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Amore e morte:
il paradosso di Anakin Skywalker


di Francesco Vacca


     Lo abbiamo conosciuto come il Dark Lord of the Sith, spietato e terribile, che può dare la morte con un solo gesto della mano ed i prequels ci hanno mostrato la caduta dell' "angelo" verso la spirale del male, attraverso stragi - anche - di innocenti.
     Eppure l'intera vita di Anakin Skywalker / Darth Vader è stata guidata e dominata dall'amore.

     Dopo quasi tre lunghi decenni, Lucas ha ora finalmente completato quel cerchio che aprì con A new hope nel 1977. La sua Esalogia, ora compiuta, ci mostra le parabole, discendente ed ascendente, che ha percorso il Chosen one nel cammino della sua vita, un percorso costellato di stragi ed uccisioni. Eppure, ed è questo il meraviglioso paradosso del Prescelto, tutto il male compiuto nella sua tragica vita è stato causato dall'amore.

     Episode I - The phantom menace
     Il piccolo Anakin Skywalker "dà senza pensare alla ricompensa" come dice sua madre. È un bambino profondamente buono ed altruista ed è in questo primo episodio che abbiamo modo di scoprire i suoi forti legami: l'amore profondo che lo lega alla madre, l'affetto per Padmé, che diverrà un giorno amore romantico, e la grande ammirazione per Qui-Gon Jinn, il padre che non ha mai avuto.
     Prima della fine del film, Anakin perde il primo di questi tre fondamentali legami: Qui-Gon, l'uomo che lo aveva strappato al triste destino di schiavo su un pianeta desertico, che aveva avuto fiducia in lui, che gli aveva aperto le porte della vita e che si era infine preso l'impegno di condurlo sulla via dei Jedi. Il maestro, che si era messo contro il Consiglio pur di poterlo addestrare, muore, tragicamente ucciso dal Signore dei Sith Darth Maul.
     Emblematiche le parole del piccolo ai funerali del grande maestro Jedi, rivolte al giovane neo Cavaliere Obi-Wan Kenobi. Di fronte alla pira che sta bruciando il corpo di Qui-Gon, il piccolo Anakin chiede: "Che cosa sarà di me ora?"

     Sapere che proprio il giovane Jedi sarà il suo Maestro non sembra alleviare affatto la pena del bimbo, che ha appena perso chi per lui era quanto di più vicino ad un padre potesse esserci.
     Anakin, che ha solo nove anni, nulla può contro il dramma della morte: non può fare altro che piangere il Jedi.

     Episode II - Attack of the Clones
     Passati dieci anni dagli eventi di The phantom menace, vediamo il giovane Anakin come un potentissimo allievo padawan che, proprio in virtù delle sue abilità sopra la norma, è sottilmente arrogante e presuntuoso, pur essendo ancora questi atteggiamenti entro "limiti di tolleranza". I due legami affettivi più grandi, da sempre rimasti saldamente nel suo cuore, destabilizzano però l'incauto animo dell'apprendista Jedi. Da qualche tempo, infatti, le sue notti sono tormentate da angoscianti incubi in cui vede soffrire sua madre; non gli è d'aiuto in questo frangente un Obi-Wan che altro non gli dice se non che "col tempo i sogni passeranno".
     A complicare la delicata situazione di Anakin è però anche la vicinanza di Padmé a cui, dopo dieci anni, è di nuovo vicino essendo stato assegnato alla sua protezione, con il maestro Obi-Wan, dopo i tentativi di assassinio a lei rivolti.
     Tra Anakin e Padmé sarà l'amore, nonostante le iniziali resistenze di lei, che ben vedeva le conseguenze negative di un unione di un Jedi ed una senatrice, entrambi investiti di importanti ruoli. Ciò che, però, più destabilizzerà - sconvolgendolo - l'animo di Anakin sarà la perdita della madre.
     Proprio il traumatico evento segna l'inizio della catabasi del giovane Jedi: la madre muore tra le braccia del ragazzo, che nulla può fare per salvarla anche se sarebbe suo più grande desiderio "impedire che la gente muoia". Ma i suoi atti saranno esattamente opposti alla sua apparente volontà. Non avendo potuto impedire la morte dell'amata genitrice, il giovane si lancia in una spietata ed efferata vendetta contro i predoni tusken sequestratori e - di fatto - assassini della madre.

     E per la prima volta, qui, si rivela il paradosso anche se ancora non in tutto il suo significato: l'amore profondo ma egoistico per la madre, il desiderio di dare e mantenere la vita, non realizzato, divengono fonte di delitti atroci, resi ancora più gravi dal fatto che a compierli è stato un padawan Jedi.
     Per la prima volta l'amore, attraverso Anakin Skywalker, diviene fonte di morte.

