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Un memorabile futuro: Star Wars e i comics

di Filippo Rossi


     Prologo

     Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana... L'avventuroso Luke Skywalker, giovane contadino di Tatooine, e l'ardito Han Solo, capitano del Millenium Falcon, lottano insieme contro il malvagio Impero Galattico e Darth Vader, Oscuro Signore dei Sith, per liberare la bellissima Principessa Leia, loro prigioniera. Con l'aiuto di due simpaticissimi droidi e di un gigantesco wookiee peloso, i due eroi si lanciano contro la temuta Morte Nera, immensa e terribile stazione da battaglia imperiale. E Luke scopre dal vecchio Cavaliere Jedi Obi-Wan Kenobi il mistico segreto della Forza... Per compiere il destino suo e quello di un intero universo.
     Questo (e molto di più) è Guerre Stellari! Ma come, tra principesse e dark lords e cavalieri spaziali... non sembra una di quelle saghe fumettistiche anni '50? Tanto per citarne una a caso, Flash Gordon? Sembra e, per certi versi, lo è. George Lucas stesso l'ha detto e ridetto: 'Star Wars sono io, quando avevo una decina di anni e divoravo le mie collezioni di fumetti.' (1)
     E noi, si sa, ormai crediamo a qualsiasi cosa dica Mister Star Wars.

     Schematizziamo al minimo

     OK, la chiave di lettura scelta qui per affrontare la Saga (tra le infinite disponibili) sarà la chiave dei fumetti.
     Tanto per rendere le cose più chiare possibili, partiamo con uno schema (tra gli infiniti realizzabili) del percorso creativo di Guerre Stellari. E' vero, solo dal punto di vista dei fumetti, ma come direbbe "Ben" Kenobi: 'le verità che affermiamo come tali sono spesso frutto di un nostro punto di vista.'

     In origine, con molte altre fonti di ispirazione, temi e idee, vi sono i mitici comics americani di fantascienza anni '40 e '50 (ne cito tre: il Flash Gordon di Alex Raymond, il Buck Rogers di Nowlan e Calkins, il Jeff Hawke di Sydney Jordan).
     Quindi si avvia, si realizza e si compie la fantastica parabola di Star Wars, dal 1973, anno delle prime stesure del soggetto, al 1983 del completamento della Trilogia Classica.
     Si diramano poi tre principali sentieri produttivi ispirati ai tre film epocali:
1. i comics filmici (per tutti, l'Incal di Moebius - Jodorowski);
2. i film comics (dall'Indiana Jones di Spielberg a Willow di Howard, da Superman di Donner a Conan di Milius);
3. i veri e propri Star Wars comics.
     Questi ultimi si dividono a loro volta in tre categorie, più o meno importanti:
I. le versioni a fumetti dei film della Trilogia, che, guarda un po', eccetto pochi casi (tra i quali la splendida recente versione manga), sono di relativa qualità;
II. le strips e le serie Marvel anni '80, in fondo un omaggio alle già leggendarie pellicole originali e principalmente valida palestra professionale per alcuni dei più grandi nuovi autori del fumetto americano;
III. e soprattutto le grandi saghe Dark Horse anni '90... Complesse, ambiziose, di successo.

     Vedremo meglio più in là cosa diavolo sono i Star Wars comics.
     Per ora basti sapere che sono proprio il trionfo economico ed il valore artistico di queste ultime grandi saghe anni '90 uno dei motivi per il ritorno con rinnovato furore creativo del demiurgo Lucas tra le stelle. Dopo, non dimentichiamolo, 16 (16!) anni. E' infatti in questo lungo e complicato 1999 che l'Episode 1 vede la luce. Un film che nasce dal tesoro dei dieci anni di saghe fumettistiche della Dark Horse, come detto, ma anche dal tesoro dei comics filmici, dal tesoro dei film comics, come del resto dal vecchio tesoro dei soliti comics anni '40 e '50.
     Lord Vader: 'il cerchio è ora completo.'

