BOSSK, il cacciatore di taglie Trandoshano in tutona gialla e sguardo feroce

Bossk

Senza dubbio, dopo Boba Fett, nell’immaginario collettivo del fan di Star Wars, Bossk occupa un posto di rilievo tra i Cacciatori di Taglie.

Il letale Bossk

Appare per la prima volta in Ep.V “L’Impero colpisce ancora” e in Ep.VI “Il ritorno dello Jedi” si intravede appena, dentro il vascello di Jabba the Hutt, qui solo l’occhio più attento del telespettatore lo potrà individuare nella penombra della nave. Nell’ampia produzione dell’universo di Star Wars appare in “The Clone Wars” con alcune partecipazioni importanti ed è presente nel videogioco “Battlefront”.

Nella scena del reclutamento dei Cacciatori di Taglie da parte di Darth Vader in  Ep.V il protagonista di quell’incontro é Boba Fett, ma a Bossk la regia di Irvin Kershner dedica comunque una scena parlata (anzi sibilata) creando così i presupposti per un impiego nel mondo del merchandising legato ai personaggi minori, che spesso diventano oggetti di culto tra i collezionisti. Bossk infatti, cronometro alla mano rimane sullo schermo per pochissimi secondi, è maledettamente iconico grazie alla tuta spaziale gialla che però gli lascia liberi i piedi rigorosamente artigliati. E’ armato fino ai denti con lanciagranate Relby V-10 dalla notevole forza distruttiva, sibila e ringhia con gli occhi iniettati di sangue e odia i Wookiee a tal punto che sulla sua nave ha una stanza per le torture apposita per loro.

Nella Top 10 dei Villain di Star Wars

La storia di Bossk parte come tutte quelle dei cattivi: da un’infanzia problematica. Il suo letale istinto si intravede fin dalla schiusa del suo uovo, dove uccide i fratelli della nidiata. Bossk ha una sorella che sopravvive e tenterà più avanti di fargli cambiare vita, senza riuscire nell’intento. Cresciuto in fretta diviene cacciatore di Wookiee, ereditando dal padre il mestiere e l’odio per la specie originaria di Kashyyyk

Entra a far parte del sindacato dei Cacciatori di Taglie avendo un ruolo importante nell’allevamento del giovane Boba Fett, dopo che suo padre Django ha perso la testa (non per amore ma per mano di Mace Windu) e proprio con lui cerca di uccidere il Jedi dalla Spada laser viola, senza successo, i due anzi vincono un soggiorno gratuito nel centro di detenzione della Repubblica su Coruscant. Una volta evaso prende parte a numerose azioni nella galassia dando la caccia a Chewbacca e Han Solo, nutrendo un odio viscerale per il Wookiee più famoso della galassia e il suo compare, anche prima che Darth Vader lo ingaggi nella famosa scena (a me tanto cara) sull’incrociatore Executor.

Bossk in giro per la Galassia

La sua carriera lo porta al sindacato dei cacciatori di taglie di Tatooine lavorando anche per Bib Fortuna, scala le gerarchie delle gilde dei Cacciatori di Taglie creando un proprio gruppo. Sarà Boba Fett il suo più grande cruccio e fonte di problemi, i due infatti percorrono la Galassia tra azioni in tandem e scontri feroci, con Bossk furente di rabbia perché Boba Fett non gli ha mai voluto pagare una parte della taglia su Han Solo.

Il suo difficile rapporto con Boba Fett

Tenta di liberarsi del Mandaloriano sganciando un detonatore termico (piccolo eh) all’interno dello Slave I, Boba Fett in un’altra occasione fa lo stesso con la nave di Bossk ma l’ordigno non esplode (era un bluff di Boba). L’epilogo della carriera del Trandoshano avviene dopo uno stallo “alla messicana” su Tatooine con tanto di blaster puntati tra lui e Boba Fett che si conclude con il conto di Bossk pieno di crediti.

Voci ed archivi di vari Sistemi lo danno per disperso dopo un’esplosione di una stazione spaziale di detenzione vicino Ord Mantell, tuttavia un guscio di salvataggio risulta lanciato. Il personaggio di Bossk riscuote notevole successo tra i fan e il merchandising è ricco di riproduzioni della sua immagine, tra T-Shirts, Action Figures e fumetti non si può dire che sia passato senza lasciare segno. Chissà che non venga impiegato in qualche apparizione nei vari spin-off  che Disney sta generando in questo nuovo interessante periodo di produzione.

Articolo a cura di Marco Serra

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