     La morte di Qui-Gon aveva riempito di sconforto il cuore del piccolo Anakin, ma egli non poteva nulla, se non piangerlo.
     La nuova perdita, quella della madre, instilla nel giovane un desiderio insano, contrario a quelli che sono i principi dei Jedi: un Cavaliere del Lato Luminoso della Forza deve saper accettare il distacco, la perdita dei cari (ecco perchè l'amore esclusivo ed egoistico non è consentito ai membri dell'Ordine). Anakin non è capace di tutto ciò. I suoi grandi poteri contrastano con quello che, in fondo, è ancora l'animo del piccolo schiavo di Tatooine, il bimbo che diceva alla madre "Io non voglio che le cose cambino".
     Promette a se stesso e alla madre defunta, sulla sua tomba, di non fallire mai più.

     Episode III - Revenge of the Sith
     L'ultimo capitolo del primo dei due atti della Saga degli Skywalker: le basi poste dai due episodi precedenti portano qui al triste epilogo.
     Anakin, l'eroe senza paura della Guerra dei Cloni, è ora un cavaliere Jedi, "the best starpilot in the galaxy and a cunning warrior" come dirà diciannove anni dopo Obi-Wan a Luke. I poteri del giovane Skywalker sono ormai immensi, tanto da essere considerato il più grande Jedi vivente e - forse - di tutti i tempi.
     Non è un problema eccessivo, quindi, per il Prescelto, sconfiggere il Signore dei Sith Darth Tyranus. Lo sono piuttosto le annesse questioni psicologiche. Una volta che Dooku, privo di entrambe le mani, si trova in ginocchio davanti al giovane Jedi, egli cede troppo facilmente ai dannosi consigli di Palpatine.
     "Uccidilo!" ordina il Cancelliere Supremo, il grande burattinaio che sta tradendo l'apprendista Dooku, in un tono che non ammette repliche ma che, in realtà, permette ad Anakin di cedere alle sue malvagie - e in parte nascoste persino a se stesso - intenzioni.
     Anakin sa che la via di un Jedi non prevede l'uccisione deliberata di un nemico che ormai è stato reso impotente. Ma la pressione del Cancelliere lo libera dai debolissimi freni che i dettami dell'etica Jedi rappresentano per lui: vince in Anakin il desiderio di vendetta per la perdita del braccio, amputato proprio da Tyranus tre anni prima su Geonosis: il conte cade, decapitato da Anakin che, emblematicamente, stringe tra le mani non solo la sua spada da Jedi, ma anche quella del conte, una spada laser Sith dalla lama scarlatta.

     Se, da una parte, Anakin è tacitamente divorato da pensieri oscuri e vendicativi, da inconfessate colpe di cui - in parte - riconosce la gravità, dall'altra è ancora e sempre il buon Annie, che ama profondamente e senza freni le persone a lui care: Obi-Wan, il "fratello" nella Forza, il suo migliore amico. E Palpatine, il paterno Cancelliere che si è preso cura di lui fin dall'arrivo su Coruscant.
     E soprattutto ed oltre ogni limite il suo "angelo", Padmé, che ha per lui una notizia tanto bella quanto pericolosa per la loro relazione segreta: l'arrivo di un figlio.

     I semi gettati dal male nell'animo di Anakin nei precedenti episodi, sotto forma di tristezza, dolore, sofferenza e poi ira e vendetta, qui germogliano. Anakin di nuovo sogna, come quando vedeva la sofferenza di sua madre. Questa volta, però, vede la morte dell'amata Padmé. E decide di tener fede alla promessa fatta tre anni prima: si impegna a non fallire, ad impedire che la gente muoia.
     Ed è Palpatine che - dopo aver organizzato il proprio rapimento per riportare Skywalker su Coruscant - offre al Jedi la soluzione. Con maestria - dopo aver instillato nel giovane dubbi sull'integrità dei Jedi ed aver scalfito la sua fiducia in loro - introduce al giovane la misteriosa "leggenda Sith" di Darth Plagueis "il saggio" colui che aveva una tale padronanza del Lato Oscuro da poter indurre la Forza a creare la vita. Egli, racconta Palpatine, sapeva impedire il sopraggiungere della morte, ma ironicamente non fu in grado di salvare se stesso dal suo apprendista, che lo uccise dopo aver appreso i suoi poteri. Ma, tali poteri, non possono essere appresi da un Jedi.
     Il gioco di Sidious è fatto: ormai Anakin ha perso la fiducia nei Jedi ed ha un assoluto bisogno di quei poteri; il Cancelliere può rivelarsi ad Anakin come il misterioso Darth Sidious.

