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(Ep2: un film anni '50)
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     L'Arte dell'allusione I: l'immaginario americano


     In quasi ogni aspetto di Episodio II questa volontà di rifarsi al passato è inequivocabilmente presente e teorizzata, come abbiamo visto per il design e come vedremo adesso.

     L'omaggio forse più scoperto e autoironico è un intero set, un'intera scena: il Dex's Diner, il baretto anni '50 nel cuore della megalopoli galattica di Coruscant, che ci suggerisce che nella galassia di Star Wars c'è posto davvero per ogni cosa, innanzitutto per i sogni di Lucas. Ed ecco allora rivivere in questa scena un'ambientazione che sembra presa di peso da American Graffiti, un'autocitazione sottolineata anche nei dietro le quinte, come nella doppia foto qui a destra, in cui Lucas si siede sotto il bancone del bar come trent'anni prima.

     Gli arredi in pelle rossa, gli sgabelli, le vetrate, le insegne... tutto ha il sapore degli anni '50; e viene anche in mente il bar di Hill Valley del 1955 di Ritorno al futuro. Non manca neppure la bellona a servire ai tavoli in "costume d'epoca".


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     Curioso che a "Dexter", località dell'Arkansas, dentro l'Oak Tree Inn esiste il "Penny's Diner" in stile anni '50 (qui sotto a sinistra)... Che sia un caso la sua assonanza con il locale di Dexter Jettster (a destra)?

     Un film particolarmente "lucasiano", dunque, con tanto di "corsa", restando in tema di American Graffiti (una scena di corsa o inseguimento non manca mai in nessun episodio di SW) e con un'altra autocitazione notevole, Kamino, che rimanda agli ambienti bianchi e asettici di THX1138, e alla sua inquietante eugenetica. Ma questo è un discorso più ampio, che riguarda la riscrittura del proprio cinema fatta da Lucas, che lascio appunto agli esperti di cinematografia.

     Ennesimo joke, ennesima goliardata interna alla produzione, nell'ottica dell'autoironia e della consapevolezza del citazionismo di tutta l'"operazione Ep2", è una delle immagini "Select" uscite nel 2000 sul sito ufficiale durante la lavorazione del film. In un fotogramma tratto sempre da American Graffiti, lo speeder giallo dell'inseguimento a Coruscant è stato inserito nel Mels Drive-In tra le auto di allora (siamo nel 1962, i modelli sono ancora quelli degli anni '50). L'aderenza di quel mezzo al design dell'epoca —come illustrato più sopra— è confermata anche dal fatto che inserito in quel contesto lo speeder viene a prima vista scambiato proprio per una fra le tante auto!


     L'Arte dell'allusione II: un film di mostri


     Non mancano esempi di omaggi visivi palesi a scene specifiche del passato (con tanto di inquadratura-citazione): basti pensare allo scontro nell'arena di Geonosis, non tanto ispirato a Il Gladiatore di Ridley Scott, come qualcuno potrebbe pensare, bensì gigantesco tributo a quel genio dell'animazione in stop motion dei film d'una volta che fu Ray Harryhausen, il "papà" dei mostri mitologici del cinema della vecchia Hollywood. La scena in cui Obi-Wan è inquadrato lateralmente mentre si appresta a scagliare una lancia contro l'Acklay ricorda varie analoghe inquadrature dei film di Harryhausen, ad esempio questa da Il settimo viaggio di Sinbad, 1958:


     Qui a sinistra un collage di immagini dai film curati da Harryhausen, fonte di ispirazione e oggetto di omaggi non solo da parte di Lucas.
     Non è un caso che nella promozione di Ep2 si sia puntato molto su questo "strizzare l'occhio" ai film di mostri degli anni '50. Lo prova la locandina della versione per i supercinema IMAX di Ep2, con uno Yoda-mostro gigante che, a mo' di Godzilla o "La donna alta 50 piedi", calpesta una vecchia città; il motto, parafrasando la celebre frase del maestro Jedi, recita: "la grandezza non conta... eccetto sugli schermi IMAX"; con tanto di grafica anni '50.

     La consapevolezza e l'autoironia di questo citazionismo trovano poi conferma anche nella grafica adottata per la selezione delle immagini dietro le quinte di Ep2 sul sito ufficiale, targate "Image Attack" con un carattere tipografico pulp-orrorifico. Viene da chiedersi quale peso abbia avuto la presenza nella realizzazione di Ep2 di una figura come Christopher Lee, celebre per le sue interpretazioni di mostri (Dracula su tutti) nel cinema del passato.

     Ricordiamo a questo proposito la non casuale caratterizzazione di quasi tutti i cattivi, come i mercanti neimoidiani, con il loro accento estremo-orientale (nella versione originale) che allude ai cinesi malvagi del cinema di serie B degli anni '30 / '50. Oppure i loro droidi da battaglia, dotati di voci sintetiche rudimentali, che rimandano all'eloquio "meccanico" dei robot degli anni ruggenti della sci-fi, a partire dal già citato Robby. O i geonosiani, forse eredi degli insetti mutanti —e giganti— dei monster movies anni '50, dominati dall'incubo nucleare. O ancora il Conte Dooku dello stesso Christopher Lee, villain caratterizzato da battute spesso smaccatamente da comic book d'epoca.

     Insomma, è un po' come se tutto andasse in quella direzione e l'intera produzione decidesse di sottolineare sempre di più l'aspetto rétro e "pulp", sia in scena sia nei materiali di contorno al film. I fan hanno fatto il resto, giocando a loro volta sulla citazione di un certo tipo di film d'epoca: ecco allora spuntare come funghi locandine-parodia brillanti. Prima di Ep2 non si era mai arrivati a tanto:


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     Non è priva di significato, poi, la somiglianza tra Geonosis e Marte: il pianeta rosso non è un modello casuale se rapportato alla vecchia fantascienza, poiché ha sempre rappresentato la frontiera dello spazio per eccellenza e il suo posto nell'immaginario sci-fi è stato centrale fin dalle origini, dalla saga di "John Carter di Marte" di E.R. Burroughs inaugurata con A Princess of Mars, 1911, modello ammesso da Lucas. La feroce società geonosiana ricorda quella di Barsoom, cioè l'antico Marte civilizzato del ciclo di Burroughs, che proprio in Episodio II sembra prendere forma per la prima volta sul grande schermo. Insomma, la parentela del pianeta starwarsiano col pianeta rosso concorre a rafforzare ulteriormente il clima di revival fantascientifico della prima ora. Se a questo sommiamo la somiglianza tra la nave di Flight to Mars, come visto più sopra, e lo yacht naboo col quale Anakin e Padmé giungono proprio a Genosis-Marte... non occorre molto altro per convincersi che nulla è casuale.
     Finita qui? No. Prendiamo Angry Red Planet, 1959 (it. Marte distruggerà la Terra): che dire di questo mostro marziano aracnide che ricorda tanto l'Acklay dell'arena geonosiana?

     Quel film, oggi conosciuto solo tra i cultori del trash, fu realizzato con una tecnica particolare, il Cinemagic, che dava all'immagine un aspetto onirico e che non può non aver attirato l'attenzione di Lucas, da sempre interessato alla sperimentazione tecnica in campo cinematografico. Le scene marziane avevano un filtro rosso molto pesante; sarà allora un caso che —oltre alla concomitanza di quel mostro e di guglie rocciose pressoché identiche, come si vede dalla foto— anche in Ep2 tutte le scene all'aperto su Geonosis siano sottoposte a un filtro rosso-marziano un tantino troppo marcato per non essere voluto, come in quel film?


(segue)
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