetevi l’intervista.

Allora Andrea, innanzitutto permettimi di ringraziarti a nome di tutta la Redazione di Guerrestellari.net per la tua grande disponibilità! Partiamo subito!

Com’è nata la passione per Star Wars di Andrea Broccardo? 

“Ciao a tutta la redazione di Guerrestellari.net e a tutti quelli che ci leggono e grazie per questo spazio!”

“La mia passione per Guerre Stellari ( ahimè, lo chiamo ancora così) nasce, come credo per tutti, dopo aver visto la prima, storica trilogia originale. Mio papà è sempre stato un grande appassionato di cinema e mi ha trasmesso questa passione sin da quando ero molto piccolo. Guardavo tantissimi film, dai western di Sergio Leone ai film horror classici (Frankenstein, La Mummia e Dracula), ai mostri giganti come King Kong e Godzilla e tanta tanta fantascienza, da Star Trek a Spazio 1999.” 

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“Guerre Stellari però, fu un fulmine a ciel sereno. Me ne innamorai subito, univa il western che amavo, alla fantascienza, ai film di mostri, all’avventura più pura. Fu davvero amore a prima vista e credo di aver consumato completamente il nastro della VHS, tante furono le volte che lo riguardai.”

Qual è il tuo film preferito della Saga? E perché proprio quello?

“E’ difficilissimo limitarsi a un unico film e a un unico personaggio, soprattutto in un mondo vasto come quello di Star Wars. Dovendo rispondere in maniera secca, ti direi che Una Nuova Speranza è quello che amo e che rivedo più volentieri. Più che altro perché è stato il primo che ho visto ed è un film che associo alla mia infanzia e che reputo meraviglioso, magico e perfetto, pur con tutte le ingenuità che si porta dietro. “

“E’ una vera e propria fiaba, un bellissimo cammino dell’eroe. C’è la principessa in pericolo, il cavaliere nero, la canaglia che poi canaglia in fondo non è,  insomma, racchiude tutti gli archetipi di un racconto fantasy/fiabesco, ma inserito in un contesto fantascientifico/western/avventuroso ed è pieno zeppo di creature mostruose, alieni e pupazzi, robot, astronavi, ha un immaginario visivo attualissimo, nonostante gli anni sul groppone. “

“Amo tantissimo anche L’Impero Colpisce Ancora e il Ritorno dello Jedi”

“Ma amo tantissimo anche L’Impero Colpisce Ancora e il Ritorno dello Jedi. Da piccolo ricordo che L’impero Colpisce Ancora mi faceva una paura tremenda, Vader era malvagissimo e il male trionfava alla fine del film e da ragazzino non mi piaceva affatto, ho imparato ad apprezzarlo maggiormente in età adulta, mentre ho sempre adorato il Ritorno dello Jedi soprattutto, lo ammetto, per gli Ewok. “

“Visto da piccolo, quel film pieno di pupazzi e mostri, era una gioia per gli occhi! La sequenza iniziale con il salvataggio di Han, il palazzo di Jabba, il pozzo del Sarlacc, la guerriglia nei boschi della luna di Endor, la battaglia finale, combattuta su più fronti e il finale in cui il bene trionfa. Spettacolo puro!”

Quale personaggio ti ha colpito maggiormente? 

“Quanto al personaggio preferito, anche qui, avrei difficoltà a dirtene uno soltanto. A pelle, ti direi Han Solo. Perché è scaltro, subdolo, è una canaglia, ma ha un cuore enorme e agisce costantemente di impulso. Harrison Ford è uno dei miei attori preferiti (Indiana Jones è un’altra delle saghe che più amo) e Han è un figo! La coppia Han-Ciube, poi, per me, è meravigliosa.”

In che quantità Star Wars ha influito sulla tua crescita? Sia in ambito artistico che in ambito personale. Quali valori è riuscito a trasmetterti? 