     I film

     Primo: i contenuti

     L'autore George Lucas parte sempre da se stesso, da ciò che più gli piaceva da bambino (e gli piace tuttora, da buon adulto affetto dalla sindrome di Peter Pan): 'mi sono laureato in antropologia; sono cresciuto leggendo miliardi di fumetti; ero un appassionato di cinema fin da ragazzo'. (2) Per realizzare la propria Missione deve mettere assieme queste componenti, deve realizzare l'Opera che le fonda in sé.
     Ma, se qualcuno non l'avesse ancora capito, Lucas è un genio. E da buon genio ha, ma va'?, un colpo di genio. Consapevole, non inconscio. Che lo renderà plurimiliardario e profeta di una nuova quasireligione. Non riprende in mano gli albi sgualciti della sua adolescenza, non va a rovistare nel solito, banale polveroso baule in soffitta dove riposano le sue preziose collezioni di strips. No! Lui va a rovistare nel ben più oscuro e misterioso (e pericoloso) baule nella soffitta della memoria. Lucas adulto non mette in scena il Flash Gordon, o il Jeff Hawke, o il Tarzan che Lucas bambino divorava insaziabile... Lucas adulto mette in scena il ricordo delle emozioni incommensurabili del Lucas bambino, che sognava con le avventure di carta ed inchiostro dei suoi eroi. Non mette in scena, calligrafico, quei fumetti. Mette in scena l'emozione della lettura di quei fumetti.
     Memoria è la parola chiave in Star Wars.
     In Star Wars si hanno solo gli echi delle vicende fumettistiche ispiratrici, come dei cartoons o dei grandi film studiati ed amati, o dei testi letterari, o delle cognizioni antropologiche... Questo è uno dei segreti. E' tutto leggero, accennato, di classe. Subliminale. Lontani richiami sul trasparente velo della memoria. Dell'autore, come dello spettatore.
     Lucas aveva l'intenzione di riproporre quell'atmosfera da fiaba mitologica tipica delle grandi storie a fumetti che aveva tanto amato. Flash Gordon, tra tutte la più potente passione del nostro "messia", già nel '34 era una elegante rilettura del mito del Graal, così citato in Star Wars, con la sua fuga dalla Terra Desolata (la Terra) e il viaggio di ricerca della purezza e del rinnovamento in un mondo "altro" (Mongo), grazie alla forza della volontà e del coraggio interiore del protagonista. E Superman era un nuovo Parsifal, nel racconto della partenza del (super)eroe dal castello limbo (Smalville) alla volta del corrotto Camelot arturiano (Metropolis).
     Il fumetto per Lucas è una delle tappe, nobile come tutte le altre, di un viaggio allucinante di rinnovamento della Mitologia, dell'Avventura: Artù, Sigfrido, D'Artagnan si ringiovaniscono nel cinema passando per il fumetto!
     Lucas voleva ricordarsi e ricordare al pubblico l'avventura ed il romanticismo, il divertimento e l'emozione, e quel pizzico di ingenuità che hanno reso così indimenticabili le sue letture giovanili, che rendevano tanto bello identificarsi con gli eroi dei fumetti.
     E il nostro regista visionario e barbuto coniuga al futuro i ricordi del suo passato, in un esempio cinematografico che è sì nostalgico, ma poi, a dispetto dei modelli, tanto ingenuo non è. Bensì colto, profondo, complesso, ricco di simbolismi e metafore. Perché Lucas li ama i suoi fumetti. Li legge, li raccoglie, li colleziona, li protegge. E ci riflette su. Star Wars è la messa in scena di un ricordo, di un sentimento, ma con il rigore e quel perfezionismo kubrickiano tipici del collezionista che non vuole tradire le emozioni del bambino che ha di dentro e che non vuole sciupare ciò che ha di più caro al mondo. Il collezionista che riesce, testardo, contro tutto e tutti, a dar vita al proprio sogno.
     E uno così gelosamente attaccato agli amatissimi reperti sacri della propria infanzia ed adolescenza, come può anche solo pensare di poter tradire il proprio sogno per superficialità o ridondanza? Assurdo. Non a caso la sceneggiatura del primo film, che, ricordiamolo, in realtà è il quarto episodio della Saga, ossia Star Wars: a New Hope (Guerre Stellari: una Nuova Speranza), è stata la fase dell'avventura Star Wars che Lucas ricorda come la più difficoltosa e importante... Quattro stesure documentate in più di due anni di lavorazione. Come del resto riuscire ad infilare tutte le suggestioni che la memoria da collezionista di un appassionato di arte visiva e di immagini può richiamare alla mente? Lucas deve aver passato tremendi mesi a spremersi le meningi della parte del suo cervello della memoria emotiva, e a sintetizzare e tagliare poi con una falce, tipo la Morte.
     Infine come non citare quella fede nell'irrazionale, quella sfiducia nella tecnologia, tanto dissonanti in un film proiettato nel futuro... Obi-Wan dixit: 'lascia andare Luke... Fidati del tuo istinto, Luke!' Non ricordano queste celebri parole l'identità culturale ed artistica stessa del fumetto, il media di più semplice produzione e fruizione, legato a metodi di lavorazione assolutamente artigianali e datati, nonostante i computer e compagnia bella? Per fare un fumetto bastano un foglio di carta e una matita; come per distruggere la Morte Nera bisogna spegnere il computer d'attacco ed affidarsi all'istinto.

