Ahsoka vs Andor vs Mandalorian: serie a confronto

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Lo scorso 3 Ottobre si è conclusa Ahsoka, l’ultima serie live action ispirata all’universo di Star Wars realizzata per Disney+. E la cosa mi ha lasciato quasi totalmente indifferente. Non ce la faccio proprio ad unirmi al coro di entusiasmo con il quale è stata accolta la serie. Non penso sia stata un disastro come Obi-Wan Kenobi o The Book of Boba Fett ma ad Ahsoka ho preferito di gran lunga titoli come Andor e il primo The Mandalorian. Andor potrei quasi azzardare essere la mia preferita.

Quindi, anziché realizzare una recensione sulla sola Ahsoka perché non metterla a confronto con Andor e The Mandalorian?

Partiamo dal perché non ho amato particolarmente Ahsoka. O come dicevo prima, dal perché mi ha lasciato indifferente, che forse è pure peggio.

Essenzialmente soffre di due problemi.

1.Troppi episodi

Decomprimere una trama come questa solo per giustificare otto puntate è puramente un atto criminale. Ma questo non è un problema solo di Ahsoka, è un problema che hanno un po’ tutte le serie tv che vengono realizzate per Disney+, vale anche per Andor. Almeno tra quelle che fungono da traino, perché diciamo la verità, Disney+ vive grazie a Marvel e Star Wars.

A differenza di altri colossi streaming Disney+ non può contare su serie originali di successo o diventate realmente dei fenomeni di culto. Gli manca il suo Stranger Things, il suo Squid Game, il suo The Boys o Gli Anelli del Potere. Quindi fa leva su due marchi che sono già cult e che possono contare su uno zoccolo duro di fans, e spesso i due fandom si intersecano, il fan di uno è anche fan dell’altro.
Pensateci bene, difficilmente vedrete due serie di questi marchi uscire in contemporanea. Dal 2020 il “palinsesto” di Disney+ ha visto alternarsi, più o meno, serie Marvel Studios e Lucasfilm. Ho verificato e confrontato le date di rilascio, coincidono. Intervallate poi dalla release del film Disney, Pixar o Marvel di turno.

Parlo di palinsesto perché su Disney+ da sempre han puntato sulla politica del rilascio settimanale degli episodi, contro il binge watching che ha decretato il successo di Netflix. Anche Prime Video ha fatto sua la lezione, e infatti rilascia settimanalmente le puntate delle sue serie di punta.

Ma è anche un processo naturale, normale. Non nascondiamoci dietro a un dito. Lo sappiamo tutti che la maggior parte delle serie a cui mi riferisco non hanno esattamente brillato. E, attenzione, perché non si parla necessariamente di qualità, perché quella volendo la trovate anche su Disney+ sotto Star per esempio, ma di presa sul pubblico. Non avendo quella forza necessaria a diventare un instant cult l’alternativa è tenere ancorato il pubblico il più possibile sulla tua piattaforma, così da evitare che disdicano l’abbonamento.

Però, come dicevo poco fa, non si parla necessariamente di qualità ma se devi per forza riempire un “palinsesto” devi anche saperlo gestire. Delle serie uscite finora giusto la prima stagione di The Mandalorian e WandaVision han saputo reggere il gioco. Per altri titoli bastava qualche puntata in meno, e già ne realizzano piuttosto poche, per altri forse era meglio un film. Per Ahsoka forse era meglio un film, ne avrebbe giovato narrativamente. Visto e considerato che alla fine ci troviamo più o meno al punto di partenza.

2. Continuity canaglia

Ahsoka è terribilmente schiava della continuity. Metto le mani avanti. Chiaramente è un problema mio, problema fino ad un certo punto. Ci tengo a precisare che sono cresciuto pane e fumetti Marvel, quindi potete immaginare la mole di continuity che c’era dietro. Eppure da ragazzino la cosa non mi ha mai spaventato, e ho sempre difeso strenuamente la continuity. Non l’ho mai vista come un vero e proprio limite, il limite sta nella volontà del lettore o, a seconda dei casi, dello spettatore.