“Sicuramente mi ha trasmesso un grande amore per l’oriente. Il personaggio del Cavaliere Jedi, nella trilogia classica, è, per stessa ammissione di Lucas, ricavato dalla figura del Samurai, in special modo dai film di Samurai di Akira Kurosawa, un altro regista che amo e che ho scoperto solo in un secondo momento, dopo aver appreso che era una fonte di riferimento per Lucas. La Japan Invasion dei primi anni 90, arrivata nella mia pre-adolescenza, ha fatto il resto e mi ha definitivamente fatto innamorare dell’Oriente.” 

“Guerre Stellari mi ha insegnato anche il valore della Speranza, che è un po’ quello su cui si fonda tutta la storia del Franchise. La Speranza che deve esserci sempre, anche quando le cose vanno male e tutto sembra remarti contro.”

“In ambito artistico, ho la casa invasa letteralmente di Artbook e libri fotografici dedicati alla fantascienza e molti di essi sono di Star Wars. La Saga ha un immaginario strepitoso, frutto delle immense capacità artistiche di un gruppo di artigiani che il fato, la fortuna e una sapiente capacità produttiva, hanno saputo mettere insieme. Penso alla trilogia classica, penso al design delle astronavi, delle Truppe Imperiali, dello stesso Vader, dei costumi dei personaggi, gli interni, gli edifici, gli alieni e le creature, tutto è attualissimo e perfetto, a distanza di più di quarant’anni, al punto che tante opere hanno usato la fantascienza di Star Wars come riferimento.”

“Star Wars è riuscito a rendere plausibile e credibile un rottame volante pieno di lucette come il Millennium Falcon e che a pilotarlo ci fosse una sorta di Yeti buono. Oggi lo diamo per scontato, ma se ripensiamo all’epoca, non era affatto cosa semplice!”

Come pensi che si sia evoluta la Saga fino alla sua conclusione con “L’Ascesa di Skywalker”? Hai apprezzato le altre due trilogie? 

“Le ho apprezzate anche se meno e in maniera differente rispetto alla trilogia originale.”

“Della trilogia prequel ho apprezzato moltissimo il fatto che Lucas si sia spinto nel raccontare altri lati di quella Galassia Lontana Lontana, facendoci vedere un intero enorme universo, pieno di pianeti. Il Senato, nominato appena in un dialogo, in Episodio IV, ora era reale, idem il tempio dei Jedi. Yoda, nel ruolo di Maestro, la politica e la quotidianità di un mondo centrale, industrializzato e sviluppato, totalmente differente rispetto ai pianeti di frontiera che vedevamo nella trilogia originale. Lo stesso immaginario visivo si arricchiva di razze, pianeti, tecnologie, fazioni ecc, che ci mostravano una galassia viva, credibile, piena di contraddizioni, luci e colori, estremamente varia e variegata come design e ambientazioni.”

“Sapevamo tutti dove sarebbe finita la storia della trilogia prequel, ma il viaggio per arrivarci, è stato molto bello, pur, secondo me, con tantissimi alti e bassi (alcuni passaggi di Episodio I ed Ep.II davvero non mi avevano fatto impazzire all’epoca e ancora adesso storco un po’ il naso, ma è Star Wars, gli si vuole bene a prescindere :P)”

“La trilogia sequel per me, è stata motivo di gioia e sofferenza, croce e delizia. E’ stato strepitoso rivedere il cast originale riprendere i propri ruoli storici, ma mi è dispiaciuto vederli unicamente come comprimari. Avrei adorato se la trilogia Sequel fosse stata realizzata molti anni fa e avrei amato vedere Luke, Han e Leia protagonisti assoluti. Sono un fan del vecchio Universo Espanso e mi è spiaciuto molto che Disney abbia fatto un reboot di questo Universo. “

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“Avrei adorato vedere in live action una Mara Jade o un Kyle Katarn, per non parlare dei figli di Han e Leia e quindi mi è un po’ spiaciuto che i protagonisti della Trilogia Sequel, fossero altri. Anche per i sequel, come per la Prequel, ci sono momenti che mi son piaciuti moltissimo e altri meno, ma nel complesso, mi hanno intrattenuto e divertito.”