     Secondo: le forme

     Una sequenza, una sola: la Cantina di Mos Eisley... Chiaro: Jeff Hawke, con i suoi alieni grotteschi ma umanissimi.
     George Lucas riempie il suo Film con tutto quello che aveva voglia di vedere su uno schermo. O di rivedere intorno a sé. Fa tutto quello che sente di voler fare. Lo popola di creature che lo affascinano. I mostri, i robot, gli eroi del Film gli devono ricordare quelli che da piccolo lo facevano fantasticare sui comic books e sulle strips dei quotidiani.
     Lucas amava quelle storie che riuscivano a stimolare la sua avida fantasia di lettore; così ora vuole realizzare da regista un Film che chiami a collaborare la fantasia degli spettatori in sala. Quindi dice, o meglio urla, con tutti quegli effetti speciali... Ma allo stesso tempo, genialmente, suggerisce, ammicca, richiama alla memoria (Chewbacca è l'orsacchiotto ingombrante o a scelta il bonaccione orso Yoghi, R2-D2 -alias C1-P8- il robottino telecomandato con le luci intermittenti o il Topolino simpatico e intrepido, C-3PO -alias D-3BO- il droide maestro rompiscatole o il Paperino isterico e sfortunato, Yoda lo gnomo giullare ma saggio oppure lo strambo e onnisciente alieno Eta-Beta; ed ora l'ultimo Jar-Jar Binks è semplicemente Pippo!).
     Allude con humor ed eleganza inarrivabili (Han Solo non è un po' un Corto Maltese stellare, bel capitano di vascello dotato di cinismo e menefreghismo sufficienti a nascondere un cuore d'oro ed idealismo a palate?). Cita a volte anche senza volere, inconsciamente, spesso con una compiaciuta fedeltà (Darth Vader come il marvelliano Dottor Destino, mantello, armatura e mascherone, spietato ed imperscrutabile, ma fedele a un codice d'onore, seppure oscuro, e a un distorto sogno utopico di pacificazione dittatoriale: per l'uno Latveria, per l'altro 'unisciti a me, Luke, insieme metteremo fine a questo conflitto distruttivo e riporteremo l'ordine nella Galassia!'). E il finale de Il Ritorno dello Jedi! Ah, vedere e rivedere il Luke Skywalker che realizza il suo incubo ferendo il padre sotto gli occhiacci giallastri ed istiganti dell'Imperatore, e che in un meraviglioso riverbero di coraggio rinuncia al parricidio e si rivolta alla regia occulta, facendo sì che il padre morente abbia un estremo fremito di dignità e si lanci contro il simbolo del Male e la causa della sua stessa rovina; infine il figlio che libera dal mascherone nero Vader e ritrova il giovane, eroico, bellissimo Anakin Skywalker Cavaliere Jedi, morente ma con un dolce e riconciliante sorriso sulle labbra... Tutto così meravigliosamente pulp, d'appendice, un colpo di teatro così straordinariamente fumettistico!
     La stessa fase della preproduzione è stata realizzata in maniera fumettistica. Vedi il fatto che l'intera Trilogia è stata rappresentata per immagini dall'illustratore Ralph McQuarrie ancora prima delle riprese, per convincere i produttori dubbiosi ed incapaci di capire dove quel trentenne pazzo Lucas volesse andare a parare (per l'attuale The Phantom Menace ci ha pensato Doug Chiang). Vedi il fatto che, secondo il metodo di quella banda di giovani pestiferi registi californiani dei quali Lucas faceva parte (Coppola, Spielberg, DePalma, ecc.), durante le riprese è stato usato dall'autore un completo storyboard delle scene, splendidamente disegnato, che preso a sé stante è un vero racconto a fumetti. La stessa "forma filmica" del film (il montaggio, il ritmo, il dialogo) è stato definito da certi critici come "fumettistico", forse sbrigativamente, in certi casi addirittura con malcelati disprezzo e sufficienza... Ma non del tutto a torto. Se fumetto vuol dire ricerca di una perfetta alternanza tra dinamismo e riflessione, equilibrio visivo, rispetto dei tempi teatrali drammatici e comici.
     Parole di Dan Thorsland, editore dei fumetti Star Wars: 'Lucas ai tempi di A New Hope stava tentando di creare qualcosa in film che non potesse sembrare possibile da realizzare, né sulla pellicola né in realtà. Questo è anche lo scopo dei fumetti come mezzo di narrazione visuale. Lucas voleva fare un film che in apparenza sembrasse disporre di un budget illimitato, con interi pianeti che fungessero da scenario. Con la magia dei suoi effetti speciali l'ha fatto. Nei fumetti tutto ciò è possibile da sempre: questo elemento è stato trasferito con successo da un media all'altro. Star Wars è costituito da un'enormità di cose che sono venute prima, da Kurosawa a Flash Gordon, dai fumetti ad ogni mezzo attraverso il quale si è espressa l'Avventura. I fumetti hanno inventato Star Wars, e Star Wars ha inventato i fumetti.' (3)
     Chiaro, no? Questo è il punto di contatto tra due media che realizzano tutto il loro potenziale espressivo quando la fantasia e la creatività di chi li usa può esprimersi senza limiti, con tutta la libertà possibile (ed impossibile!).
     Dopo la Trilogia Classica: la stessa successiva produzione hollywoodiana di film comics sembra provare il ritorno di fiamma per i fumetti della propria infanzia nelle platee di tutto il mondo, non solo negli autori di cinema. Grazie anche a Star Wars. Si produrrà da allora (fine anni '70 inizio '80) un enorme quantità di "film fumetti", insieme ai classici fumetti stampati. In un continuo scambio tra i due media più giovani (solo un secolo di vita per entrambi) di personaggi (Superman, Batman, Dick Tracy, ecc.), tematiche (Indiana Jones di Spielberg, Darkman di Raimi, Il Quinto Elemento di Besson, ecc.), atmosfere (Blade Runner di Scott, Excalibur di Boorman, Léon di Besson, ecc.), autori (Jodorowski e Moebius, Frank Miller, Kevin Smith, ecc.)... Con risultati artistici alterni; ma col vero grande risultato di dare nuove idee al potente ed onnivoro cinema e nuova linfa vitale al fratello più gracile, il fumetto.

