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Tutti in sella!

di Giulia Garbin - con la consulenza di Stefano Vimercati


     La caratteristica espressione terrestre: "Ma datti all'ippica!" non avrebbe alcun senso nell'universo di Star Wars. Da quelle parti infatti non esistono cavalli o per lo meno non se ne sono ancora visti. In compenso c'è una discreta varietà di bestie "cavalcabili", la cui natura aliena ben si presta a qualche modesta considerazione.
     Creare una forma di vita assolutamente nuova, senza il minimo riferimento a quanto ci è già noto, è molto difficile per non dire impossibile. Per questa ragione la fantascienza, pur lanciandosi in soluzioni arditissime quando non addirittura geniali (si pensi allo stupendo mostro di Alien), ha sempre dovuto ispirarsi alla comunque ricca fauna del nostro pianeta a partire dai colossi preistorici fino ad arrivare all'innocuo gattino di casa.
     Anche Star Wars non si è sottratto a questa regola e in più ha potuto riallacciarsi a certe collaudate invenzioni fantastiche del passato. Mi riferisco in particolar modo a Flash Gordon che, come è già stato detto e ripetuto, costituisce una delle fonti primarie utilizzate da George Lucas per realizzare la Trilogia.
     Premesso che nel mondo di Flash Gordon i cavalli esistono ma che con un tocco di esotismo sono stati trasformati in unicorni, esaminiamo quei buffi struzzi che caracollano nel gelido regno di Frigia. (Nota: la Regina di Frigia, Fria, ha le trecce a ciambella e lo stesso caratterino pepato della nostra Leia... Solo una coincidenza?) Questi struzzi si chiamano "uccelli delle nevi" (ma guarda un po'!) e non vi sembra che ricordino da vicino i tauntaun di Hoth? Entrambe le specie si muovono in posizione eretta, sono originarie di climi freddi e si lasciano addomesticare, cosa che naturalmente rende possibile usarle come cavalcature. Ciò che le differenzia, a parte ovviamente l'aspetto generale, è il numero di redini con cui vengono guidate: una come per il cavallo per l'uccello delle nevi ; due legate alle corna ritorte e alla bocca nel tauntaun. Sia lo pseudo-struzzo che il tauntaun posseggono zampe posteriori che terminano con tre potenti dita, al posto dei classici zoccoli, probabilmente per fare maggiore presa sul terreno innevato e ghiacciato. Sulla Terra, ahinoi, non possiamo vantare niente di così originale. Solo i cani da slitta, parlando naturalmente di animali domestici, paiono i più adatti a spostarsi nelle zone polari.
     Passiamo a regioni più calde e precisamente a Tatooine. Qui l'influenza di Flash Gordon si stempera in quella più familiare del nostro mondo. Le dune cotte dai soli gemelli sono attraversate a dorso di bantha o di dewback. I primi sono giganteschi animali irsuti dall'aria simpatica che somigliano vagamente ai buoi muschiati delle steppe asiatiche; i secondi sono simili a dei lucertoloni con qualcosa dell'elefante (gli occhi infatti non sono da rettile).
     I bantha sono il mezzo di locomozione preferito dai predoni Tusken, ma secondo lo Star Wars Sourcebook della West End Games sono allevati comunemente anche dai coloni per i lavori più pesanti e, notizia curiosa, sembra che i bantha siano stati importati su Tatooine da un altro pianeta al contrario dei tauntaun, indigeni di Hoth. Fatto sta che l'andatura ondeggiante ed ingannevolmente goffa dei bantha rammenta quella dei dromedari e dei cammelli che non per niente sono conosciuti come "navi del deserto". Senza contare che al pari dei loro colleghi terrestri bantha e dewback si trovano a loro agio nei climi torridi.
     Sempre secondo l'autorevole SW Sourcebook di cui sopra, i dewback vengono impiegati dalle truppe d'assalto del deserto (sandtroopers) per muoversi nelle lande più inospitali di Tatooine. Ridotti in cattività, i dewback si dimostrano docili, piuttosto intelligenti e molto resistenti alle dure condizioni ambientali del pianeta. Un po' come i nostri elefanti, non è vero? Ma le corrispondenze fra le due razze non si limitano a questo. Come facevo notare prima, gli occhi dei dewback non sono occhi da rettile. Inoltre la conformazione del cranio ricorda da vicino quella dei grossi pachidermi erbivori africani ed asiatici, mentre il manto coriaceo pare un compromesso tra le scaglie dei draghi e la pelle spessa dei rinoceronti.
     Bene, siamo giunti al termine di questa —è il caso di dirlo!— galoppata. Speriamo di avervi divertito, ma se dopo tutto continuate a preferire il buon vecchio caro cavallo... non sappiamo darvi torto!


     Pubblicato su CLOUD CITY # 9 del Luglio 1991






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