La prima volta che vidi Luke Skywalker in “Una Nuova Speranza” sullo schermo era il 1984, in tv, su una tv privata.
Non vidi “Guerre Stellari” – quello è il titolo con cui noi vecchie e vecchi nerd chiamiamo ancora “Una Nuova Speranza” – al cinema ma in tv.
Mentre tutte le mie amiche, o quasi, sbrodolavano per l’affascinante pirata Han Solo, io persi la testa per il giovane sfortunato fattore, dallo sguardo del cielo.
Era imbranato, avventato, appassionato e mi colpì al cuore.
Con gli anni ho scoperto che vi erano moltissime e moltissimi nerd ad adorarlo proprio per il suo essere un eroe assai atipico.
Luke teme di non saper gestire i propri poteri
E questo suo essere diverso continuò nei film successivi “L’impero colpisce ancora”, dove è sul punto di cedere al male perché si sente tradito dai suoi mentori.
Il tutto dopo aver preso botte e aver perso una mano, grazie al ritrovato “adorabile” papino Anakin/Vader.
Anakin è un altro personaggio che adoro ma, come direbbe il Saggio, questa è un’altra Storia.
Francamente che Luke Skywalker avesse dei poteri non la consideravano una facilitazione, mettiamola così.
Perché ho sempre pensato che per usare determinate qualità bisognasse dimostrare di esserne degno e non usarle per i propri capricci personali, a meno che non hai 6 anni.
Per dirla come in Spider-Man:
“Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità”
Un eroe fragile e sognatore
Come molti sappiamo, Luke è diventato l’eroe dell’Alleanza Ribelle per aver distrutto la Morte Nera.
Poi divenne leggenda per aver fermato, così pensa il volgo della galassia, Vader e Palpatine.
E come direbbe Obi-Wan Kenobi, questo è “vero, da un certo punto di vista”.
Dopotutto se Luke, rischiando la propria vita e la propria anima, non fosse riuscito a redimere Anakin, questi non avrebbe ucciso Palpatine per salvarlo da morte certa.
Di fatto è vero che Luke sconfigge Palpatine, vedere la scena in cui lo umilia, nel rifiutare di passare al lato oscuro.
Luke il primo che umilia Palpatine
Luke è il primo jedi che lo guarda in faccia e lo rifiuta, pur mostrando di avere paura di morire, preferisce correre questo rischio.
Non vuole percorrere la pericolosa strada del padre, che, con la sua scelta scellerata, ha distrutto la vita delle persone che amava e di molti altri esseri della galassia.
Il ragazzo è stato ad un passo dal baratro, fino ad un istante prima, attaccando il padre con rabbia e ferocia mai vista prima, quando Vader minaccia di usare le sue arti malefiche per irretire l’adorata gemella Leia.
Alla faccia di chi continua a parlare di eroe perfetto, che fa sempre la cosa giusta.
Colui che seguirebbe come un burattino gli ordini dei propri maestri, in realtà Luke vince perché fa l’opposto di ciò che dicono i suoi mentori.
E questo fin dal primo film.

Non ascoltare i tuoi maestri e diventerai un eroe
Ricordate che Obi-Wan gli dice di rimanere nella sala comandi in attesa del suo ritorno?
Luke convince Han ad andare a tentare di liberare Leia, usando la manipolazione verbale.
Come sapeva fare benissimo sua madre Padmé per fermare le sfuriate di Anakin oppure per ottenere qualcosa di giusto nel senato galattico.
Poi vabbè finiranno nel compattatore dei rifiuti perché né Luke né Han hanno un reale piano oltre il tirar fuori Leia dalla prigione.
E per fortuna, come ha detto anche il mitico Mark Hamill di recente, che con loro vi fosse Leia, altrimenti sarebbe stato un film molto breve…

Nell’Impero colpisce ancora, Luke rifiuta di ascoltare i del… ehm i consigli di Yoda sul lasciar morire proprio Leia e Han, in nome di un bene superiore.
Ascolta sempre il suo cuore ma a differenza del padre, sa usare anche il cervello e sa come portare gli eventi nella direzione che vuole, questo nonostante la sua palese insicurezza e il suo essere perennemente in bilico tra lato oscuro e chiaro.
Non è mai stato il jedi perfettino che alcuni credono.
Luke mentore socratico
Segue ciò che è dentro di sé, è il perfetto esempio de “la verità è dentro di te” di Socrate.
Vi sono diversi problemi nei sequel – e ne parleremo tra poco – ma alcune cose funzionano e in linea con il Luke che conosciamo da sempre.
E una di esse è il Luke che insegna a Rey “che la Forza è dentro di te”.
Non servono regole, non servono dogmi.
Francamente mi chiedo da anni perché alcuni si siano fatti l’idea di un Luke dogmatico, questo a prescindere dai sequel.
Oltre agli esempi sopra, ricordo che ne “Il Ritorno dello Jedi”, decide di andare a redimere il padre, contro tutto e tutti.
Sia Yoda che Obi-Wan vogliono che uccida Vader!
E se su Obi-Wan posso avere qualche dubbio, considerato che dentro di sé ha sempre sperato nella redenzione dell’ex amico, su Yoda no.