     Gli Star Wars comics

     Le versioni a fumetti dei film

     La Trilogia di Star Wars è per prima cosa (e nonostante tutto) una trilogia di film. Pur con tutte le ascendenze e rielaborazioni fumettistiche già citate, solo sul grande schermo ha il suo vero ed unico compimento. A conferma di questo teorema, le riduzioni a fumetti delle tre pellicole stentano a trasferire su carta le eccitanti e spettacolari sequenze cinematografiche.
     Lord Vader: 'la Forza è potente in quest'uomo!' Il nome che ritorna spesso nelle vicende degli adattamenti della Trilogia è quello di Al Williamson. Il grande autore americano venne subito scelto alla fine del 1977 da George Lucas per realizzare il comics di Guerre Stellari: Una Nuova Speranza. Di certo per il suo stile fortemente ispirato al divino Alex Raymond di Flash Gordon. Williamson dovette però rinunciare, lavorava allora per l'"Agente Segreto X-9". Così si dovette ripiegare su un giovane, il talentuoso Howard Chaykin (che aveva illustrato il primissimo poster del film). La versione del film fu pubblicata dalla Marvel: una miniserie fedele nei testi, di Roy Thomas, ed estremamente grezza nel disegno, divertente, fantasioso, ma datato. Chaykin si doveva fare ancora le ossa, anche se lampi della futura maestria del grande autore si intravedono qua e là. Obi-Wan: 'mi congratulo. Hai fatto il tuo primo passo in un mondo più vasto.'
     Nel 1980 uscì L'Impero Colpisce Ancora e stavolta Williamson trovò il tempo di disegnare l'adattamento a fumetti della Marvel, basato sulla sceneggiatura del suo amico Archie Goodwin e con l'aiuto di Carlos Garzòn. Giudizio: uno splendido ed emozionante tributo a Alex Raymond e al cosmo lucasiano.
     Williamson e Goodwin produssero una serie memorabile di Star Wars per la Marvel che durò tre anni e mezzo e, nel 1983, quando uscì Il Ritorno dello Jedi, vennero ovviamente contattati per l'adattamento. Qui, la mano dei maestri si fa sempre sentire, anche se verso il termine si uniscono al team originario disegnatori di supporto che sporcano un po' l'effetto. Il risultato finale è altalenante e in parte deludente.
     Nel 1997 la Lucas, per il ventennale dell'uscita di A New Hope, annunciò la realizzazione di Edizioni Speciali della Trilogia. Allora la Dark Horse commissionò una nuova versione dell'adattamento a fumetti del primo film che sostituisse la modesta miniserie del '77 e che comprendesse le scene ed i personaggi che la Lucasfilm aveva aggiunto; mentre, vista la ancora ottima qualità artistica degli altri due lavori, decise un semplice "restauro" per i fumetti de l'Impero e Jedi. Per Una Nuova Speranza si pensò istantaneamente a Williamson, che aveva sempre rimpianto il fatto di non aver potuto realizzare il primo fumetto. Ma il vecchio autore rinunciò per motivi personali. Fu lo stesso Williamson che propose in vece sua il nome di Eduardo Barreto. Bruce Jones si occupò dei testi. L'uscita dell'Edizione Speciale fu poi anticipata di vari mesi, e si dovette affiancare a Barreto un disegnatore che lo aiutasse nel duro lavoro e che permettesse l'uscita del prodotto nei tempi previsti. Tornò in ballo Williamson, che con gioia si occupò degli inchiostri, insieme al compare Carlos Garzòn, e concluse il suo ciclo su Star Wars. A parte questa parentesi sentimentale, il risultato è oltremodo modesto: la sceneggiatura è squilibrata e scadente, Barreto si conferma un matitista di bravura discutibile, e si nota tutta la fretta che lo staff aveva per terminare il lavoro in tempo. Il primo Guerre Stellari rimane un fallimento per quanto riguarda l'adattamento in comics. Una maledizione del Lato Oscuro?
     Si è dovuto aspettare il Giappone per avere un bel A New Hope a fumetti. Realizzato da Hisao Tamaki in stile manga per la Dark Horse nel 1998, è denso, emozionante, dalla sceneggiatura serrata e ritmata, nella migliore tradizione manga; e dai disegni dettagliatissimi, moderni e ricchi di humor. Unico neo: vedere Luke, Han e Leia con le facce da bambocci e con gli occhioni grandi è un po' fastidioso. La Dark Horse, visto il successo dell'esperimento, ha poi prodotto nello stesso stile l'Impero e Jedi, con risultati, se possibile, ancora migliori. Si vede proprio come l'idea di base della Forza lucasiana sia orientaleggiante!
     L'ultima fatica Dark Horse è naturalmente l'adattamento di Episode I: The Phantom Menace. Affidato alla penna di Henry Gilroy, alla matita di Rodolfo DaMaggio e al pennello di Al Williamson (che continua nel suo percorso di guru dei comics Star Wars), è stato pubblicato in America in contemporanea con l'uscita del film, insieme a vari one-shot monografici dedicati ai personaggi principali. Si era detto all'inizio dei fallimenti degli adattamenti in comics dei film della Saga. Ecco la conferma della quale non sentivamo la mancanza: il fumetto è scritto male e disegnato peggio. Tra i vari progetti editoriali legati al lancio della nuova pellicola, questo è sicuramente il peggiore. Ed è un peccato: gli studi, i disegni preparatori e gli storyboards dei grafici Lucasfilm ci avevano illuso, la vicenda del film sembrava adattissima ad una sua versione in vignette.
     In Italia è apparso il primissimo adattamento di Chaykin pubblicato dalla Mondadori alla fine del '77. In seguito anche l'Impero e Jedi hanno avuto il loro bell'albo tricolore. Le Edizioni Speciali del '97 sono state proposte al pubblico nostrano dalla Magic Press nello stesso anno. Il fumetto di Episodio I è stato pubblicato dalla Fabbri, e la traduzione e l'adattamento in italiano sono quasi insopportabili: un lettering a tratti incomprensibile, che addirittura esce dai balloons… Assurdo, per un comic book di tale importanza!

     Le strips e le serie Marvel anni '80

     Ritorno alle origini!
     Numerose sono le strisce apparse sui quotidiani americani dal 1979 al 1984, ingenui e avventurosi fumetti ambientati all'epoca dei tre film originali. Un gustoso omaggio a quelle stesse strips ispiratrici della Trilogia Classica. Non solo strisce, ma anche una vera e propria collana mensile di albi Marvel, dal 1977 al 1986. Darth Vader finalmente elmo a elmo col Dottor Destino!
     Ristampate a partire dal 1992 dalla Dark Horse col titolo Classic Star Wars (alcuni titoli: Escape to Hoth, The Early Adventures, Han Solo at Stars' End, ecc.), sono state inserite a forza nella continuity globale solo le storie precedenti a L'Impero Colpisce Ancora ("a forza"? Eh sì, basti pensare al fatto che, prima dell'uscita de Il Ritorno dello Jedi, Luke e Leia, fratelli gemelli, amoreggiano in scene che, col senno di poi, appaiono per lo meno ambigue!). Presentano storie realizzate in una prima fase da giovani autori poi celeberrimi, come il già citato Howard Chaykin, poi Chris Claremont, Klaus Janson, Walt Simonson, Carmine Infantino, Tom Palmer, in un'ambientazione situata tra il primo e il secondo film, con le avventure di Luke, Han e Leia a partire dalla battaglia di Yavin IV fino all'insediamento sul pianeta ghiacciato di Hoth; in seguito da maestri del calibro di Russ Manning, Archie Goodwin, Al Williamson, dopo il secondo film, con Lando Calrissian e Boba Fett tra i coprotagonisti. Il tutto in un perfetto ed aggiornato "stile Flash Gordon".
     Racconti brevi ed autoconclusivi dal sapore un po' "naif", divertentissimi da sfogliare, il loro reale valore è soprattutto affettivo e nostalgico. Eccetto il periodo Williamson. Notevoli però le prove grafiche dei grandi fumettisti impegnati.
     Le versioni tricolori dei primi 28 numeri della serie Marvel sono state proposte dalla Mondadori tra il 1977 e il 1979 in albi da collezionisti.
     Da citare inoltre Droids, di Thosland, Plunkett e Windham, avventure di stampo comico per C-3PO e R2-D2. Serie dalla vita breve, principalmente a causa del tono troppo fanciullesco di alcune storie; ma dallo stile grafico caricaturale assai riuscito. E River of Chaos, di Louise Simonson e June Brigman, una storia originale avvincente e romantica, disegni di tutto rispetto e una trama forse un po' scontata; in definitiva un buon tentativo di narrare ulteriori storie starwarsiane senza coinvolgere troppo i personaggi dei film.