“Sono convinto che ogni “generazione” abbia la sua trilogia. Io amo alla follia la Trilogia Classica, perché con quella sono partito. Ma se avessi 8-10 anni e vedessi per la prima volta Guerre Stellari, partendo dalla trilogia Sequel o dalla Prequel, son certo che le adorerei, in egual misura a come io ho adorato la Classica, da ragazzino. A me piacciono in maniera differente, ma sicuramente inferiore alla trilogia Originale, perché quest’ultima, è stata per me, seminale e formativa di quello che è il mio bagaglio culturale “nerd” e dell’intrattenimento.”

Anche il lavoro fatto con gli spin-off o con le serie sviluppate, tra tutte The Mandalorian e recentemente Andor, hanno avuto un impatto significativo sui fan. E’ stato così anche per te? 

“Ho adorato letteralmente sia Andor che The Mandalorian. Quest’ultimo riesce a catturare perfettamente l’essenza di quello che più amo di Star Wars. Più dei Jedi, più dei duelli con le spade laser e le battaglie aeree nello spazio, quello che più adoro della Saga, è la parte western-avventurosa. Adoro le taverne malfamate, i brutti ceffi, i cacciatori di taglie, tutta quella parte polverosa, quella componente di frontiera, dove legale e illegale si confondono e basta uno sguardo storto per beccarsi un  colpo di blaster. The Mandalorian è per me tutto questo e anche qualcosa in più. Adoro che porti avanti alcune sottotrame da Clone Wars e da Rebels, due serie animate magistrali e meravigliose e son curioso di come proseguirà la storia con l’imminente terza stagione. “

“Andor invece è una roba strepitosa, ma a pensarci, anomala se si pensa a Star Wars. Andor non sembra per niente un prodotto legato al brand Star Wars, ha una narrazione molto più adulta, conosciamo la burocrazia imperiale molto meglio, vediamo come funzionano i giochi di potere di palazzo e vediamo un lato della ribellione che è sporco e fatto di compromessi, non necessariamente piacevoli. C’è poca speranza e tanta sofferenza, l’Impero fa paura e da davvero l’idea di una dittatura malvagia. L’unico grosso difetto, per me, è avere un protagonista di cui già si conosce il fato, cosa che mi porta a temere molto meno per lui e le sue gesta. Ma questo è un problema un po’ dei prequel in generale e non preclude assolutamente la qualità finale della serie, che torno a dire, per me è altissima.”

Negli anni Star Wars ha avuto i suoi alti e bassi, fortunatamente esistevano i libri e i fumetti, in cui sei particolarmente addentrato.Li leggevi da ragazzo? Eri catturato anche tu dall’Expanded Universe? 

“Oh si, ero un fan sfegatato del vecchio Universo Espanso. La saga che più amo è quella dei Cavalieri della Vecchia Repubblica. Adoro il lavoro fatto nel creare un universo di Jedi e Sith completamente nuovo, fatto di personaggi inediti di cui non si sapeva assolutamente nulla e a cui poteva succedere di tutto. Adoravo che prima che ancora si parlasse di trilogia prequel e sequel, nei fumetti si esplorassero queste ambientazioni, soprattutto i sequel.”

Dark Empire è per me, una delle saghe più belle, che rileggo spesso e volentieri, idem i volumi della vecchia repubblica. Sono dispiaciuto, come scrivevo poco sopra, che alcuni personaggi siano stati eliminati dal canone, come Mara Jade, Kyle Katarn, Revan o gli stessi Ulic Qek Droma ed Exar Kun , ma anche gli Yuuzhan Vong! Spero sempre che Lucasfilm e Disney decidano di ripescarli ed inserirli nel nuovo canone dedicando loro film, serie tv e fumetti. Delle opere Legends più recenti, ho adorato Eredità. Cade Skywalker è un bellissimo personaggio e la storia che lo vede protagonista è bellissima e disegnata splendidamente.”

