Darth Sion, il Signore del Dolore. L’epica della consunzione.

Darth Sion, il Signore del Dolore

Darth Sion è incontrovertibilmente uno dei Signori Oscuri dei Sith più famigerati e potenti nelle Leggende di Star Wars. Progenie del capolavoro videoludico Star Wars: Knights of the Old Republic II – The Sith Lords (Kotor 2), il quale contribuì enormemente a magnificare l’Universo Espanso Lucasiano, Sion è annoverabile tra i pochi Sith ad aver lambito l’immortalità. Dai ranghi dell’Impero di Exar Kun, all’ascesa ai vertici di Malachor V, egli è l’erede di un’ideologia Sith proveniente dalle atre Regioni Ignote. Una brama che non dorme e che surrettiziamente striscia dalle latebre del Lato Oscuro per depravare la vita e i legami con la Forza.

Una breve biografia su Darth Sion

Il Predone Sith

Nato durante le Vecchie Guerre Sith (4000 BBY circa), Sion è sempre stato afflitto da infermità fisiche, cagione di pene atroci che ne intridevano l’animo di odio. In collera per tale debolezza, abbracciò il Lato Oscuro e trasmigrò i propri tormenti nel crogiolo del vero potere, attorno al quale avrebbe vorticato il successo. Prestò servizio come Predone Sith presso l’Impero di Exar Kun, anelando alla morte più di ogni altra ricompensa od onorificenza. Nelle battaglie contro i Jedi patì lesioni disdicevoli, motivo di follia per chiunque, ma l’ira era ormai divenuta la matrice autopoietica del suo corpo e il dolore la sua linfa vitale. Per ogni sconfitta subita, Sion si rialzava, scagliandosi inesorabilmente contro lo sventurato che avesse avuto l’ardire di sfidarlo.

Darth Sion nelle vesti di Predone Sith dell’Impero di Exar Kun.

Dopo la disfatta di Exar Kun, scoppiarono nel 3976 BBY le Guerre Mandaloriane, lignaggio anch’esse di un male senza tempo, proteso alla corruzione della galassia. Al termine del conflitto, gli eroi di guerra Jedi Revan e Malak assursero a nuovi Signori Oscuri dei Sith, dopo essere tornati da un misterioso pellegrinaggio nelle Regioni Ignote. Fondato l’Impero di Revan, Sion non tardò ad asservirsi al carisma dei novelli sovrani, conseguendo il titolo di Signore dei Sith. Una gratificazione effimera, poiché Malak tradì Revan e l’Impero cadde, allorché quest’ultimo (redento dai Jedi) uccise il proprio ex-allievo sulla Star Forge nel 3956 BBY. Presto l’Impero di Revan e Malak si frammentò in plurime cellule segregazioniste, ognuna propugnante la propria supremazia sulle altre. Un quadro decadentistico destinato a non permanere.

Il Triumvirato Sith

In siffatto periodo di ristagnamento filosofico, una nuova insidia emerse dagli abissi cosmici. La ex-Maestra Jedi di Revan, Kreia, assunse il titolo di Darth Traya, la Signora del Tradimento, e radunò su Malachor V le figure Sith allora più influenti nella galassia. Nel cuore dell’Accademia di Trayus, una struttura monolitica sul teatro dell’ultima Guerra Mandaloriana, Sion e Nihilus avvertirono il richiamo del Lato Oscuro e suggellarono con Traya il Triumvirato Sith. Entrambi diventarono suoi apprendisti e furono insigniti del titolo di Signori Oscuri dei Sith. Quantunque il vero proposito di Kreia non fosse riscattare il prestigio dei Sith, perpetrò una guerra d’ombra volta al completo annientamento dell’Ordine Jedi. Una logistica che tuttavia confliggeva con le idee manifestamente belligeranti degli altri triumviri.

Il Triumvirato Sith di Malachor V, costituito da Darth Nihilus (sinistra), Darth Traya (centro) e Darth Sion (destra).

Darth Sion e Darth Nihilus fruirono dell’intrinseca connessione di Malachor V con il Lato Oscuro per plasmare e acuire le tecniche sacrileghe di cui beneficiavano. Nella contingenza di Sion, coronò il Dolore quale veicolo dell’immortalità. Finché avesse provato supplizio e se ne fosse servito per nutrire la rabbia, il Lato Oscuro lo avrebbe sostentato, allontanandolo dall’abbraccio placido del tristo mietitore. Il prezzo da pagare sarebbe stata una menomazione perenne del fisico e una carne marcescente impossibile da rimarginare. Forti degli ancestrali insegnamenti Sith elargiti dall’accademia, Sion e Nihilus congiurarono contro Traya e la spodestarono, recidendo ogni suo legame con la Forza. Esordì così la Prima Purga Jedi.