     Le grandi saghe Dark Horse anni '90

     Da quando, nel 1991, la Dark Horse ha pubblicato Dark Empire, acclamata minisaga in sei numeri in cui si narravano le avventure di Luke, Han e Leia posteriori a Il Ritorno dello Jedi, Guerre Stellari ha conosciuto nel campo dei fumetti un successo crescente ed inarrestabile. Ormai sono dozzine le testate dedicate a Star Wars che vengono pubblicate dalla casa editrice dell'Oregon, con una rigorosa "continuity" interna ed una "cronologia" di eventi precisa al millimetro comprendente non solo i comics, ma i film, i romanzi, ecc.. Questo è l'Universo Star Wars, in continuo ampliamento, dove personaggi minori dello schermo (come Boba Fett o Wedge Antilles) assurgono al rango di protagonisti assoluti e allo stato di idoli cult. Numi tutelari: Tom Veitch e Kevin J. Anderson, autori di gran parte delle storie migliori. E' importante notare come la Dark Horse ha completa libertà nell'inventare e trattare il passato remoto ed il futuro della Galassia dopo Empire's End, storia cronologicamente "finale", per quanto riguarda i personaggi classici... La Lucasfilm incoraggia i creativi del fumetto a fare ciò che vogliono, e quelli non si sono fatti certo pregare! Veitch, Anderson ed i loro complici hanno prodotto un'infinità di materiale di riferimento (l'Holocron Jedi, i nuovi Cavalieri Jedi del futuro e del passato, la cronologia Sith, ecc.) che George Lucas stesso non può evidentemente ignorare.
     Segue una guida alle più famose e più apprezzate storie.

     La saga di Dark Empire

     In questa lunga e complessa saga la Nuova Repubblica costituita dall'Alleanza Ribelle, 6 anni dopo la distruzione della seconda Morte Nera nella battaglia risolutiva di Endor de Il Ritorno dello Jedi, deve affrontare la sua prova più impegnativa: la resurrezione dell'Imperatore Palpatine ed il passaggio di Luke Skywalker al Lato Oscuro della Forza! La saga si compone in tre serie distinte. La prima serie, Dark Empire, è stato il primissimo fumetto su Star Wars negli anni '90 dopo anni di silenzio. Il suo successo, dovuto ad una trama serratissima di Tom Veitch e alle suggestive tavole acquerellate di Cam Kennedy, ha aperto la strada a tutte le produzioni successive.
     Dark Empire - di Tom Veitch e Cam Kennedy, 6 numeri, 1991. L'Impero è ancora vivo e potente e Han Solo e Leia Organa devono combattere contro i suoi Devastatori di Mondi e contro il redivivo Imperatore. Ma Luke Skywalker stavolta cede al Lato Oscuro e diventa l'apprendista dell'Imperatore! Ricompare anche Boba Fett, il mitico cacciatore di taglie (che pronuncia l'immortale frase: 'il Sarlacc mi ha trovato un po' indigesto.'). Giudizio: folgorante! Una rilettura di Star Wars estremamente dark ma davvero emozionante.
     Dark Empire II - di Tom Veitch e Cam Kennedy, 6 numeri, 1995. Luke, liberatosi dall'influenza di Palpatine, inizia la ricostruzione dell'Ordine dei Cavalieri Jedi. Ma l'Imperatore (reincarnatosi in un corpo clonato) ed i suoi Jedi Oscuri dichiarano guerra con l'ennesima nuova superarma. In uno dei pochi momenti tranquilli nasce il terzo figlio di Han e Leia, destinato ad essere il più potente degli Jedi: Anakin Solo. Si tenta di bissare il successo del capostipite, ma la serie soffre di una trama a tratti convulsa e confusa.
     Empire's End - di Tom Veitch e Jim Baikie, 2 numeri, 1995. Lo scontro finale tra Luke e l'Imperatore avviene trascinando nella battaglia conoscenze, popoli, poteri e luoghi dell'antica Galassia di Star Wars, introdotti nella fondamentale serie Tales of the Jedi. L'ormai isterico Imperatore Palpatine finalmente vede compiersi il suo fato. La conclusione della trilogia di Dark Empire è indispensabile per il destino dell'Universo Star Wars, ma è penalizzato dal poco spazio (solo due numeri) e dall'abbandono del disegnatore Kennedy, che il sostituto Baikie non riesce ad eguagliare.