Veniamo al tuo rapporto lavorativo con la Saga, che sensazione hai provato quando ti è stato comunicato che avresti disegnato un fumetto su Star Wars? 

“Beh, puoi immaginare! Valuta che Star Wars Kanan è stato il mio primo incarico di lavoro per la Marvel. E mi è arrivato mentre stavo guardando la prima stagione di Rebels e mentre stava per uscire Ep. VII. E’ stata un’emozione enorme e fortissima, ma al tempo stesso panico e terrore puro, perché ho iniziato su una serie su cui sapevo di avere una forte e grande responsabilità, con una fandom che non volevo deludere e da fan io stesso, col desiderio di fare il meglio che potessi.”

“Io arrivavo da qualche anno di lavoro in Bonelli, su Nathan Never e Brendon e ho sempre adorato i comics americani di super eroi, sia Marvel che DC e non avrei mai e poi mai pensato che il mio primo lavoro per il mercato Statunitense sarebbe stato per la Marvel e proprio su Star Wars! Ammetto che rivedere oggi, quelle tavole, a distanza di quasi otto anni le straccerei tutte e le rifarei da capo. Son figlie di inesperienza e di ingenuità, ma giustamente, è stata una storia formativa per quello che è venuto dopo.”

Il tuo presente è l’Alta Repubblica, ma in passato hai lavorato anche nelle serie di Kanan, della Dottoressa Aphra, nella serie di Poe Dameron e nella serie principale di Star Wars. Qual’è stato il lavoro in cui ti sei divertito di più? 

“Sicuramente il lavoro sulla serie principale. Finalmente potevo disegnare Han Solo, Chewbacca, Leia, Luke, i droidi, tutti i personaggi che adoravo e soprattutto scritti da Kieron Gillen, uno sceneggiatore di cui ero e sono grande fan e con cui mi son divertito tantissimo a lavorare.”

“Un altro personaggio a cui mi sento molto legato e che amo, è Aphra. Avrete capito che amo i personaggi un po’ “borderline”, a cavallo tra il buono e il non troppo buono e la buona Chelli Aphra non fa eccezione. Scaltra, furba, avida, è un bellissimo personaggio che adoro e che son felice che viva di vita propria nel nuovo (ormai non più tanto :P) corso di Disney.”

“Una storia su cui ho adorato particolarmente lavorare è la storia breve di Yoda, dall’antologia di Age of Rebellion. Esplorare e trasmettere sulla carta tutta la solitudine e il senso di fallimento e sconfitta di un maestro che ha perso tutto, è stato molto stimolante e da fan, son stato felice di averci potuto lavorare.”

Com’è stato lavorare direttamente per LucasFilm? Avevi delle direttive da seguire? O godevi di totale libertà creativa? 

“Lavorare con Lucasfilm è bellissimo ma difficile al tempo stesso, mi spiego. E’ meraviglioso relazionarsi con la Lucasfilm, soprattutto quando ti danno carta bianca per la creazione di nuovi personaggi e da fan della Saga, è strepitoso poter lasciare un pezzetto di se in questo universo che tanto amo. Per l’Alta Repubblica ho creato visivamente i personaggi del Concilio della Forza, che vedrete in una storia in appendice al primo numero e in quel caso, Lucasfilm mi ha dato totale libertà creativa nella creazione dei personaggi che sono usciti fondamentalmente identici a come son stati pensati all’inizio, tranne alcune piccole e logiche modifiche. “

“Ma al contempo è complesso perché il franchise di Star Wars ha una fandom enorme, con milioni di fan in tutto il mondo, le cui aspettative sono altissime e che non bisogna deludere. Quindi l’aderenza al canone visivo deve essere totale e scevra di personalizzazioni. Vader ha quel casco e quel costume e quello deve essere, idem i Trooper, idem le somiglianze con gli attori, che sono forse, la cosa più complessa da andare a realizzare, lo stesso dicasi per le astronavi e per gli ambienti.”