Darth Sion e Darth Nihilus fronteggiano Darth Traya nel cuore di Trayus per esiliarla.
Darth Sion percuote violentemente Darth Traya.

La perversione del Lato Oscuro e l’ultima Jedi

Al comando dell’ordine di Assassini Sith fondato da Revan, Darth Sion si scontrò con molti Jedi, morendo e risorgendo ogni volta più possente di prima. Nell’insaziabile brama di vendetta, i Cavalieri caddero uno dopo l’altro sotto la frenesia della sua spada laser, alimentando un infinito diallele di dolore e rinascita. Quando il colpo decisivo fu inferto da Darth Nihilus nella devastazione del pianeta Katarr (3952 BBY), i Maestri Jedi più eminenti perirono e i residui dell’Ordine si scissero per la galassia. Ormai disorganizzati, i pochi superstiti si celarono in esilio, mentre la cessazione della caccia non sarebbe pervenuta fino all’esalazione dell’ultimo respiro Jedi.

Darth Sion durante la Prima Purga Jedi.

Nel 3951 BBY Meetra Surik, ritenuta l’ultima Jedi Esule ancora in vita ed estranea alle suddette vicissitudini, entrò immantinente nel mirino di Darth Sion. Predandola indefessamente, fu osteggiato reiterate volte dalle intercessioni di Kreia, per la quale l’Esule incarnava la verità dei propri insegnamenti sulla Forza. Tale affezione fu cagione di una Catena della Forza tra le due donne. Mentre Surik tentava di ritrovare i Maestri Jedi scampati al cataclisma di Katarr e persuaderli a ricostituire l’Ordine, il piantonamento di Sion non recedeva. Infine l’Esule fu coartata ad affrontare il Signore Oscuro sul pianeta tombale di Korriban, una volta dimora del fastoso Impero Sith. Durante lo strenuo duello all’Accademia Sith, Sion maturò una genuina deferenza per Surik, divisando di lasciarla fuggire in previsione di una tenzone finale al momento propizio. Un sentimento eteroclito che travalicava la mera ammirazione e che per Sion rappresentava una debolezza, nonché causa di livore.

Il crepuscolo della Forza e gli Echi di Malachor V

Il piano per l’ineluttabile massacro dei Jedi infine si compì, quando Kreia si palesò agli ultimi Maestri raccoltisi su Dantooine quale Darth Traya. Ella ne drenò la vita, impiegando le tecniche arcane apprese su Malachor V, e rivendicò il trono dei Sith per poi dirigersi sul pianeta maledetto. Lì avrebbe finalmente ultimato il proposito di sterminare tutti gli esseri interrelati alla Forza, generando Echi da plurimi atti di distruzione di massa. Il suo sommo tralignamento avrebbe composto l’epigrafe dei Jedi e dei Sith. La semantica della morte della Forza, un potere universale che riduce la vita stessa al servaggio per abalietà.

Darth Traya drena la Forza dei Maestri Jedi Vrook Lamar, Kavar e Zez-Kai Ell, privandoli della vita e dell’anima.

Deceduto Darth Nihilus per opera di Meetra Surik, Traya sfruttò Sion per un’ultima battaglia contro la Jedi Esule tra le rovine di Malachor V. Egli difatti voleva riconquistare il favore della ex-Maestra, ormai fedele al Lato Oscuro. All’Accademia di Trayus, Darth Sion si appellò alla pienezza della collera e attinse alle esiziali correnti del pianeta per collimarle contro l’avversaria. l due titani si affrontarono in un veemente duello di spade laser e il Signore del Dolore ostentò la maestà dell’immortalità, mai cedendo ai fendenti inclementi della Jedi. Ogni uccisione che Sion soffriva, era istantaneamente vanificata dalle sue auguste doti rigenerative e il Lato Oscuro riconsegnava la bestia consunta alla vita.

