Star Wars Andor: Episodio 5. Lo staff si confronta. Top o flop?

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Star Wars Andor, prequel del film spin-off Rogue One, è online su Disney+. Lo staff di GuerreStellari.net ha visto il quinto episodio della nuova serie tv di Lucasfilm. In questo articolo troverete le impressioni dei vari componenti. Inoltre rivivi la LIVE dallo Spazioporto, dove anche gli ospiti di GSNet hanno detto la propria.

Davide Veraldi: La puntata che mi ha coinvolto di più dall’inizio di questa interessantissima serie. Finalmente iniziamo a conoscere meglio Cassian, che inzia ad aprirsi al pubblico rilevando la sua natura!

Nelle prime scene sembra quasi ritrovarsi nella stanza con Syril Karn e sua madre. Capacità di coinvolgimento totale da parte del regista: avrei volentieri fatto colazione con loro per assaggiare il latte blu di Bantha con i cereali. Entriamo anche in casa di Mon Mothma, che ha chiaramente una famiglia spezzata e poi ci si catapulta su Aldhani, ormai pronti per portare a compimento la missione suicida. Dall’altra parte è sempre più vicina alla soluzione Dedra Meero, ossessionata dallo schema. C’è tanta carne al fuoco.

Colori, inquadrature, musiche, effetti speciali, impeccabili. Ormai per ogni scena cerco di cogliere dei particolari che richiamino elementi passati e futuri dell’Universo starwarsiano. Ho apprezzato anche il finale con Luthen che viene riportato con i piedi per terra dall’assistente Kleya. Potrei riassumerla con “per quanto ci si può impegnare e pianificare, la natura umana rappresenta quella variabile che non è controllabile ed il risultato degli eventi è imprevedibile”.

Salvatore Scandura: Episodio più focalizzato sulla pianificazione e sull’interazione tra i vari personaggi. Piani sequenza girati con molta cura e professionalità. Rispetto all’episodio precedente qui si inizia a percepire con più decisione quello ci aspetterà di vedere successivamente. Ancora una volta, secondo me, si spreca del tempo per portare avanti la trama e si cerca di allungare il brodo dilatando le tempistiche delle scene. Un vero peccato. Il mio voto finale all’episodio rimane comunque 8.5 per l’impegno che viene messo nel portare questo prodotto sul piccolo schermo. Spero in un miglioramento per quanto riguarda i punti deboli.

Radio Fulcrum: Ci troviamo di fronte all’episodio centrale di questo secondo arco narrativo di Star Wars Andor. Arco che penso ci porti verso l’inizio vero e proprio della Ribellione, come accennava Luthen nel finale. Come sempre dialoghi, musica, regia e ambientazioni perfette. Coruscant by night era dal 2005 che non si vedeva. Top.

Ci presentano i personaggi, si prendono il tempo di dirci chi sono e perché sono li. Come nel caso della squadra in cui è stato inserito Cassian. Viene forse proposta velatamente una storia di inclusività, che a parer mio non stona e non è pacchiana. Come dico dalle prime puntate, Andor è Star Wars ma non è Star Wars, dentro Star Wars.

Gilroy sta’ facendo quello che noi aspettavamo da anni. Vedere la bruttezza dell’Impero senza esagerare, vedere la nascita della Ribellione, con cellule sparse. E sappiamo poi dall’ultima puntata della prima stagione di Rebels che tutte si uniranno per formare un’unica Ribellion. Parole di Ahsoka Tano. Cosa mi aspetto dalla puntata 6? Non lo so, ho solo questa bella sensazione di guardare senza aspettative, perfetta. Voto 10!

P.s. nella scorsa puntata c’era una citazione a Ritorno al Futuro, quando viene detto a Cassian che il plastico non era in scala.

Star Wars Andor: pregi e difetti dell’Episodio 5

Marcello Durante di Star Wars News Italia: Finalmente una puntata Cassiancentrica, che si occupa di caratterizzare il protagonista e far sentire il suo peso nel gruppo di ribelli che lo “ospita”.

Purtroppo il breve minutaggio spezza la storia in maniera aggressiva. Sarebbe stato meglio mostrare l’intero arco narrativo in una sola soluzione (tre episodi di fila). Il pregio di questa puntata sta anche nel riuscire a far intravedere in maniera chiara e interessante le emozioni e le preoccupazioni dei personaggi legati all’Impero. La qualità visiva e registica rende il tutto entusiasmante e nuovo.

