Dave Filoni dice la sua su Star Wars Rebels e sul futuro di The Clone Wars

Quando si guarda al lato dell’animazione in Star Wars, non si può fare a meno di citare Dave Filoni, creatore di Rebels e regista di The Clone Wars. Durante il regno-Filoni molti cambiamenti stavano avvenendo all’interno dell’universo creato da George Lucas, e proprio la serie Rebels ha fatto da collante a tutti quei cambiamenti e canonizzazioni messi in atto in quello stesso periodo.
Come autore delle due amatissime serie ambientate nella Galassia Lontana, Lontana, Filoni ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di IGN per parlare della conclusione di Rebels e dei progetti futuri riguardanti la nuova stagione di The Clone Wars e la nuova serie Resistance.

L’intervista a Dave Filoni sul futuro della animazione di Star Wars

Il confronto tra il regista ed IGN si apre con una domanda sulle sue impressioni a caldo sul finale di Star Wars Rebels. Viene chiesto se, con l’avvicinarsi della parte conclusiva della serie, l’autore abbia speso tutta la sua energia creativa nel completamento della sua storia:

Beh, ho amato creare questo show. Non c’è dubbio su questo, ma non sono mai riuscito a vederlo come un prodotto finito finché non abbiamo chiuso l’ultimo montaggio. C’era molto da fare, e stavo cercando di rivivere continuamente la storia in modo da darle un finale più completo possibile. Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di essere tristi [che stesse finendo]. Dovevamo solo far atterrare l”aereo Rebels’ il meglio possibile.

È stato eccitante quando molte cose hanno iniziato a mettersi al loro posto in maniera naturale. Ma ho avuto bisogno di chiamare in causa molte ripetizioni creative – specialmente nei due episodi finali, perché sentivo che non fossero abbastanza; volevamo impostare le cose in modo tale che colpissero [il pubblico] e dare veramente ai fan il finale che meritavano, così tutti hanno fatto un buon lavoro per fare il modo di cacciare fuori il miglior finale possibile.

L’intervista continua, ed al regista viene chiesto quali ritocchi e quali accortezze abbia apportato per portare sullo schermo il gran finale di cui parla:

Penso che sia una cosa che cambia a seconda delle situazioni. C’era una versione iniziale del confronto tra Ruhk e Zeb che ho pensato non sarebbe potuto andare da nessuna parte, non funzionava bene, non trasmetteva nulla di speciale. Sembrava come qualcosa che avevamo visto sempre anche prima, quindi abbiamo rifatto completamente quella parte.

C’erano cose riguardanti il confronto tra Ezra e l’Imperatore che ho lasciato aperte per tanto tempo, in modo da rendere tutto logicamente giusto e far risultare chiaro il collegamento tra il suo mondo e quello dei suoi genitori.

E poi c’era qualsiasi tipo di segreto che ho tenuto per me, che nemmeno la crew immaginava, come l’epilogo finale. Un gruppo davvero ristretto di persone ha lavorato su questa cosa, ed in realtà ho dovuto tagliarlo, perdere qualche frammento, semplicemente per poter completare il lavoro in tempo. Quindi c’erano un mucchio di cose tra le quali destreggiarsi mentre si lavorava su differenti livelli logici attraverso tutta la storia, ma abbiamo apportato i cambiamenti di cui avevamo bisogno. Penso che sia uscito fuori un buon lavoro.

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Una delle sfide più grandi di Filoni nel portare avanti Rebels, non è un segreto, è stata quella di creare una storia inedita in un universo narrativo vivo e pulsante come mai prima d’ora. Nuovi film, nuovi romanzi e nuovi comics aggiungevano in continuazione nuova sostanza al canone ufficiale, ed il regista risponde così alla domanda «Cosa è stato eccitante nell’essere parte di questa saga in continua espansione?»:

È molto d’ispirazione avere altre persone che lavorano intorno a te, e francamente abbiamo avuto tutti gli stessi problemi – problemi di Star Wars – e siamo finiti nelle stesse trappole. Finisci inevitabilmente bloccato nella stanza con gli Stormtroopers che bussano alla porta. Quindi puoi confrontarti di queste cose con gli altri creativi.