“E giustamente, la Lucasfilm esige che questi fattori siano analoghi alle controparti cinematografiche e/o animate. Dalle lunghezze delle spade laser, all’interno dei luoghi iconici, alla forma dei blaster o degli elmetti, tutto deve essere uguale o il più simile possibile ai film. Cosa che da un lato è bellissima, ma dall’altro, molto complessa, che richiede parecchio tempo per lo studio delle reference e del materiale di scena. Sicuramente essere un grande fan, aiuta nel lavoro e velocizza il processo produttivo e sicuramente, le serie come Aphra o High Republic, che hanno personaggi che non sono basati su attori, sono molto più semplici da disegnare.” 

Star Wars racchiude anche un ramo molto particolare del collezionismo (io colleziono comics CGC e americani), collezioni qualcosa della Saga? Qual è il tuo pezzo più raro? 

“Colleziono i fumetti di Star Wars e per completismo prendo praticamente tutto quello che esce (cosa buffa, anche quelli che ho fatto io, perché mica voglio il buco in collezione!) ho molte figure, parecchie statue della Kotobukiya, diversi Lego e qualche casco. Ovviamente svariati libri, tutti i film e le serie animate uscite su supporto fisico, videogiochi e giochi di ruolo da tavolo e miniature. A livello di pezzi rari non saprei, perché, sono onesto, non mi metto a guardare il valore economico o di rarità di un particolare oggetto. Piuttosto preferisco godermi un determinato oggetto da collezione, per puro gusto di possesso, a prescindere dalla sua rarità.”

“Diciamo che il materiale da collezione non manca e pare in costante aumento, quindi io son felice, le mie tasche meno, ma la più grande delle verità è che lo spazio dove esporre e mettere tutto, manca sempre.”

I gruppi costuming di Star Wars sono molto popolari, hai mai desiderato interpretare un personaggio, magari facendone il Cosplay? 

“Ammetto di no. Apprezzo molto il cosplay e mi piacciono molto le varie parate organizzate dai vari gruppi di figuranti a tema Star Wars, ma non ho mai avuto la passione o la capacità nel creare costumi, ne ho mai sentito il desiderio di interpretare qualche personaggio.”

Che rapporto hai con i fan? Ti piace essere presente alle manifestazioni? 

“Mi piacciono molto le fiere e adoro andarci, sia da ospite che da fan, però il tempo per le manifestazioni è sempre molto poco e il lavoro sulle tavole sempre tanto. Invecchiando non sono più veloce come qualche anno fa e tra casa e famiglia, vado a molte meno fiere e convention di quanto vorrei.”

“I fan sono molto calorosi e adorabili! Son sempre chiuso in casa e la percezione del mio lavoro è falsata. Io spedisco le tavole e poi la roba che ho fatto esce qualche mese dopo, ma quando vado alle fiere e vedo la gente in coda con gli albi che ho fatto, mi emoziono sempre tanto. Penso che tanti ragazzi e ragazze che vogliono scambiare qualche parola, discutere degli albi e delle storie, siano come ero io, anni fa, quando giravo per le fiere e incontravo gli autori che stimavo e che volevo conoscere. “

“I lettori sono importantissimi, sono la base su cui si fonda il nostro lavoro e noi dobbiamo sempre dare il massimo, cercando di non deluderli mai. Ovviamente  questo non è possibile e accontentare tutti non è praticabile, ma noi ce la mettiamo tutta! “

“Non mancano quelli un pelo difficili e qualche hater, ma fanno parte del gioco ed è giusto che sia così, ma nel complesso, ho sempre incontrato lettori e fan entusiasti, adorabili e piacevoli, con cui è stato bello interagire..”

