Johnson sulla collaborazione con lo Story Group per Gli Ultimi Jedi e sugli schemi della storia di Star Wars

Rispondendo a qualche domanda di Rolling Stone sul processo creativo seguito con Lucasfilm per Star Wars: Gli Ultimi Jedi, Rian Johnson ha parlato degli schemi che guidano la storia della Saga ma anche dell’importanza di aver potuto collaborare molto da vicino con lo Story Group.

Parlando del primo dei due argomenti:

E’ stato un vero procedimento. Ci sono molte possibilità su come affrontare la cosa… Anche solo da fan di Star Wars, si realizza che ci sono degli schemi impressi nel proprio cervello su come si pensa debba andare. E’ difficile, perché non vuoi essere guidato da quei profondi solchi ma, allo stesso tempo, non si vuole neanche prendere decisione creative per “ripicca” nei loro confronti. E’ una cosa davvero interessante. Io avevo la sensazione di dover essere consapevole di tali schemi e solchi. Anche se li avrei sovvertiti o ci avrei giocato. Si potrebbe pensare ‘Li ignoro e racconto la mia storia’ ma staresti mentendo a te stesso e probabilmente prenderesti lo stesso percorso. Dovevo invece esserne consapevole e incorporarli. Questo non poteva guidarmi ma dovevo inserirli, quasi trascendendoli, nella narrazione stessa.

Infine, sul rapporto con lo Story Group:

Da sinistra a destra: Rian Johnson, Kiri Hart, Kathleen Kennedy e Pablo Hidalgo

Volevo fortemente qualcuno con confrontarmi mentre sviluppavo la storia, anche prima di iniziare a scrivere. Per me, la cosa più temibile era dover arrivare e fare tutto da solo. Pensavo che sarei stato un Barton Fink – bloccato in una stanza e dopo due mesi aver scritto solo tre paragrafi. Era la mia più grande paura. Quindi la prima cosa che ho fatto è stata trasferirmi a San Francisco per tre mesi. Stavo ancora pensando alla storia. Io penso, penso, penso e poi prendo appunti, appunti, appunti, l’ultimo 10% è poi scrivere realmente la sceneggiatura. Prima la pianifico tutta. Quindi mentre facevo questa cosa, andavo agli uffici due volte alla settimana, mi sedevo e “vomitavo” idee e ne parlavo con Kiri Hart (guida dello Story Group) e tutto il suo gruppo.

Lo Story Group non lo ha pressoché limitato:

Era parte del processo ma, probabilmente, in modo più piccolo di quanto possiate pensare. Questo perché stavo sviluppando direttamente dopo Il Risveglio della Forza e anche perché avevo Star Wars impiantato nel mio cervello da 40 anni e stato provando a fare un film.  [… ] Conosco la mitologia in cui stiamo operando. Non ci sono state molte cose per cui sono stato rimesso in catene. Veramente, la cosa molto utile è che sono persone veramente intelligente, ottime persone di cui mi fidavo e con cui confrontarmi. Inoltre, mi hanno detto veramente poco ‘No, non puoi farlo’. Mi hanno dato molto il permesso di fare cose su cui ero in dubbio. Specialmente quando si fa un qualcosa di grande e intimorente come un film di Star Wars, anche solo avere il permesso di essere stare fuori dagli schemi penso che sia stato, più di ogni altra cosa, molto utile.

Non vediamo l’ora, finalmente, di poter vedere i frutti di questa collaborazione. A Star Wars: Gli Ultimi Jedi, scritto e diretto da Rian Johnson, mancano ormai solo pochissimi ma interminabili giorni.

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