     La saga di Tales of the Jedi

     Questa biblica collana, composta da 7 testate e in continua crescita, è sicuramente la più riuscita e apprezzata e un vero capolavoro del fumetto moderno. Narra le avventure degli antichi Cavalieri Jedi nella preistoria Star Wars, quando la Vecchia Repubblica era ancora grande e potente. E' stata definita "Il Signore degli Anelli versione Guerre Stellari". Fondamentale il fatto che proprio in questa saga vengono approfonditi temi e situazioni basilari per l'Universo Star Wars, come i Sith, l'antica e misteriosa casta dei guerrieri del Lato Oscuro della Forza, protagonista dei nuovi film (solo un esempio: la ora famosa spada laser a doppia lama, che nell'attuale Episode I è brandita dal nuovo apprendista Sith Darth Maul, è stata introdotta proprio in questo fumetto!). La Nuova Trilogia anche a livello di contenuti dovrà molto a queste realizzazioni fumettistiche Dark Horse. Rispetto alle storie tradizionali, Tales of the Jedi ha come caratteristica particolare il fatto che nessuno dei personaggi dei film originali vi compare: tutti i protagonisti sono personaggi nuovi e indipendenti. Questo permette agli autori di creare trame totalmente libere e ricche di tradimenti, morti, colpi di scena ed altri eventi epocali che la Lucasfilm non concederebbe mai con Luke, Han o Leia.
     Di seguito riporto dati e commenti riguardo le (per ora) 7 serie, elencate secondo l'ordine cronologico degli eventi raccontati, a rigor di continuity Star Wars; per la sequenza produttiva date un'occhiata alle date di pubblicazione.
     The Golden Age of the Sith - di Kevin Anderson e Dario Carrasco Jr., 6 numeri, 1996. Questa serie e la successiva sono l'introduzione a tutta la saga di Tales. Ambientazione: 5000 anni prima che Luke Skywalker impugnasse la sua spada laser. Fuori dai film, Darth Vader è sempre stato designato col titolo di Dark Lord of the Sith. In questa serie conosciamo i suoi predecessori, gli antichi Oscuri Signori ed il loro malvagio impero alieno.
     The Fall of the Sith Empire - di Kevin Anderson e Dario Carrasco Jr., 6 numeri, 1997. Gli Oscuri Signori dei Sith si scontrano con la pacifica Vecchia Repubblica Galattica ed suoi protettori, i Cavalieri Jedi. Ne usciranno annientati. Queste due prime serie sono buone, ma non quanto avrebbero potuto essere: splendidi sprazzi dell'antichità Sith, ispirata all'antico Egitto, ma poco pathos e un po' di superficialità. Peccato.
     Tales of the Jedi - di Tom Veitch, Chris Gossett e Janine Johnston, 5 numeri, 1994. La serie che dà il via a tutto. Si narrano le storie dei due Jedi protagonisti, Ulic Qel-Droma e Nomi Sunrider, destinati ad una tragica storia d'amore. Siamo 4000 anni prima della nascita di Luke Skywalker, e l'Ordine Jedi sorveglia e protegge la Repubblica. Da un lato della Galassia Ulic Qel-Droma viene addestrato assieme ad altri apprendisti dal vecchio Maestro Arca; dall'altro Nomi Sunrider viene involontariamente coinvolta nelle Vie Jedi quando suo marito è assassinato da una banda di criminali. Serie interessante, oltre che per la trama, per le delizie grafiche di Gossett, che si sbizzarisce ad inventare costumi, navi, armi e scenari sempre in stile Star Wars ma in versione "arcaica".
     The Freedon Nadd Uprising - di Tom Veitch, Tony Akins e Denis Rodier, 2 numeri, 1994. Ulic e Nomi si incontrano per combattere lo spirito dello stregone Sith Freedon Nadd. Mentre le forze degli Jedi e della Repubblica collaborano per salvare il pianeta Onderon dal Lato Oscuro, nessuno si avvede di due giovani ed arroganti nobili che inavvertitamente risvegliano le antiche pratiche Sith in tutta la Galassia. Testata che fa da ponte tra la prima serie di Tales e Dark Lords, offre una trama avvincente ma disegni a volte approssimativi. Fondamentale però per capire gli sviluppi della saga.
     Dark Lords of the Sith - di Tom Veitch, Kevin Anderson e Chris Gossett, 6 numeri, 1995. La saga entra nel vivo quando Exar Kun, giovane apprendista Jedi, passa al Lato Oscuro della Forza e inizia a ricostituire l'Ordine degli Oscuri Signori dei Sith... Portando con sé l'eroico Ulic Qel-Droma! Ogni pagina è un colpo di scena, prende il via un turbinoso susseguirsi di eventi che coinvolgerà tutta la Galassia nella lotta contro i Sith. E che avrà ripercussioni in tutta la produzione Star Wars a venire. Siamo nel cuore della saga di Tales, con un copione mozzafiato e i disegni Gossett al loro meglio. Unico neo, l'abbandono dell'artista proprio nel finale, che ne soffre per questo motivo.
     The Sith War - di Kevin Anderson e Dario Carrasco Jr., 6 numeri, 1995. La guerra finale tra i Sith e i Cavalieri Jedi. Tutta la saga di Tales è stata costruita per condurre a questo climax, e il risultato si vede. Exar Kun che entra nel Senato Repubblicano e sfida l'intero Ordine Jedi con la sua doppia spada laser è una scena da antologia. Da segnalare Carrasco Jr., nuovo disegnatore che riporta la serie agli standard che merita, e un ispirato Anderson al word processor. Anderson è il factotum dell'Universo Star Wars, e con lui alle redini numerosi sono gli eleganti agganci alla continuity del resto del mondo stellare: dalla splendida figura del cattivone principale, Exar Kun, ai guerrieri Mandaloriani, dai templi Massassi di Yavin IV ai puntuali riferimenti a Dark Empire. Giudizio: il meglio del Star Wars a fumetti!
     Redemption - di Kevin Anderson e Chris Gossett, 5 numeri, 1998. Dieci anni dopo The Sith War Vima Sunrider, figlia di Nomi, si chiede cosa sia stato del leggendario Ulic Qel-Droma, il cui destino si è incrociato così drammaticamente con quello di sua madre, e parte alla sua ricerca. Il ritorno di Gossett a Tales segna la continuazione della saga a livelli qualitativi leggermente inferiori: non più i toni epici ai quali eravamo abituati, ma una storia introspettiva e abbastanza noiosa.

     Splinter of the Mind's Eye

     Questo splendido titolo (più o meno "scheggia dell'occhio mentale") racchiude una storia a fumetti tratta dall'antico romanzo del grande autore di SF Alan Dean Foster, il primo di Star Wars in assoluto. L'adattamento in comics è firmato da Terry Austin e dal bravo Chris Sprouse in un eccellente serie Dark Horse del '95. Luke e Leia innamorati contro Darth Vader; il primo duello a spade laser Vader/Luke della storia, con Luke che amputa il braccio del Dark Lord; e lo stesso Vader che sfigura Leia... Assolutamente fuori continuity, ma imperdibile.

