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THE CLONE WARS
episodio 2, "Rising Malevolence"


di Davide G. Canavero



Trama:

Tragiche notizie di flotte della Repubblica annientate senza lasciare testimoni giungono ad allarmare i Jedi e il Cancelliere Supremo. L'ultimo a imbattersi nell'arma segreta dei Separatisti responsabile dei brutali assalti è il maestro Plo Koon, giunto nel sistema di Abregado con l'esplicito mandato di indagare, col supporto di una flotta di tre incrociatori classe Venator. Il Jedi si trova davanti una gigantesca nave nemica di tipo inedito comandata dal Generale Grievous e con la presenza dello stesso Conte Dooku a bordo.


Segnalata la propria posizione, Koon tenta di chiedere rinforzi al Generale Skywalker, di stanza nel vicino sistema di Bith, ma i Separatisti disturbano le comunicazioni. Anakin è tentato di prestare aiuto e tuttavia si sente vincolato ai pareri del Consiglio e di Palpatine. La giovane Ahsoka appare molto ansiosa di accorrere in soccorso del maestro Plo, con il quale ha scambiato un saluto intimo, ma Skywalker le impone il silenzio e l'obbedienza.


Intanto l'incrociatore di Plo Koon affronta la Malevolence, che però non è a portata di tiro. La nave separatista, a quel punto, attiva per ordine del Conte Dooku la sua arma segreta, un cannone ionico capace di emettere una gigantesca ondata di energia ionizzata, tanto potente da travolgere più navi stellari insieme disabilitandone tutti i sistemi e rendendole indifese, per poi investirle con tutta la potenza di fuoco dell'incrociatore.


Il micidiale attacco non risparmia neppure la flotta di Plo Koon, i cui incrociatori, bersagli inerti e facili da abbattere, vengono letteralmente fatti a pezzi.


Il maestro Jedi riesce a fuggire insieme ad alcuni cloni e al suo ufficiale Wolffe a bordo di gusci di salvataggio; ma anche questi vengono decimati in mezzo alla carambola di relitti e colpi nemici. Inoltre il guscio in cui Plo Koon, Wolffe e altri due cloni si trovano è ormai anch'esso privo di energia, condannando i suoi occupanti a morire appena esaurita l'aria; e senza poter comunicare con l'esterno.
Per volontà dell'inflessibile e crudele Conte Dooku non è concesso ai sopravvissuti di tornare a casa, poiché la natura della nave segreta deve rimanere un terribile mistero senza testimoni.
Squadre di droidi vengono lanciate tra i relitti della flotta distrutta alla ricerca di sopravvissuti da uccidere uno ad uno. I gusci di salvataggio vengono scoperchiati uccidendo gli occupanti.


Nella loro comunicazione con Anakin, il Cancelliere Palpatine, Yoda, Mace Windu e Obi-Wan, appresa la notizia della distruzione della flotta di Plo Koon, propendono per negare l'assenso alla missione di soccorso: Ahsoka, in apprensione per l'amico Plo Koon, nel meeting olografico osa contraddire i suoi autorevoli interlocutori, orientati a non lasciar abbandonare ad Anakin la sua posizione correndo inutili rischi per salvare ipotetici sopravvissuti che, stando ai precedenti attacchi, l'arma segreta dei separatisti non lascia mai. La padawan insiste nel dire che non è detto che questa volta non possano esserci dei superstiti. La sua insolenza viene garbatamente notata e Obi-Wan ironizza sul fatto che è la degna allieva di Anakin. Questi si scusa per il comportamento dell'irruenta padawan, tentando di insegnarle a stare al suo posto come lui stesso, fino a poco tempo prima nel ruolo di apprendista, non aveva sempre saputo fare. Poi ordina all'ammiraglio Yularen un dispiegamento della flotta e si avvia a una missione a bordo della Twilight pericolosa e sospetta, ma impone al militare di obbedirgli.


Nel guscio di salvataggio alla deriva presso Abregado, Plo Koon spinge i cloni a tentare un ripristino dei sistemi del mezzo. Wolffe si chiede se ci siano delle possibilità ma il Jedi risponde di non credere nelle possibilità e nelle statistiche, solo nella determinazione di farcela lavorando insieme. Un altro clone obietta che, strategicamente, le loro vite non hanno valore e che si possono affrontare rischi solo per inseguire la nave misteriosa. Ma Plo Koon afferma con gravità che le loro vite, anche se sono cloni, per lui valgono più di qualunque altro obiettivo militare. Quando scorgono un'altra capsula le loro speranze si accendono: ma Plo Koon la fa ruotare usando la Forza solo per scoprire che è stata scoperchiata uccidendone gli occupanti. Qualcuno dà la caccia ai sopravvissuti con perversa determinazione.
Intanto Anakin e Ahsoka si allontanano dalla flotta. La padawan è mortificata e vorrebbe spiegare al suo giovane maestro perché ha perso il controllo, ma prima di riuscire a parlare si accorge che questi l'ha condotta proprio nel sistema di Abregado: è sorpresa che egli abbia infranto le regole dopo averla rimproverata. Skywalker spiega che il modo di eseguire gli ordini del Consiglio è lasciato alla loro discrezione e che occorre rispetto, diplomazia. Il "come" conta molto e Ahsoka ha sbagliato proprio in quell'aspetto. Anakin non ha minor desiderio di lei di cercare superstiti.