Non siamo abituati a tali livelli di “cinema” in ambito starwarsiano. Voto 8, considerato anche il comparto sonoro che ha picchi stratosferici nel rendere realistiche le ambientazioni.

Alex Pedaci: Il quinto episodio si dimostra il più adulto di tutti quelli usciti sino ad ora. E non mi riferisco a contenuti sanguinosi o sessuali, bensì per il livello psicologico in cui viene catapultato lo spettatore. In questo episodio si vive l’attesa, le preoccupazioni, lo stato d’animo dei ribelli. Ma non solo loro. Anche lo stato d’animo degli imperiali, nella fattispecie di Syril, devastato dal suo fallimento nel catturare Cassian. Sempre più in uno stato depressivo che sa di vendetta.

Dell’ufficiale Dedra Meero, ambiziosa e con fiuto, che con moltissima probabilità romperà le uova nel paniere, e non poco. Di una Mothma assediata dalla sua vita familiare, dalle dinamiche difficili con figlia e marito. Insomma un vero e proprio mix di emozioni devastanti che ti tengono incollato allo schermo in attesa, solo e soltanto, del suo seguito. Cassian sempre più consapevole del suo ruolo nel piano, un piano che molto probabilmente fallirà. E questo lo sanno sia lui che Luthen.
Staremo a vedere! Voto 7,5.

Lune Bleu Chevalier: Diverse cose interessanti in questo quinto episodio. La preparazione della missione mostra le personalità dei sette ribelli, tra cui, mi ha colpito, il giovane Karis Nemik, molto preso dalla causa ribelle, appassionato di oggetti tecnologici, fa notare come l’impero abbia riportato indietro la galassia di secoli, con una tecnologia vetusta e meno efficace per la gente comune, demonizzando quella della vecchia repubblica.

Karis, interpretato da Alex Lawther – noto per Black Mirror, per essere stato il giovane Alan Turing nel pluripremiato The Imitation Game, The End of The F***ing World e per essere stato Carlo VI in The Last Duel di Ridley Scott– ha compreso come l’impero cerchi di governare le persone anche mentalmente, manipolando la verità su vari fronti.

A proposito di questo, il marito di Mon Mothma, figura evanescente finora, pare provarci gusto a dipingere la moglie come una pessima madre, mettendole contro la figlia adolescente e riempendola così di sensi di colpa per il suo lavoro. Molto attuale, purtroppo.

Sono curiosa di vedere che fine farà l’ex vice ispettore Syril Karn – a cui presta il volto Kyle Soller che sicuramente molti ricorderanno nel ruolo del giovane dottore nel bellissimo e cruento film di guerra Fury, con protagonista uno straordinario Brad Pitt – che si ritrova costretto ad accettare l’aiuto della madre per rialzare la china.

Continua a non convincermi l’imperiale Debra Meero. Fa ridere darle una sorta di idealismo, quando, di fatto, non esista a fare del male al prossimo pur di fare carriera. Vero, che lei considera l’impero qualcosa di buono ma sa benissimo cosa fanno gli imperiali a chi si ribella.

Tornando proprio all’Alleanza, altra figura interessante è Averl Skeen – interpretato da Ebon Moss-Bachrach, celebre per Higher Ground, debutto alla regia di Vera Farmiga; per essere stato il fratello di Keanu Reeves nel delicato film di fantascienza La casa sul lago del tempo e aver preso parte, come guest star, a numerose serie, tra cui Fringe, Damages, Punisher, Person of Interest.

Skeen non si fida di Cassian/Clem, tanto da stargli addosso di continuo e arrivare a strappargli, sotto minaccia, il pendolo di kyber avuto in prestito Luthen, convinto sia la prova che Clem possa essere un imperiale.

Clem svela di essere un mercenario e proprio questa sua sincerità fa comprendere agli altri che, sotto sotto, il nostro agisca, come loro, per fini idealisti, anche se non vuole ammetterlo neanche a se stesso, per adesso.

Vel spingerà Skeen a rivelare al giovane Andor perché odia l’impero: allagarono la terra del fratello, dove lui coltivava alberi di pepe, che gli davano da vivere. Il ragazzo si suicidò, mettendosi delle pietre nelle tasche, dentro ad una barca sopra ad un lago.

