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L'attacco dei registi mutanti from outer space

Un film anni '50: una chiave di lettura de L'Attacco dei Cloni

di Davide Canavero


     Star Wars Episodio II: L'Attacco dei Cloni, nonostante sia uscito il 16 maggio 2002, è un film degli anni '50.
     No, non sono improvvisamente impazzito. Ho solo preso atto della sensazione subliminale trasmessami da Attack, confermata anche successivamente, sottoponendo ad un attento esame la "pellicola"; termine ormai privo di senso se riferito al primo film girato interamente in digitale.
     Sì, perché il paradosso è tutto qui: non si tratta solo di un film di space fantasy uscito nel 2002, che si presupporrebbe proiettato nei linguaggi narrativi e visivi moderni (alla Matrix, per intenderci), ma innanzitutto di quello che varca una soglia storica, abbandonando la celluloide in favore degli hard disk e dei pixel, ponendosi all'avanguardia dal punto di vista della realizzazione tecnica; un film che sulla carta avrebbe dovuto proiettare il pubblico in una nuova dimensione sensoriale, offrendogli una rivoluzione visiva totale, la seconda dopo quella che lasciò il pubblico stordito del 1977.
     Perciò è doppiamente spiazzante che in un'opera talmente tesa verso il futuro si respiri un'aria così rétro.
     A cosa mi riferisco, in sostanza?
     George Lucas ha rilasciato in passato alcune dichiarazioni significative.

     Il regista ha ribadito spesso di aver voluto realizzare questi film per sé e per i suoi figli, ma in particolare per sé, come piacevano a lui; si badi bene: non si parla della saga astratta di Star Wars, qualcosa di più ampio respiro e maggiore potenziale, tuttora artisticamente sottoutilizzato, ma di questi film specifici, realizzati in questo modo da quest'autore con questo stile in questi anni (l'oggetto dell'analisi nella sezione "Storicizzazione" dell'Athenaeum), cioè il prodotto meramente registico distinto dall'universo di finzione che ha originato e che vive ormai di vita propria in altri media.

     Ebbene, l'impressione —fortissima soprattutto nei Prequel, specie Ep2— è che questi film siano fatti non per il Lucas di oggi, ma per il Lucas-ragazzo che ha dentro di sé, il quale vive ancora negli anni '50.
     Nel '97, sullo Star Wars Insider il regista affermò anche che i Prequel sarebbero stati "more soap-operish, more the story about who did what to whom and why and where it started from", più soap operistici, la storia di chi ha fatto cosa a chi e perché, e da dove è iniziato tutto; qualcosa di meno dinamico e più dialogato. Le soap opera non sono forse nate decenni fa insieme a Lucas?
     "Ma quello che realizzo con Star Wars, cosa che non penso molta gente comprenda appieno —disse sempre sulle pagine dell'Insiderè essenzialmente un film muto". Un'altra dichiarazione piuttosto scioccante, che rivela intenti registici non troppo coincidenti con le aspettative del pubblico e degli stessi appassionati.
     Ed è di pochi giorni fa l'affermazione che in Episodio III la scena della trasformazione di Anakin in Darth Vader "avrà molto a che fare col vocabolario (cinematografico) degli anni '30 / '40". Lucas guarda decisamente indietro...

     "Non lo ha sempre fatto?" — obietterà qualcuno. È vero. Ma se i battibecchi tra Han e Leia provengono direttamente dalle commedie brillanti della vecchia Hollywood, se Star Wars è nato in parte dal vagheggiamento di Flash Gordon e Buck Rogers, se l'immaginario di Indiana Jones viene pure dagli anni '30 / '40, se i pochi film della Lucasfilm di ambientazione realistica, Tucker, Radioland Murders, si collocano sempre in quell'epoca... stavolta in Episodio II c'è qualcosa in più, è possibile dimostrare che la tendenza va accentuandosi, perché è il film in sé a odorare di vecchio, visivamente, artisticamente, persino registicamente.


     A un primo livello superficiale di analisi, sono le immagini più di ogni parola a testimoniare con tutta la forza della loro evidenza l'intento del regista di fare dei Prequel, e di Episodio II in maniera particolare, dei film "all'antica".


     IL DESIGN: il retrofuturismo di Ep2


     Cominciamo allora dal design delle astronavi e degli altri mezzi, l'elemento probabilmente più evidente e dichiarato (anche nei "dietro le quinte"), quello che più scopertamente rimanda al passato, con le forme arrotondate e le superfici cromate, distaccandosi dalla tradizione di Star Wars.
     Per primo il "B-52 dello spazio", l'incrociatore naboo con il quale la senatrice Amidala arriva a Coruscant all'inizio di Ep2: il design ricorda da vicino la vecchia fortezza volante anni '50, e ancora di più la cosiddetta "ala volante", altro tipo di aereo d'epoca (che ha poi dato origine al "taglio" del moderno Stealth).





Ma già in Episodio I le navi naboo erano ispirate a vecchi aerei americani, con un tocco di art nuoveau: ecco la nave della regina.

     Il disegnatore Doug Chiang ha dichiarato, tuttavia, di essersi ispirato per questa nave agli ornamenti da cofano posizionati sopra il radiatore delle vecchie auto americane.

     Guardando attentamente quei design (che spaziano dagli anni '30 ai '50) è effettivamente possibile scoprire molti collegamenti insospettabili con astronavi e oggetti dei Prequel, come i caccia naboo N1 o persino le pistole...

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...come quella usata da Padmé sia in Ep1 che in Ep2, dalle linee curve, in puro stile naboo-rétro, che allude alle pistole a raggi della vecchia fantascienza; lo stesso dicasi delle pistole di Jango Fett in Ep2, dal disegno snello e dalla superficie, ancora una volta, cromata. O ancora la pistola stordente che è possibile vedere raffigurata sul volume Guida ai personaggi (1), la cui forma corta e panciuta è facilmente riferibile a precise tipologie di pistole a raggi antiquate, ma con una maggiore eleganza formale rispetto al modello — un merito che condivide con le astronavi e i mezzi. Nell'ispirarsi al retrofuturismo, i designer di Star Wars hanno saputo sfrondare tutto ciò che era ingenuo, goffo o pacchiano.


(segue)
pagina seguente (2), ancora design anni '50

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     Note:

(1) Star Wars Episode II: Attack of the Clones - Visual Dictionary, Dorling Kindersley/LucasBooks, 2002 (in Italia: Star Wars Episodio II L'Attacco dei Cloni - Guida ai personaggi, Fabbri Editori, 2002).





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