     Il giovane denuncia la scoperta a Mace Windu che corre ad arrestare il Sith con i compagni Jedi Agen Kolar, Saesse Tiin e Kit Fisto.
     Mentre si consuma la lotta tra il Dark Lord ed i quattro maestri Jedi, si consuma, nell'animo di Anakin anche l'angoscioso tormento che lo mette di fronte ad una scelta impossibile: la fedeltà ai Jedi contro l'amore per Padmé.
     Annie ama il suo angelo con tutto se stesso, da sempre e fino a quando avrà respiro. E compie la sua decisione, ammettendo anche a se stesso, infine, la strada che ormai da tre anni ha intrapreso: quella che conduce al Lato Oscuro.
     Aiuta Palpatine a disfarsi del prode Maestro Windu e per un attimo la sua coscienza ancora fa capolino: un ultima volta, ancora, si chiede "What have I done?".
     Ma ciò che ha fatto, ormai, non si cancella. Anakin si inchina di fronte a Sidious per diventare definitivamente un Sith, con il nome di Darth Vader.
     Ed egli comanda: distruggere i Jedi. Mentre i soldati-clone obbediscono al comando per cui davvero furono creati, l'Ordine 66, Anakin distrugge quei Jedi rimasti sul pianeta e, soprattutto, senza ormai pietà, i piccoli padawan.

     L'epilogo dei delitti di Vader è su Mustafar, il pianeta lavico su cui si trovano i leader separatisti. Il nuovo Dark Lord mette fine alla guerra con la loro morte.
     E infine, tra la lava del pianeta infernale, piange dai suoi occhi dall'iride di colore giallo - gli occhi di un Sith - osservando un punto lontano, vittima della sua tragedia interiore. E potremmo chiederci, qui, quante volte, nel futuro, nascosto dalla maschera nera, Vader avrà pianto, non visto, osservando le stelle lontane dal ponte del suo Star Destroyer, vittima di se stesso e del suo male.

     La spirale distruttiva in cui è entrato, di cui è vittima e creatore allo stesso tempo, finisce infine per investire i suoi stessi cari: Obi-Wan, maestoso e commovente, che lo ama come un fratello, è costretto a combatterlo, ma soprattutto, il male causato da Vader andrà a colpire colei per la quale ha compiuto quelle scelte.
     La via dei Sith è la via dell'egocentrismo. Non vi è spazio per l'amore nel cuore nero di un Dark Lord. Ma questo Anakin lo scopre troppo tardi, quando si trova a strangolare la povera Padmé, che piange il fatto che il suo Annie non c'è più, trasformato in qualcosa che ormai non ha più nulla a che vedere con lui.

     La donna muore dopo aver messo al mondo i figli suoi e di Anakin, Luke e Leia, ma non per le conseguenze del parto: il paradosso di tutta la catabasi di Anakin è che l'aver agito per impedire di morire a colei che amava, oltre ad essere stata una strada lastricata di cadaveri, ha portato infine proprio alla morte di Padmé, il cui cuore non regge lo strazio ed il dolore per le scelte dell'amato.

     E Vader, rinato dopo il mortale scontro con Obi-Wan dentro la nerissima armatura di sostentamento vitale, non può che urlare tutto il suo dolore alla notizia datagli da uno sghignazzante e soddisfatto imperatore Palpatine, che ha appena piegato definitivamente alla sua volontà il Prescelto della profezia Jedi.

     Episode IV - A new hope
     Anakin, ormai, non è più. Darth Vader, dopo vent'anni di sudditanza al Lato Oscuro della Forza e di vita nel sistema di sostentamento, è ormai una fredda e spietata macchina di morte. Lo strazio per la morte di Padmé, per cui ha fatto il suo "patto con il diavolo" lo ha reso ormai "più una macchina che un uomo", esecutore senza sentimenti della volontà del suo oscuro maestro.
     Il Dark Lord è ora ai vertici del sistema militare imperiale, secondo solo al suo Maestro Palpatine / Darth Sidious ed al Gran Moff Tarkin.
     Ma vent'anni di caccia ai Jedi superstiti al massacro del Tempio non hanno evidentemente placato la sete di vendetta di Vader nei confronti del suo vecchio mentore, forse ultimo sentimento umano, per quanto oscuro e terribile, che Vader prova. Quando lo sente vicino, sulla Death Star, il suo obiettivo totalizzante diviene quello in cui ha fallito vent'anni prima, e che lo ha ridotto un moncherino d'uomo, carbonizzato dalla lava di Mustafar.
     All'incontro tra il vecchio Jedi ed il Sith, si consuma il secondo atto di un duello iniziato due decenni prima. E questa volta le sorti sono invertite: Obi-Wan soccombe (sia pure di sua volontà) alla spada scarlatta di Vader, che ha la sua vendetta.