Altro argomento di grande attualità, purtroppo: portare alla fame il nemico, tagliandogli i viveri. Un modo sadico e infame per liberarsi delle persone. Così da poter convincere se stessi da non averli uccisi con le proprie mani.

Star Wars Andor: altri commenti sull’episodio

MariaPia Leone: La costruzione della missione procede, il ritmo è inesorabile – avvincente, pur nel suo incedere quieto. Tre linee narrative si vanno delineando con precisione sempre più centrata e simmetrica:

Sullo sfondo, il doppiogioco del tenente imperiale Gorn – colpito duramente dalla vita e in cerca di qualcosa per cui valga la pena lottare; al suo opposto la determinazione dell’imperiale Dedra Meero, un esempio di acume in un mondo di ufficiali interessati più alla carriera che alll’efficienza; in fine Luthen, colui che ha messo in moto la macchina ribelle, il suo orgoglio per ciò che sta per accadere e la via di fuga già pronta – ma incerto l’epilogo. Se un ritmo calmo ma inesorabile può costruire una storia tanto intensa e coinvolgente, allora io ne sono conquistata.

L’esplosione degli eventi arriverà quando sarà il momento; per ora assaporo questo passo, che mi sta aiutando a conoscere le pedine in movimento sullo scacchiere di una galassia lontana di tanto tempo fa.

Manuela Milady_mxw: Mon Mothma. Inizio con lei perché stiamo vedendo ciò che speravo potessimo vedere, ossia il background della senatrice e futura leader della ribellione. Mon Mothma è sempre stata un personaggio quasi etereo, delicata ma decisa, apparentemente senza vincoli e votata interamente alla causa della ribelline.

Ma Mon Mothma ha una famiglia, ha un marito fastidioso e arrogante, ha una figlia, Leida, in piena crisi adolescenziale, aggravata dal comportamento di un padre compiacente che la allontana dalla madre. Cosa succederà a questa famiglia? Le scene sono strutturate per far percepire perfettamente il conflitto famigliare e tenere l’attenzione dello spettatore molto alta. Il marito, Perrin Fertha, è evidentemente filo imperiale, ma la figlia?

Visto il rapporto con i genitori, potrebbe seguire le ideologie del padre e Mothma potrebbe trovarsi a combatterli entrambi. Oppure succederà qualcosa di tragico e la donna si ritroverà da sola, con la ribellione come unico scopo di vita? Poi c’è Syrll Karn, ormai “licenziato” dal proprio ruolo nell’impero, affronta la più triste e normale delle situazioni: il ritorno da mamma che deve rimboccarsi le maniche e chiedere favori a parenti per trovare un nuovo lavoro al figlio sciagurato.

Ciò che di più avvilente può capitare a qualcuno che, evidentemente, aveva mire di carriera militare. Karn continua a essere ossessionato da Cassian Andor, probabilmente addebitando a lui la causa delle proprie sventure. Lo trovo un personaggio a tratti irritante ma che porta sullo schermo i retroscena e l’umanità di chi, nelle fila dell’Impero, è soltanto un numero.

La puntata scivola via in modo assolutamente scorrevole, con la trama che si va a chiudere sempre di più attorno alla missione in procinto di iniziare. Un sempre magistrale Stellan Skargard, che rende perfettamente l’idea di Luthen Rael in stato di ansia folle per le sorti della missione. Una piccola nota sul cristallo Kyber che Cassian ha ricevuto da Luthen: perché?

Evidentemente il cristallo ha un gran valore, il che stride con la dichiarazione di Cassian di essere semplicemente un mercenario che partecipa alla missione per soldi: scappare e vendere il cristallo sarebbe più remunerativo e meno pericoloso. E’ singolare il fatto che Luthen, evidentemente non Force User, avesse un cristallo del genere e ancora più strano che l’abbia dato in pegno a Cassian. Perché fidarsi tanto?

In qualsiasi caso, l’assenza di spade laser e Force User che continua a non farsi sentire. E’ lo Star Wars meno Star Wars che abbia mai visto, ma non vedo l’ora che esca il nuovo episodio! P.S. i cereali verdi e marroni sono già in circolazione, per caso? No perché, dopo i macarons azzurri di Grogu e il latte blu di Luke, i cereali devono esserci per forza!


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