     La saga di Heir to the Empire

     Pubblicata dal 1995, si tratta dell'adattamento a fumetti dell'ambiziosa trilogia di romanzi di Timothy Zahn L'Erede dell'Impero. Ambientata negli anni successivi a Il Ritorno dello Jedi, poco prima di Dark Empire, introduce soprattutto un nuovo avversario per in nostri amatissimi eroi, il grand'ammiraglio imperiale Thrawn, geniale ed oscuro stratega; e vede tra le altre cose la nascita dei figli gemelli di Han e Leia, futuri Jedi: Jacen e Jaina. La saga si compone nei tre episodi Heir to the Empire, Dark Force Rising e The Last Command. Troppo faticoso e a tratti incomprensibile l'adattamento a fumetti dei testi di una storia che già nella versione romanzo originaria era difficile da seguire e poco entusiasmante. Da ricordare soprattutto la prima serie, per le splendide prove grafiche di Olivier Vatine e Fred Blanchard con la colorazione di Isabelle Rabarot, artisti francesi dal tratto raffinato ed evocativo: albi imperdibili per i disegni e le personalissime interpretazioni del team creativo dei classici eroi di Star Wars.

     Boba Fett

     Dal 1995 vengono prodotti numerosi one-shot dedicati al famigerato, leggendario cacciatore di taglie, forse il personaggio più idolatrato di Star Wars. E' proprio nei fumetti Dark Horse anni '90 che Boba Fett ha quello spazio che merita, e che nei film originali purtroppo è mancato... Soprattutto nelle deludenti sequenze che lo riguardano ne Il Ritorno dello Jedi. Questi splendidi comics sono una delle testimonianze più significative dell'importanza, della popolarità e del successo sempre crescente tra i fans della figura di Boba Fett, in effetti poco più che una comparsa sul grande schermo. Storie mozzafiato, ambientate prima e dopo Jedi (visto che in Dark Empire si stabilisce che Fett era sopravvissuto al Sarlacc), le migliori sono scritte da John Wagner e disegnate con la solita maestria dallo stesso illustratore di Dark Empire, Cam Kennedy. Da ricordare l'ultima creazione di Wagner, pubblicata nel 1999, Enemy of the Empire, disegnata da John Nadeau: un piccolo capolavoro.

     Jabba the Hutt

     Di Woodring, Wetherell e altri, dal 1995. Avventure ambientate nel mondo del crimine galattico dal taglio arguto ed ironico, con una buona dose di umorismo macabro e splatter, ed il corpulento e ributtante Jabba come protagonista scaltro e determinato... Un'altra star! Disegni essenziali, trame contorte, involute e dai molti risvolti. Per il lettore intelligente!... Forse troppo.

     X-Wing: Rogue Squadron

     di Stackpole, Baron e altri, dal 1995. Unica serie non limitata di Star Wars, con le avventure del grande Wedge Antilles ed il suo squadrone di piloti stellari dei caccia X-Wing. Wedge è lo starpilot amico di Luke che sopravvive alla prima Morte Nera e distrugge, con Lando, la seconda. Unico comprimario ad apparire in tutti e tre i film, è adorato dai fans. Un altro esempio di personaggio cinematografico minore che nelle serie a fumetti può realizzarsi a tutto tondo, e ampliare così il potenzialmente immenso Universo Star Wars. Si tratta in questo caso di fumetti collegati ai bei romanzi omonimi dello stesso Michael A. Stackpole. Un gigantesco viaggio nella continuity starwarsiana, con cameo di protagonisti e non, visite ai pianeti, ai personaggi e agli eventi dei film, dei romanzi e dei fumetti. Da segnalare il segmento intitolato The Phantom Affair, illustrato superbamente dallo slavo Biuckovic.

     L'evento Shadows of the Empire

     Shadows of the Empire è il progetto multimediale che caratterizza il 1996 di Guerre Stellari, definito dalla Lucasfilm stessa come una sorta di prova generale per la Nuova Trilogia di film. Vengono mobilitate tutte le ditte e le case editrici coinvolte nel fenomeno Star Wars, in buona coordinazione, e a tutti gli effetti questa storia viene trattata come se fosse un film... Anche se in effetti il film non esiste! Esce il romanzo, una "guida alla creazione", un videogioco, modellini e giocattoli, e addirittura la colonna sonora su CD. E naturalmente la versione Dark Horse a fumetti, scritta da John Wagner e disegnata con sufficiente qualità da Kilian Plunkett e P. Craig Russell.
     E' una storia che si colloca tra L'Impero Colpisce Ancora e Il Ritorno dello Jedi, getta luce su molte cose non dette sul rapporto tra Darth Vader, Luke Skywalker e l'Imperatore Palpatine, sulla disperata ricerca che Lando, Chewbacca e Leia conducono per rintracciare Boba Fett in possesso del corpo in carbonite di Han Solo. Vengono introdotti, tra tutti, quattro nuovi personaggi: il mercenario Dash Rendar, cinico dal cuore d'oro, che corre in aiuto dei Ribelli; Jix, il motociclista disincantato e sicuro di sé spia personale di Darth Vader; Guri, bellissima e letale droide replicante sicario di Xizor; e, soprattutto, lo stesso Xizor, rettiloide leader dell'organizzazione criminale mafiosa Black Sun e stimato collaboratore dell'Imperatore in persona, un nuovo personaggio degno rivale politico di Lord Vader, che sconvolge i piani contemporaneamente degli Imperiali e dei Ribelli.
     Il fumetto è un sintetico e in certi punti superficiale adattamento del meraviglioso romanzo omonimo di Steve Perry, ma con un ruolo specifico nell'insieme del vasto progetto Lucasfilm perché concentra l'attenzione su Boba Fett e sul suo viaggio per consegnare Han a Jabba The Hutt; conferma finale dell'importanza primaria del misterioso personaggio blindato nel pantheon degli eroi Star Wars. Boba Fett è inseguito dai buoni (Lando, Chewbacca e Leia, naturalmente) ma anche dai cattivi (gli altri cacciatori di taglie della Galassia, che sono ansiosi di rubare il prezioso carico e riscuotere la taglia a nome loro). Le sue sequenze sono sempre eccitanti, e alla fine Fett trionfa, in stupende vignette che lo dipingono come un Clint Eastwood delle stelle, ascendenza fin dall'inizio suggerita da Lucas per il personaggio.
     Nel 1998 è stato pubblicato il seguito a fumetti, il buon SOTE: Evolution, di Perry e Randall, protagonista la bella Guri alla ricerca della propria identità robotica (alla Blade Runner...).