Hai mai incontrato nessuno del cast? Di qualsiasi Trilogia o produzione? 

“Ho avuto modo di incontrare e scambiare un paio di parole con il mitico Peter Mayhew (Chewbacca) a una fiera a Torino, molti anni fa e ho conosciuto Felix Silla (interpretava uno degli Ewok) e Kenny Baker (R2-D2). Purtroppo si è trattato semplicemente di una stretta di mano e di complimenti per il loro lavoro. Eravamo in contesti fieristici, loro erano molto impegnati e avevano tantissime persone in coda, ansiose di fare la loro conoscenza, quindi il tempo con loro è stato davvero poco!”

“Sono stato in fiere Statunitensi in cui erano ospiti attori come Ewan Mc Gregor e Hayden Christensen, ma ahimè erano blindatissimi e difficilmente avvicinabili. Mi sarebbe piaciuto moltissimo incontrarli ma ahimè, non è stato possibile.”

Cosa c’è nel futuro di Andrea Broccardo? E che consigli puoi dare ai giovani disegnatori che ambiscono a diventare un disegnatore internazionale come te? 

“Al momento sono in pausa dalle serie di Star Wars, perché mi hanno messo al lavoro su una serie a fumetti sempre legata a un noto franchise cinematografico, che amo tantissimo, ovvero Alien!”

“Marvel lancerà in aprile una nuovissima serie fanta-horror di Alien su testi di Declan Shalvey, di cui sarò disegnatore regolare e su cui sono segretamente al lavoro già da alcuni mesi. Mi ci sto divertendo moltissimo, anche perché Alien, soprattutto il primo film, è uno dei miei film preferiti di sempre, forse anche più di Guerre Stellari, quindi lavorarci è un sogno e non potrò mai ringraziare i miei editor per questa splendida opportunità.”

“A un giovane disegnatore/disegnatrice non posso che consigliare di lavorare ed impegnarsi a disegnare tantissimo. Per quanto le tecnologie moderne e i programmi 3D oggi, aiutino i disegnatori a velocizzarsi, le basi del disegno tradizionale sono fondamentali. Lo studio dell’anatomia, delle luci, delle ombre e della prospettiva, non si finisce mai di imparare e bisogna costantemente evolvere e studiare. “

“Leggete tantissimi fumetti”

“Leggete tantissimi fumetti, non limitandovi a un solo mercato, che sia Italiano, o Giapponese o Americano, ma cercando di abbracciarli tutti, imparando come i fumetti vengono fatti in ogni parte del mondo. Siate curiosi di capire come funzionano le cose, perché imparando il funzionamento degli oggetti, imparerete a replicarli su carta. Createvi un immaginario visivo che vi piaccia ed elaborate il vostro, copiate gli autori che vi piacciono, ma non siatene cloni, sviluppate un vostro stile personale, amalgamandolo con quello che vi piace. “

“Sottoponete i vostri lavori ai professionisti, alle varie fiere di settore e chiedete loro consigli e fate tesoro di ciò che vi dicono perché per me è stato così. “

“E infine, nota triste, ma realista. Siate sempre pronti con un piano B. “

“Perché questo è un lavoro bellissimo, ma quello dei fumetti è un settore in cui è molto molto difficile entrare e che purtroppo non ha spazio per tutti. Ma voi non dovete demordere, ne arrendervi. Se avete le capacità, il talento, la dedizione, l’occhio per vedere e l’orecchio per ascoltare e anche un po’ di sana fortuna, allora verrà il vostro momento. “

“E io vi faccio il più sentito degli in bocca al lupo.”

“Anzi, faccio un augurio migliore.”

“Che la Forza sia con voi

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