     Anche il fratello Jedi, ora, è divenuto vittima del male di Anakin, il male nato per amore.

     Episode V - The Empire strikes back
     Nell'episodio in cui più vediamo la tremenda crudeltà di Vader nei confronti dei sottoposti militari imperiali, come nei confronti di ribelli (si pensi alle tremende sofferenze inflitte a Han e, di riflesso, a Leia) paradossalmente inizia quel percorso di anabasi di Anakin, che lo riporterà alla luce.
     Al comando dell'imperatore di uccidere il figlio di Anakin, Luke, che sta intraprendendo le vie dei Jedi, Vader osa timidamente opporsi: "se potesse essere portato a noi diventerebbe un potente alleato".

     È l'amore, di nuovo, che guida gli atti del Prescelto. Perduti Qui-Gon, Shmi e Padmé, l'amore, questa volta di un padre verso il figlio. Ed è l'amore che riporta nell'inumana macchina di morte qualcosa di quell'Anakin di un tempo, che sapeva amare e dava "senza pensare alla ricompensa".
     Quando i due si scontreranno, a Cloud City su Bespin, Vader dirà al figlio la verità, con il celeberrimo e straziante "Io sono tuo padre!".
     Luke, eroico, non si lascerà però piegare dal peso della rivelazione e preferirà scegliere la morte (da cui poi, però, si salverà) all'unione con il padre malvagio, lasciandosi cadere nel baratro della struttura della città sospesa.
     Vani saranno gli ultimi tentativi, tramite contatti telepatici, dell'Oscuro Signore, di far unire a sé il figlio, per rovesciare il dominio di Palpatine e governare insieme la galassia, come più di vent'anni prima propose all'amata Padmé.

     Episode VI - Return of the Jedi
     L'atto finale. Il completamento dell'anabasi del Chosen One, il compimento della profezia, la chiusura del cerchio.
     Nonostante gli appelli di Yoda e dello spirito di Obi-Wan a Luke, perché uccida il padre "contorto e malvagio" e metta fine al male, il giovane eroe è deciso a tentare di salvare l'anima di colui che un tempo era Anakin e, perché questo avvenga, rischia la sua stessa vita.
     Alla fine, ancora l'amore, l'amore di Anakin Skywalker per il figlio Luke, guiderà gli atti di Anakin, portando alla completa e finale redenzione il Signore dei Sith; ed ancora una volta l'amore, attraverso Anakin / Vader porterà ad un'altra morte, quella dell'Imperatore.
     Il paradosso nel paradosso è che, come Jedi, agendo per amore ha sempre fallito, portando così alla morte, spesso, i giusti e gli innocenti. Come Sith, invece, risorge annullando Vader, uccide Palpatine / Sidious, il male incarnato, e arriva a sacrificare la sua stessa vita per quella di Luke.
     La differenza tra i due momenti della vita di Anakin / Vader è che all'atto di distruggere i Sith, come Sith anch'egli, compie un atto giusto e in questa circostanza, attraverso la morte perpetrata per amore, davvero salva l'oggetto dei suoi sentimenti, il figlio, oltre che la galassia intera e, non ultimo, la sua stessa anima, riscattando così se stesso.

     Anakin come Jedi, prima della sua caduta al male, amava senza riuscire ad accettare la morte, il distacco dal corpo fisico di coloro cui era legato. Dovrà imparare la fondamentale lezione dal figlio che, invece, sarà pronto a sacrificare la sua vita terrena per l'anima del padre.

     Anakin, guidato, forse dominato, dall'amore in tutta la vita ed in ogni sua scelta è divenuto, a causa dell'amore il più grande assassino e sterminatore della galassia. Lo stesso Anakin che altro non desiderava, in fondo, che impedire alla gente di morire, e che ha visto invece morire quasi tutti coloro che amavano, a volte addirittura causandone la morte con i suoi atti stessi.
     È questo il grande e commovente paradosso di Anakin Skywalker, il Prescelto della profezia (NdDC: quello che, senza tema d'esagerazione, si profila ormai come il più grande personaggio di tutti i tempi).







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