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Nei luoghi di Star Wars Episodio I:
Il Palazzo Reale di Naboo ossia la Reggia di Caserta


Cenni storico-architettonici

di Bruno Gardegni


     Dopo il deserto di Tataouine in Tunisia, diventato il pianeta Tatooine, luogo simbolo della saga, scenograficamente parlando la novità più rilevante di EpI non sono i bellissimi paesaggi virtuali creati al computer ma la scelta da parte di Lucas di ambientare diverse scene all'interno di antichi palazzi, questa volta reali, per sottolineare -se ce ne fosse ancora bisogno- l'aspetto favolistico di Star Wars.
     Così, alla ricerca di ambientazioni originali, o inseguendo il proprio interesse giovanile per l'architettura, quella italiana in particolare, o per entrambi i motivi, Lucas scelse la più grande Reggia del nostro paese per rappresentare il Palazzo Reale di Naboo della Regina Amidala.
     L'esperienza deve essere talmente piaciuta a Lucas da fargli scegliere di tornare "sul luogo del delitto" anche per EpII e per EpIII, come noto.
     Immaginando che tutti o quasi i fan abbiano visitato la Reggia, proverò ad illustrare brevemente le fasi storico-architettoniche di questo immenso Palazzo.
     Il Palazzo Reale di Naboo… volevo dire la Reggia di Caserta, è la più grande opera di uno dei maggiori architetti del XVIII secolo, Luigi Vanvitelli. Nato a Napoli il 12 maggio 1700, non fu solo architetto, ma anche scenografo, pittore, ingegnere idraulico, strutturista restauratore e urbanista; un factotum insomma, allievo di Nicola Salvi, autore della Fontana di Trevi a Roma.
     Carlo di Borbone, salito al trono napoletano nel 1734, decise nel 1750 di realizzare a Caserta una grande Reggia, principalmente per motivi strategici di carattere politico-amministrativo. A tale scopo si rivolse proprio al Vanvitelli.

     Il sovrano e la regina Maria Amalia di Sassonia chiedevano un'opera che stesse alla pari, se non superasse, le grandi reggie europee come Versailles in Francia e Schonbrun in Austria.
     La costruzione del Palazzo iniziò il 20 gennaio 1752; nel cantiere furono impegnati oltre 2500 operai, di cui 300 erano capomastri, 166 prigionieri condannati a lavori forzati, 245 prigionieri turchi, 160 cristiani accusati di gravi reati, tutti sotto il controllo di oltre 400 guardie reali e una dozzina di funzionari della Pubblica Amministrazione. Inoltre, per il trasporto e movimento di materiali lapidei, furono impiegati oltre a cavalli e asini, secondo i resoconti dell'epoca, anche cammelli ed elefanti.
     Nel 1759, con la partenza di Carlo per Madrid, dove divenne nuovo sovrano di Spagna con il nome di Carlo III, i lavori subirono un rallentamento anche a causa della mancanza di fondi; comunque proseguirono fino alla morte del Vanvitelli nel 1773 rimanendo incompiuti. Sotto la direzione del figlio Carlo i lavori proseguirono ancora più lentamente e soltanto nel 1847 venne terminata la Sala del Trono situata al secondo piano del palazzo. Solo allora il cantiere poté finalmente considerarsi chiuso.

     La pianta dell'edificio è di forma rettangolare, con quattro cortili interni divisi dai due corpi centrali del palazzo che si intersecano perpendicolarmente; il lato maggiore misura 252 metri, il minore 202 metri, per un'altezza di 41 metri.
     La facciata presenta un basamento a bugnato, comprendente il piano terreno, seguito da un ordine gigante con mezze colonne, comprendente piano nobile e secondo, infine la trabeazione con le finestre dell'ultimo piano, e un cornicione con balaustra.
     Al centro del lato sud vi è l'ingresso principale, presente anche al centro della facciata rivolta verso il parco e nei quattro angoli dell'edificio; superato l'ingresso si entra in una lunga galleria che attraversa tutto l'asse centrale dell'edificio, dove nel film si scontrano la Regina e il suo seguito con i droidi del Viceré; a metà galleria si trova il vestibolo di forma ottagonale, con visuale dei quattro cortili interni; a destra, l'altrettanto famoso Scalone d'onore, da cui discende la finta Regina e relativa corte appena arrestata dalle truppe della Federazione, costituito da una grande rampa principale e due rampe secondarie superiori segnalate dai due maestosi leoni in marmo, simboli del potere regale.

     Al secondo piano si trova la Sala del Trono nella quale sono ambientate le scene più importanti che vedono la Regina, verso l'inizio del film, discutere assieme ai suoi consiglieri sul blocco attuato dalla Federazione.
     La Sala del Trono è la più grande dell'Appartamento storico, comprendente altre sale della residenza reale. Questa sala per circa mezzo secolo rimase priva di decorazioni. Fu Francesco I ad affidare la progettazione delle decorazioni all'architetto Pietro Bianchi; il progetto del 1824 prevedeva la realizzazione di un salone monumentale dedicato ai sovrani borbonici rappresentati da statue di marmo disposte lungo le pareti.
     I lavori iniziati nel 1827 furono sospesi, ripresi nel 1830, di nuovo sospesi e ripresi nel 1839 con la direzione dell'architetto Gaetano Genovese; nella realizzazione definitiva al posto delle statue sono presenti 28 pilastri corinzi scanalati e abbinati; il trono è in legno dorato con i braccioli a forma di leoni alati.

     Infine il grandioso Parco, anch'esso progettato dal Vanvitelli e realizzato dal figlio Carlo, che si sviluppa su 120 ettari di terreno leggermente in pendio.
     La parte iniziale uscendo dal Palazzo è costituita da un prato realizzato su un precedente giardino rinascimentale; sul lato occidentale del parco si trova la Castelluccia, un castello in miniatura di pianta ottagonale costruito per gli svaghi di corte.
     A nord della Castelluccia si trova uno specchio d'acqua denominato Peschiera Grande, scavato nel 1769 su disegni di Vanvitelli dall'architetto Collecini.
     Da un'altezza di ottanta metri precipita l'acqua dell'Acquedotto Carolino che alimenta le vasche e le fontane.
     Il limite tra la parte pianeggiante del parco e le fontane monumentali è sancito dall'asse mediano della Fontana Margherita. Dopo il Ponte di Ercole inizia la via d'acqua con spettacolari effetti scenografici basati appunto sulle potenzialità artistiche dell'elemento acqua: per prima incontriamo la Vasca dei Delfini, a seguire la Fontana dei Delfini, la Vasca e Fontana di Eolo, la Vasca di Cerere, la Fontana di Cerere, le Piccole Cascate, la Fontana di Venere e Adone, la Fontana di Diana e ultime le Grandi Cascate, a lato delle Fontane si sviluppa il grande Giardino Inglese.


Il parco della Reggia


Le finte rovine

     Il Giardino Inglese, voluto dalla regina Maria Carolina d'Asburgo, fu realizzato a partire dal 1786; si sviluppa per circa venticinque ettari in leggera pendenza, nella parte nord-est del parco. Nella parte alta dello stesso parco si trovano i ruderi o false rovine del Tempio Italico, realizzato con materiali provenienti da scavi effettuati nell'area vesuviana.
     Altri elementi del giardino sono il Criptoportico con antistante uno specchio d'acqua chiamato Bagno di Venere.

     Mi auguro di aver stimolato la curiosità di chi non ha ancora visitato la Reggia, e per chi lo avesse già fatto... è sempre bene tornarci!







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