Nel guscio di salvataggio di Plo Koon, intanto, i cloni riattivano i sistemi giusto in tempo per captare il segnale di soccorso di un'altra capsula in quel momento sotto attacco da parte delle squadre di droidi a caccia di superstiti. La navetta cacciatrice di gusci, dotata di grosse pinze, schiaccia la capsula e i droidi la scoperchiano tagliandone il portello. Il Jedi e i suoi tre compagni di sventura ascoltano in diretta con orrore la morte degli altri, risucchiati nel gelido vuoto spaziale.
Anakin prepara Ahsoka all'eventualità di accertare la morte di Plo Koon e lei spiega il motivo del suo affetto per lui: fu Plo a trovarla e a portarla al Tempio Jedi e così lei ora spera di poter restituire il favore trovando lui e portandolo in salvo. Ma Obi-Wan contatta i due e, scoperta la loro deviazione, li spinge a tornare per le cruciali missioni di scorta. Nel momento in cui R2-D2 intercetta qualcosa, la squadra di droidi assassini si dirige verso la capsula di Plo Koon e dei tre cloni. Il maestro Jedi dedide allora di affrontare i droidi direttamente, nello spazio, grazie al fatto che la sua fisiologia di kel dor gli consente di resistere brevemente nel vuoto. Plo accende la sua spada laser mentre i cloni in armatura sparano ai droidi; intanto la pinza della navetta da caccia inizia a schiacciare la capsula provocando la fuoriuscita della poca preziosa aria.


Tra la capsula e la Twilight si stabilisce un breve contatto, ma il segnale è debole e il tempo stringe. Plo Koon spinge il clone Sinker con la Forza nel vuoto spaziale oltre la linea dei droidi nemici e poi lo frena, consentendogli di sparare loro alle spalle; e infine lo recupera. Il Jedi e i due cloni soldato rimangono all'esterno, mentre Wolffe dentro la capsula respira ciò che resta dell'aria.


Obi-Wan rivela al Consiglio e a Palpatine che Anakin è in missione senza permesso per cercare Plo Koon, ma almeno ha disobbedito senza distogliere dalla missione principale tutta la sua flotta: è in viaggio da solo con Ahsoka. Palpatine contatta privatamente Anakin e gli riferisce che i Jedi sono furiosi per il suo comportamento: deve tornare subito al suo dovere, anche se il suo gesto è nobile.
Proprio mentre i cloni e Anakin sembrano aver perso le speranze, Plo Koon e Ahsoka avvertono la reciproca presenza e la padawan assume con irruenza il controllo della Twilight dirigendola verso il suo amico. Mentre il maestro Plo incoraggia i cloni dicendo che per lui essi non sono affatto delle pedine sacrificabili, il soccorso tanto atteso arriva e tutti vengono tratti in salvo sulla nave di Anakin.


Ripresosi, Plo Koon spiega ad Anakin e Ahsoka che l'arma segreta dei separatisti è un gigantesco cannone a ioni. Ma, prima che possa finire, la Malevolence appare sugli scanner: tutti i sistemi vengono spenti affinché la Twilight sia scambiata per uno dei relitti resi inerti dall'ondata ionica. Anche R2-D2 viene spento. Ma il droide medico di bordo 2-1B che sta curando i cloni viene dimenticato acceso e tanto basta ai sensori dell'incrociatore separatista per individuare la nave dei Jedi. Non resta che riaccendere tutti i sistemi e tentare la fuga il prima possibile. La Malevolence si riposiziona per poter colpire: Dooku ribadisce di non volere testimoni. Sulla Twilight R2-D2 viene riacceso per poter calcolare rapidamente le coordinate di un salto iperspaziale d'emergenza verso una destinazione qualunque, mentre la nave attraversa il campo di relitti. Dall'incrociatore parte un colpo a ioni: Anakin pilota tra i resti delle navi distrutte ma l'ondata micidiale si avvicina. Alla fine arrivano le coordinate e la Twilight schizza nell'iperspazio.
Il Generale Grievous ha fallito, deludendo Dooku: ora la Repubblica saprà qual è la natura dell'arma segreta dei Separatisti.
Tornati alla flotta, Anakin attribuisce ad Ahsoka il merito di aver creduto nella possibilità di salvare qualcuno. Plo Koon ricorda che è tempo di fare rapporto al Consiglio e Anakin costringe Ahsoka a seguirlo perché, dopo i successi, dovrà spartire con lui anche i guai e i rimproveri.