Un eroe che vuole redimere il cattivo
Yoda ce l’ha a morte con Anakin, è più che evidente, lo vuole morto – e lo capisco perfettamente eh – da quando vide l’orribile strage fatta al tempio jedi.
Yoda non crede che dal lato oscuro ci si possa redimere, lo vede come il male.
Gli hanno insegnato che emozioni e sentimenti sono male.
E, per citare una mia cara amica, Yoda ha rifiutato queste cose perché, probabilmente, era stanco di perdere le persone a cui teneva, dato che aveva una vita molto più lunga di loro.
Così ha perso il contatto con la realtà, portando l’ordine allo sfacelo, insieme al suo complice Mace Windu, il quale odia Anakin perché osa avere un contatto più grande con la Forza di quanto abbiano tutti i membri del gran consiglio.
Tuttavia, qui, di nuovo, è un’altra Storia.

Come sappiamo Luke riesce nel suo intento, redime il padre, dopo aver subito indicibili torture psicologiche e fisiche, rischiando di farsi sopraffare dalla paura e dalla rabbia sacrosante verso Anakin stesso e verso la merd… ehm Palpatine.
Luke Skywalker e Ahsoka Tano, due anime affini
Dopodiché il nostro, diventato una leggenda, suo malgrado, per l’intera galassia, inizia a rifondare l’ordine, informandosi sui vecchi libri, cercando nuovi allievi e finendo anche per conoscere Ahsoka, l’allieva del padre, che non ha mai ceduto al male, nonostante tutto.
I due hanno molto in comune per vari motivi.
Sanno che i dogmi e le troppe regole hanno incancrenito l’ordine jedi e lo hanno fatto odiare dalla gente comune.
Sanno che rabbia e paura non sono propriamente il male, basta saperle usare nel modo corretto.
E sanno che seguire il proprio cuore non è la scelta sbagliata, bisogna farlo con cervello e non farsi sopraffare dalle emozioni.
Tutte e due sembrano seguire il motto dell’oracolo di Delfi:
“Conosci te stesso!”
Entrambi sono stati feriti profondamente da Anakin/Vader e si sono sentiti traditi da lui ma non hanno perso la speranza.
Speriamo che prima o poi ci venga mostrata una lunga discussione tra i due, anche in una serie animata.
Cosa dunque non funziona nei sequel?
Tante cose ma proviamo a concentrarci solo su Luke, per ora.
Luke arrabbiato con il vecchio ordine jedi è in character, come è in character il suo modo particolare di insegnare e la sua insicurezza cronica, peraltro tipica della famiglia, visto che, oltre al padre, anche la madre e la sorella ne sono afflitte.
Ciò che ha infastidito i più è aver insinuato che potesse intenzionalmente mentire per passare per martire e nel contempo accusare ingiustamente il “povero” Ben Solo.
E ciò che infastidisce è la sua fuga volontaria, dopo il misfatto, che lascia l’amata sorella Leia nei guai fino al collo.
Luke Skywalker non è Han Solo.
Da sempre ammira chi fa la cosa giusta.
E secondo il canon ha i tra i suoi miti, la squadriglia di Rogue One.
Sono quasi sicura che conosca e apprezzi il manifesto di Nemik perché riflette molte delle sue convinzioni personali.
Sa di avere una parte oscura molto forte, lo sa bene e ciò lo spaventa da maledetti – vedere la scena della caverna di Dagobah – e proprio per questo non lascerebbe mai sole le persone a cui vuole bene.
Né si spaccerebbe per martire, anzi Luke sarebbe capace di darsi colpe che non ha, lo fa da sempre, è un insicuro cronico.
E infatti nella seconda parte di The Last Jedi, lo vediamo incolparsi della caduta del nipote e dargli una chance, morendo per redimerlo e per salvare la resistenza.
Lasciatemi dire che la scena della sua morte, come fa notare una nota cinefila, è di una poesia unica.
Ripeto: Luke Skywalker rabbioso e insegnante “socratico” ci sta benissimo, in fuga e bugiardo no.
Eroe umano
Luke Skywalker è amatissimo dal fandom perché è un eroe umanissimo, che ha subito tante cose, è stato in effetti anche vittima, non sempre fa la cosa giusta e quando decide di seguire il suo cuore, rischia di finire in grossi guai.
Speriamo che la Disney, dopo avergli regalato dei bellissimi cammei in Mandalorian 2 e in The Book of Boba Fett, possa donare a Luke una serie oppure un film, dove ci racconti come sia riuscito a creare il nuovo ordine jedi, con zero dogmi.
E dove sia riuscito ad essere felice con una donna, almeno per qualche tempo.
Va bene una serie animata o live action, con un recasting per i giovani Luke (qualcuno ha detto Sebastian Stan?), Leia e Han e il mitico Mark Hamill che fa da voce narrante alle vicende giovanili del suo Luke.
Avrei già in mente un titolo.
Destiny of Skywalker Twins.
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