     Crimson Empire

     Nel 1997 esce questa miniserie di 6 numeri scritta da Mike Richardson e disegnata da Paul Gulacy, che funge da appendice ed epilogo a Dark Empire (è stata annunciata la sua continuazione, Crimson Empire II). Il battage pubblicitario è senza precedenti. Si focalizza l'attenzione sulle arcane Guardie Rosse dell'Imperatore, e sul destino che li attende dopo la definitiva morte del loro padrone in Empire's End. Al centro della vicenda vi sono due ex Guardie Rosse antagoniste, ora veri e propri ronin vaganti per la Galassia, in bilico tra i resti dell'Impero e la ancora giovane Nuova Repubblica. Potenzialmente un buon progetto, teso all'approfondimento e alla creazione di tematiche e personaggi nuovi in Star Wars. Ma rovinato dal tono monocorde e prevedibile della narrazione. Tanto rumore per quasi nulla! Che sia perché lo scarso Richardson altri non è che il boss della Dark Horse?

     Vader's Quest

     La migliore storia Star Wars del 1998: scritta da Darko Macan e disegnata con uno stile retrò tipo Classic Star Wars dal famoso e abile Dave Gibbons, edita in 4 numeri. Dopo la distruzione della prima Morte Nera nella battaglia di Yavin IV, Vader deve affrontare un pericoloso calo di rispetto degli ufficiali imperiali nei suoi confronti, ma soprattutto scoprire la vera identità del pilota stellare responsabile della crisi in cui versa l'Impero... Un pilota di X-Wing chiamato Luke Skywalker! 'Notevole! Veramente notevole!' direbbe lo stesso Dark Lord.

     E in Italia?

     A parte la primissima (ed ormai storica) edizione dell'iniziale Dark Empire, pubblicato in tre albi dalla News Market nel 1993 con l'ingannevole titolo L'Ombra dell'Impero e una traduzione pietosa, in Italia le grandi produzioni Dark Horse per quanto riguarda Star Wars sono cosa della Magic Press di Roma. A tutt'oggi:
 •  si è iniziato a pubblicare la saga di Tales of the Jedi (sotto l'etichetta Le Cronache dei Jedi sono usciti i tre volumi I Cavalieri della Vecchia Repubblica, Gli Oscuri Signori dei Sith e La Guerra dei Sith);
 •  Shadows of the Empire è diventato il tricolore L'Ombra dell'Impero;
 •  è uscita anche la saga di Heir to the Empire, con L'Erede dell'Impero, Sfida alla Nuova Repubblica e L'Ultima Missione;
 •  è stato completato Dark Empire, con la riedizione de Il Lato Oscuro della Forza, quindi La Vendetta dell'Imperatore e La Fine dell'Impero;
 •  sono stati editi un volume con le storie di Boba Fett e uno su Jabba The Hutt.

     In attesa delle prossime avventure italiane dei Star Wars comics, è da notare la buona qualità generale dei volumi Magic Press, ma purtroppo una supervisione quanto meno distratta (nel volume La Guerra dei Sith non sono stati riportati i nomi dei grandissimi autori della serie!), ed una traduzione dei testi inglesi discutibile e in certi casi addirittura ridicola (un solo esempio: Jabba The Hutt che diventa De' Hutt, ossia cugino di zio Paperon de' Paperoni...). 'No! Fare... O non fare. Non c'è provare' ammonirebbe il Maestro Yoda. E Yoda bisogna sempre ascoltarlo!

     Epilogo

     George Lucas, per fortuna sua e nostra, continua a divertirsi con i suoi giocattoli e con i ricordi di gioventù. E' ritornato finalmente a giocare con l'orsacchiotto peloso, il robottino pestifero e lo gnomo saggio con le orecchione a punta, riveduti e corretti con la cultura ed il disincanto di un adulto intelligente e sensibile. E con il suo divertimento tornano le storie, le favole ed i racconti più amati al mondo. Da Il Ritorno dello Jedi sono passati sedici lunghissimi anni. Abbiamo dovuto sopportare gli anni '80, Stargate e le donnine di Manara. Dopo qualche romanzaccio e fumettaccio targato (purtroppo) Star Wars, orribili traduzioni italiane e ben sei filmacci di Star Trek, è avvenuto il miracolo. Esce Episodio I: La Minaccia Fantasma e tutto un universo si prepara a ricevere una nuova spinta creativa. Il più grande film della storia del cinema porta con sè la rinnovata memoria di un secolo di storie a fumetti ed i germi di una ennesima rinascita fumettistica.
     Il cosmo lucasiano di Star Wars è pronto per essere ulteriormente esteso da tre nuovi episodi e da caterve di nuove pagine stampate. Starà alla fantasia dello spettatore e del lettore trovare il confine della galassia di storie che è Guerre Stellari... Se poi può esistere un limite per un intero universo. Ed alla fantasia umana.
     Per fortuna la Forza sarà con noi. Sempre!


     Apparso su "Guida completa a Star Wars: da Guerre Stellari a La Minaccia Fantasma", Falsopiano, 1999





     Note:

(1) intervista concessa da George Lucas a R. Benayoun e M. Ciment per il n. 197 di "Positif", settembre 1977.
(2) dichiarazione rilasciata da George Lucas a D. Matelli per "L'Espresso", 24 agosto 1980.
(3) intervista concessa da Dan Thorsland a M. Lucas per il n. 30 di "Comics Interview".





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