L’ho trovato divertente, a volte, quando i film finivano dentro a situazioni del tipo che mi fanno dire “Oh, ci sono già stato”, ma è una collaborazione pulita su più fronti. Anche per i diversi romanzi: come per esempio il romanzo di Ashoka, che ho aiutato ad influenzare, o i fumetti o i giochi.

Sono stato fortunato di lavorare al fianco di George e di imparare da lui, quindi penso che sono stato ben preparato, ed una grossa fetta della mia responsabilità è quella di aiutare a tramandare quella stessa conoscenza che lui mi ha dato a chiunque io possa, perché solo così penso che possiamo mantenere l’integrità e l’autenticità di Star Wars. Perché mentre questo è un universo in massiccia espansione, con così tanti personaggi e così tanti creativi dietro di sè, tutto fa riferimento ad un unico grande creativo, che è George Lucas.

E penso che qualsiasi artista lì fuori che voglia capire la storia debba prima guardare il materiale originale e la mano originale che l’ha partorito, ed ascoltare tutto ciò che aveva intenzione di fare, solo così si può capire e poi espandere tutto questo ed essere creativi nella propria maniera, che è ciò che ho tentato di fare con le serie che ho creato.

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Un altro grande merito di Rebels – e di Filoni – è l’aver costruito una mitologia tutta nuova intorno al concetto della Forza, ora arricchita con nuovi concetti e dimensioni interpretative. PEr Filoni, questo elemento è stato uno dei più importanti del suo lavoro:

La Forza è il fulcro più importante di Star Wars, la sua magia, e devi stare attento quando la analizzi perché non vuoi derubarla di quella misticità razionalizzandola troppo. Ma ho avuto molti confronti con George riguardo cosa fosse importante rispetto a La Forza, ed ho pensato di avere l’opportunità di approfondire alcune tematiche, di contestualizzarle per dare la possibilità alle persone di avere maggiori esempi di cosa George pensasse che fosse La Forza – la sua natura impersonale contro la sua natura egoistica, di quando la possiedi, quali risultati possa portare, e come relazionarcisi ad un livello umano.

Mi sono addentrato in ciò che pensavo fosse La Forza e di come ne parlavamo, ed in qualche modo La Forza è tutto ciò che ci circonda – la Forza della natura. Molte persone si focalizzano sul Lato Chiaro ed il Lato Oscuro attraverso i Jedi ed i Sith, che essenzialmente sono quelle persone che prendono la Forza e la usano per i loro scopi personali, a volte in modo imparziale, a volte in modo egoistico. Ma è un po’ diverso, e bisogna capire che la Forza esista al dilà dei Jedi e dei Sith. Loro non hanno il pieno ed esclusivo dominio su di essa. Dunque ho portato alcune di queste idee ad un livello un po’ più approfondito “all’aperto” come nella trilogia di Mortis e poi nella saga di Yoda in TCW.

È stato molto divertente e le persone sembravano apprezzare davvero le idee e le storie che raccontavamo. E questo, di nuovo, penso sia merito dei materiali originali e le idee fondalmentali partorite da Lucas.

Dopo aver parlato di ciò che il regista aveva in mente, dei segreti che ha voluto rivelare sulla Forza e sul processo creativo di Rebels, il focus si sposta sulle reazioni dei fan. Una delle più emblematiche – e più amate – figure di tutta la serie è senza dubbio Rex, che alcuni fan hanno voluto vedere inserito addirittura nella battaglia di Endor in Episodio VI. Filoni risponde così a questa fan theory:

Questa è una di quelle cose che ti salta all’orecchio quando sei a lavoro e ti dicono “Hey, la gente sta dicendo questo”, e quindi io sono tipo “Oh, è affascinante – non ci avevo mai pensato, è strano”. Ma su alcune di quelle cose, è come se tu stessi prendendo un personaggio che è sempre esistito come parte del Rebel Commando, e non ho voluto definirlo in una maniera precisa, se quello è Rex, non è Rex. Per qualcuno è divertente pensare che sia lui, per altri invece non è così, e sono d’accordo con entrambi i pensieri, l’ho lasciato appositamente in sospeso così da permettere a tutti di credere ciò che vogliono.