Commento:

Il secondo episodio vede il debutto di quelli che, in linea di massima, sono i protagonisti della serie animata, cioè Anakin e la giovane Ahsoka. Questa volta, data la natura della minaccia separatista, ci troviamo nello spazio e bisogna dire subito che si tratta di un ritorno gradito. Nei Prequel le avventure prettamente "spaziali" erano state ben poche e la possibilità di provare paura, sopportare l'attesa e vivere avventure nel magico vuoto dello spazio insieme ai personaggi è un'esperienza che, nelle modalità che qui vediamo, ci mancava fin dai tempi di Empire. La poetica dello spazio ha un suo fascino che per troppo tempo era stato dimenticato in favore di avventure sempre molto "terrene", pur nella varietà straordinaria degli ambienti dell'universo starwarsiano. Dave Filoni sembra aver capito quest'esigenza e nell'arco narrativo della Malevolence (ep. 2-4) ci porta proprio nell'oceano buio del cosmo.
Postilla di questa scelta stilistica e ambientale è il primo utilizzo di una spada laser nel vuoto dello spazio e una curiosa scena di combattimento "zero-G" che combina un uso creativo della Forza e delle armi.
La storia vede sulla scena di guerra il Conte Dooku in persona, la cui malvagità nel cacciare e sterminare gli esseri umani è degna del tolkieniano Saruman (complice il comune volto di Christopher Lee al cinema). Non si limita a ordinare che siano eliminati tutti i testimoni ma pare desideroso che essi siano uccisi uno ad uno come formiche insignificanti. A questo atteggiamento fa eco, con effetti comici ma al tempo stesso sinistri, la malvagità compiaciuta dei droidi che canticchiano nell'avvicinarsi alle capsule con i cloni superstiti con l'intento di scoperchiarle per farli morire. Potrà apparire grottesco, ma quando i malcapitati vengono risucchiati nel vuoto gelo cosmico tra urla strazianti il dubbio di assistere a una serie d'animazione per bambini è fugato.
Non c'è rispetto per la vita né per i droidi. Chi serve la Repubblica, al contrario, ci viene mostrato rispettoso dei droidi e ovviamente delle vite umane, anche quando si tratta di cloni. Questo tema viene ripreso dopo essere stato al centro della bellissima scena del primo episodio, in cui Yoda aveva insegnato ai suoi tre cloni l'importanza della loro unicità. I cloni aggrappati nello spazio all'esterno del guscio di salvataggio, non tanto disperati quando piuttosto completamente rassegnati, credono che nessuno verrà a recuperarli poiché essi sono per definizione sacrificabili: "non per me", sottolinea Plo Koon, che già aveva detto che per lui le loro vite contavano più degli obiettivi militari.
Ma anche i droidi ricevono rispetto e non sono ritenuti sacrificabili: il droide medico che non viene spento e che è il responsabile incolpevole dell'individuazione da parte della Malevolence non solo non viene distrutto ma neppure maltrattato. La colpa non è sua, la dimenticanza è umana e la sua calma voce sintetica invita alla magnanimità. È evidente il contrasto con la grottesca violenza con cui il generale Grievous e Asajj Ventress scaricano le proprie frustrazioni sui droidi facendoli a pezzi come giocattoli antistress.
Un altro momento che potrebbe essere sfuggito ad alcuni è il tono che Anakin usa con il compassato ammiraglio Yularen quando gli impartisce ordini: forse fatichiamo a stabilire il collegamento ma quel ragazzo è il futuro Darth Vader e sta comandando ufficiali sul ponte di una nave che è l'antesignana degli Star Destroyer. Il piglio sicuro c'è; per il vizio di strangolare chi lo delude bisogna ancora attendere qualche anno.
Un altro riferimento alla Trilogia Classica è la sigla del guscio di salvataggio assaltato prima di quello di Plo Koon: Pod 1977, come l'anno di uscita di A New Hope.
Si può ancora notare il sarcasmo "britannico" di Obi-Wan che di fronte al Consiglio commenta l'insolenza di Ahsoka dicendo che sta imparando da Anakin; lo stesso impassibile Jedi più avanti svela la disubbidienza di Skywalker al Consiglio. Ma in fondo comprende e scusa il gesto, anche se non può ammetterlo; esattamente come Anakin fa con Ahsoka, tentando di farle capire che apertamente il protocollo si deve rispettare, ma che poi è possibile seguirlo in maniera... creativa.
L'episodio è brillante e unisce il fascino misterioso dello spazio e dell'attesa con scene di azione non scontate, portando avanti la bellissima tematica dell'importanza che i cloni come creature rivestono per i Jedi. Una questione che suscita sentimenti di tristezza, nella sua ironia tragica, pensando a quale sarà l'esito futuro della guerra, con il tradimento involontario dei cloni, costretti a tradire chi tanto li aveva protetti, valorizzati e amati come esseri unici nella Forza.








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