L’amore è la morte del Dolore

Nulla sembrava spezzare la furia ferina di Darth Sion, pertanto Meetra Surik ricorse all’astuzia oratoria per irrompere nella mente travagliata del Sith, divellerne la concentrazione e corroderne lo spirito rabbioso. L’implementazione della strategia si sublimò con la verace asserzione che Sion non sarebbe mai rientrato nelle grazie di Darth Traya, poiché la Signora del Tradimento abominava qualsivoglia entità dipendente dalla Forza. Il suo inganno fu assoluto e presto avrebbe annichilito il campo metafisico insieme all’esistenza che sosteneva. La psiche di Sion vacillò, in un ciclico dissidio tra la delusione della turlupinatura e la crescente speranza verso Surik. Conteso tra le muse, il Sith fu pervaso da quella remota emozione verso la Jedi, già percepita su Korriban, la cui armonia perdona altresì il male più efferato. La tortura del Dolore finalmente si dissolse. Pronto ormai ad affrancarsi da questo mondo, si consegnò infine alla Forza, per giacere su quella agognata pace universale che mai conobbe.

La sconfitta di Darth Sion per mano di Meetra Surik.

Gli insegnamenti dei veri Sith

I dettami dell’Accademia di Trayus, dai quali Darth Sion apprese il Dolore e Darth Nihilus la Fame, sono prodromici di una dottrina più empia, il cui tetro flusso sgorga dalle Regioni Ignote. Sono diafane applicazioni dell’arte alchemica che rese l’Imperatore Vitiate imperituro e che si esaurì con la completa estinzione della Forza sul pianeta Nathema. Darth Tenebrae riunì e sottomise alla propria volontà con il Lato Oscuro tutti gli ottomila Signori dei Sith sopravvissuti alla Grande Guerra Iperspaziale (5000 BBY). Mediante un esecrabile rituale, recise di netto i legami tra la vita e la Forza di tutti gli sventurati sul pianeta. Si nutrì poi di tale distruzione prosciugandone l’energia, la quale gli elargì l’immortalità assoluta. L’immanità dell’atto spogliò totalmente il pianeta della Forza e ivi la vita non avrebbe più prosperato.

La superficie arida del pianeta Nathema (Medriaas), una Ferita nella Forza che trasuda morte e draga l’esistenza.

Dal proprio trono su Dromund Kaas, un pianeta sperduto nelle Regioni Ignote e capitale dell’Impero Sith, l’Imperatore vegliò per secoli sulla galassia, inviando araldi della propria influenza. Dalle Guerre Mandaloriane, alla caduta dei Jedi più prestigiosi, quali Revan e Malak, la minaccia dei veri Sith incombeva, attendendo l’occasione favorevole per invadere una galassia spossata dalla guerra e facile da consumare con un nuovo rito di proporzioni cosmiche.

Le Catene della Forza

La chiave delle suddette tecniche risiede nelle Catene della Forza, ermetiche connessioni che s’instaurano tra esseri viventi in reciproca sintonia, ed endemiche tra maestri e allievi. Chiunque detenga tale legame condivide ogni accezione esistenziale della propria controparte, eccependo recisioni per eventi distruttivi innaturali o alterazioni della bussola morale delle parti coinvolte. Legare a sé altre vite può estollerne il morale in combattimento (come la Meditazione da Battaglia di Bastila Shan), indurle a sacrificarsi per qualcuno (il carisma di Meetra Surik) o a divenire delle belve fameliche di potere (Darth Sion e Darth Nihilus).

Malachor V, la Ferita nella Forza ove si conclusero le Guerre Mandaloriane e ultima frontiera prima delle Regioni Ignote.

Tranciare una Catena è l’unica prassi efficace per provocare Ferite nella Forza e su scala planetaria o maggiore può dissipare tale energia metafisica. Le Ferite hanno la naturale peculiarità di generare Echi nel Lato Oscuro, i quali corrompono la vita e inficiano la Forza. Se più Echi entrassero in risonanza, si creerebbe una distorsione tale da comportare la morte definitiva della stessa. Tale era il proposito di Darth Traya. Vivere senza la Forza è possibile? La risposta è affermativa e Meetra Surik ne era la prova vivente. Ripudiando la Forza, dopo i truculenti eventi di Malachor V alla fine delle Guerre Mandaloriane, l’Esule divenne una Ferita erratica, capace di sopravvivere solo grazie alla propria volontà, un vigore assai più potente. La volontà di vivere realizza il miracolo di detenere la Forza senza risultarne schiavi.

Darth Sion creava legami con le stragi e il dolore per foraggiare la propria immortalità, tuttavia una Ferita disconnessa dalla Forza poté esorcizzare il male di uno dei Signori dei Sith più temibili della storia.

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