Il mio problema con Ahsoka risiede nel fatto che l’ho vista troppo indirizzata a chi aveva già confidenza con determinati personaggi. Dave Filoni non ha vero interesse a mettere a proprio agio chi non conosce The Clone Wars e Rebels. Non posso non mettermi nei panni di chi come me non ha mai visto quelle serie. Ovviamente faccio mea culpa, è una lacuna che un giorno mi piacerebbe colmare ma penso anche che si debba invogliare il pubblico a recuperare il passato. Una serie, se fa parte di un contesto più ampio, deve fornire le informazioni necessarie a comprendere il tutto, darti le giuste imbeccate per incuriosirti quanto basta a recuperare e proseguire.

dal web

Insomma, Ahsoka per certi versi è una serie estremamente For Fans Only e non si preoccupa minimamente di invogliare gli altri ad appassionarsi. Ad un certo punto mi sono sentito come il famoso meme con Leonardo Di Caprio che punta il dito alla tv in una sfilata di personaggi che finalmente vediamo proposti dal vivo.

E vogliamo parlare di Thrawn? Colui che un tempo fu il primo vero villain del fu Universo Espanso, annunciato con grandissime aspettative e… non fa niente! Il personaggio ci viene presentato con metà del carisma di Moff Gideon ed è ben lontano dallo stratega che ho conosciuto nei romanzi di Timothy Zahn.

Perché The Mandalorian e Andor funzionavano meglio?

Un gruppo così badass non lo rivedremo mai più

The Mandalorian fu un fulmine e a ciel sereno. Lontano da qualsiasi tipo di serialità a cui ci siamo abituati dall’avvento di Netflix. Episodi di brevissima durata, per lo più autoconclusivi con Mando e Baby Yoda protagonisti di svariate avventure, legati da una trama orizzontale. Per certi versi una ventata di aria fresca ma che ci riportava ad una serialità più classica, pensate a serial come Xena ad esempio, ma con un senso estetico e una cura generale decisamente moderna. Classico è un po’ una parola d’ordine per Mando, rievocando anche le atmosfere tipiche di Star Wars ma presentandoci personaggi totalmente inediti che nel giro di poco tempo e pochissime battute (“questa è la via”, “ho parlato”) sono diventati iconici e hanno fatto breccia nel cuore del pubblico.

Con Ahoska invece non ci hanno presentato nessuno, tu spettatore devi già conoscere questi personaggi, e si torna al discorso dell’invogliare.

Più o meno la mia espressione appena finito di vedere Ahsoka.

Per quanto riguarda Andor invece parliamo di una serie che rispetto a The Mandalorian è agli antipodi. Si sviluppa in una trama orizzontale e ci mostra un aspetto di Star Wars che in live action era stato sfiorato solo da Rogue One. Nei fumetti e nei romanzi già il discorso cambia.
Come Ahsoka, Andor soffre di un eccessiva lunghezza con alcuni episodi che girano a vuoto ma colpisce dritto al punto. È lo Star Wars maturo e adulto, quello cresciuto con noi, accantonando la sua natura fiabesca per mostrarci quelle zone grigie, sia tra i Ribelli che nell’Impero, che fanno parte della vita di tutti i giorni, che ci piacciano o meno. Anche qui lo fa con personaggi carismatici che però a differenza di Mando e Grogu articolano discorsi ben più taglienti. Paradossalmente il personaggio meno interessante è il titolare della serie, che pare sballottato a destra e a manca come testimone degli eventi. Quindi, pur essendo un prequel di un prequel Andor è una serie che ha sul serio qualcosa da dire e non vive di puro fan service come ahimè hanno fatto i già citati Boba Fett, Kenobi e in parte la stessa Ahsoka.

Per concludere

Oggettivamente non posso dire che Ahsoka rispetto a Mandalorian e Andor sia una brutta serie. Effetti visivi, make up ed effetti speciali sono notevoli, decisamente al di sopra della media di produzioni Disney recenti, film compresi. Ma narrativamente si muove eccessivamente in una comfort zone(per il fan più hardcore) che inizia a starmi decisamente stretta. Lo so, suona paradossale e un po’ ipocrita da parte mia. E mi domando se un domani, finita la sfilata di vecchie glorie ripescate dal passato, sapranno osare e stupire veramente.


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