Forse sono troppo diplomatico, ma non so. Non è importante ai fini della mia storia che Rex sia o meno quel soldato. Rex può aver combattuto nella battaglia di Endor e non essere quell’uomo. Sarebbe potuto essere in qualche altra parte.

Amo il fatto che i fan possano creare connessioni e non mi piace molto dire “Mi piace quando lo fanno” perché mi sento io stesso un fan. Quindi sembra strano per me dire “Oh, queste altre persone” quando io mi sento proprio uno di loro. Perché io capisco il motivo per cui lo fanno, perché io lo faccio ogni volta che guardo qualche serie o quando penso a qualcosa e cerco di connetterle.

Quelle connessioni sono speciali e sono eccitanti quando puoi farle. Questo è il perché di quando Lucasfilm fece Rogue One e trovammo Chopper nell’hangar – è semplicemente passato. Non ha interagito con la camera, nè con R2, è semplicemente passato. La storia non riguarda lui, ma lui c’era, giusto? È nel retroscena, e così anche la Ghost, ma nessuno ha parlato della Ghost. Hera non ha avuto una parte, ma la Ghost c’era.

Io amo quelle connessioni perché penso che diano qualcosa indietro ai fan, quella profonda connessione che loro amano e quella conoscenza approfondita che hanno scoperto. E quindi quando sussultano e quando scalpitano tra di loro dicendo “Cosa? Cosa? Per cosa siete eccitati?” “Oh, non lo sai? Beh non guardi Rebels, perché c’era Chopper”. E questo è essere un fan, giusto?

E dalle teorie dei fan, si passa a come i personaggi di Rebels potrebbero trovare il loro posto nel futuro dell’universo narrativo di Star Wars:

Io guardo sempre al complesso di Star Wars, non solo su ciò a cui lavoro io. Provo ad essere informato su ogni cosa che gli altri stiano facendo e cerco piccole occasioni per assicurarmi che nessuno si stia ripetendo.  Ci sono vari livelli logici su cui devi lavorare, quindi le persone così che le persone possano ricevere sempre qualcosa di unico e pieno di significato. Ci teniamo tutti in contatto attraverso lo Story Group per cercare di essere aggiornati sul lavoro altrui. Per me è divertente, perché sono stato coinvolto in così tante cose che è bello semplicemente esserne parte.

Adesso come adesso, Resistance è un po’ differente. L’ho creato e contestualizzato, ma l’ho dato ad altre persone per farlo crescere, persone con le quali ho lavorato per lungo tempo. Penso che meritino l’opportunità di raccontare delle storie che possano essere eccitanti, ho dato loro i miei pensieri ed appunti.

Con TCW sono davvero in alto mare, perché io stesso ho bisogno di fare un passo indietro e guardare un mucchio di roba che ho creato, e guardare di nuovo La Vendetta dei Sith e L’attacco dei Cloni.

Il regista e creatore di Rebels conclude il suo intervento parlando di come sarà concepita la stagione conclusiva di The Clone Wars:

Senza entrare troppo nel dettaglio, sarebbe una vergogna aver creato tutto quel materiale [parla delle altre stagioni] e non riutilizzarlo. Quindi stiamo riguardando tutti gli scripts che abbiamo. Penso che la più grande sfida per me sia “Come possiamo rendere migliore questo show?”. E penso che questo richieda un esame di tutto il lavoro che abbiamo fatto. Dobbiamo anche provare ad onorare il lavoro di tante persone che erano coinvolte nel processo creativo.

Voglio essere sicuro che alcune delle cose che avevamo in mente vengano alla luce. Quindi è eccitante, è una grande opportunità, ma il mio focus è tutto sul come possiamo fare del nostro meglio, e dare a questa grande storia i nuovi, eccitanti episodi di cui ha bisogno. È il ragionamento che abbiamo fatto per ogni stagione di TCW.

Alcuni fan già sanno qualcosa, perché anche se il trailer è breve, ho cercato di mettere questi quattro shots per mandare un messaggio. So che lo capiranno! Penso che l’abbiano già interpretato e sviscerato per bene.

Fonte IGN

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