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THE CLONE WARS
episodio 1, "Ambush"


di Davide G. Canavero



Trama:

In cosa consiste la vera grandezza? Giudichi forse me dalla grandezza? dirà un giorno Yoda a Luke. Quel che è certo è che nel caso del venerabile Maestro la grandezza non conta.
Veniamo proiettati nel pieno della guerra, già da tempo iniziata, seguendo una delle tante trame che portano i cavalieri Jedi a contendere ai Separatisti il controllo dei pianeti ancora neutrali. Yoda si reca su Rugosa, luna di Toydaria, il pianeta natale di Watto, per convincere il re Katuunko a unirsi alla Repubblica offrendo il suo appoggio in cambio della protezione dei Jedi.


Sulla sua strada, però, trova una flotta separatista e l'assassina Asajj Ventress, incaricata di impedire l'incontro con ogni mezzo, cominciando da quelli più cortesi e subdoli. La fiducia dei toydariani nei Jedi deve essere minata se i nemici della Repubblica vogliono conquistare il sistema stellare alla loro causa.
La nave di Yoda viene attaccata brutalmente da possenti incrociatori, ma questo non impedisce al grande maestro di tentare ugualmente l'atterraggio. Tutti i gusci di salvataggio vengono espulsi, molti sono abbattuti, ma quello di Yoda e dei tre soldati clone che sono con lui giunge a destinazione intatto.


L'ologramma del conte Dooku, con falsa deferenza, tenta di convincere il re Katuunko che i Separatisti possiedono cento volte più droidi di quanti siano i cloni della Repubblica; ma il leader toydariano, saggio e prudente, replica che a quanto sa un singolo Jedi vale cento droidi. La grandezza e il numero sono argomenti che non fanno presa sui saggi.


Sulla superficie di Rugosa ad attendere Yoda e i suoi tre cloni sopravvissuti è una nuova trappola: una divisione di forze al comando di Ventress è pronta a impedire al Jedi di raggiungere il re; ma ora Katuunko sa che Yoda è arrivato e che non ha paura di affrontare le forze separatiste per dare prova del suo valore e dell'efficacia della protezione della Repubblica, anche se il monarca non pretende alcuna prova e alcuna sfida.
Yoda conduce i suoi uomini per un sentiero nascosto; ma non così remoto da sfuggire del tutto al nemico. Mantiene calmi i cloni finché essi sono fuori dalla portata del fuoco separatista; e quando gli stupidi droidi da battaglia conducono i loro carri per una via troppo stretta se la ride di loro: la grandezza non è tutto, specie se si è più grandi nella mente! Quando lo scontro è inevitabile, Yoda ridicolizza con il suo immenso potere e la sua straordinaria velocità gli impacciati automi, che non fanno neppure in tempo a vederlo.


Al sopraggiungere di forze più potenti, come i temibili super droidi da battaglia, Yoda, anziché gettarsi ancora nella mischia, spegne la spada tra lo stupore dei soldati e, meditando nella Forza, dà prova di cosa significhi essere un maestro Jedi, rivolgendo uno dei droidi contro gli altri e usandolo come arma. Intanto, però, Asajj Ventress tenta di far credere a re Katuunko che la marcia di Yoda è stata fermata: è il diretto interessato a smentire di avere problemi con aria sorniona. In realtà le cose non sono così facili per il gruppo: uno dei tre cloni è stato azzoppato nello scontro e occorre riposarsi in un villaggio.


Alla luce di una lampada artificiale, in una grotta, ai cloni esausti e a corto di munizioni, convinti di essere ormai sconfitti, Yoda impartisce una lezione di fede nella Forza: essi non sono Jedi, è vero, tuttavia la Forza scorre anche in loro in quanto creature viventi. Sotto i loro caschi i loro visi potranno essere identici, ma ognuno di loro lascia nella Forza una traccia unica e personale. Per ciascuno di loro il maestro ha consigli speciali: la fiducia in sé, il fatto che non siano le armi a vincere le battaglie ma la Forza, la necessità di non gettarsi incautamente nella mischia, perché è più importante sopravvivere.


Il nemico torna alla carica e Yoda aiuta i pochi cloni smarriti a sentirsi importanti: sono solo tre? Bastano per considerarsi superiori di numero ai droidi. È lui ad affrontare tutta la colonna dei mezzi d'assalto; e lo fa, ancora una volta, seguendo una logica assurda per il nemico. Si siede a meditare, assorto nella sua sintonia profonda con la Forza, davanti alle armi puntate. I droidi confessano candidamente a Ventress di aver trovato Yoda: è seduto davanti a loro. Prima che l'inferno si scateni il Maestro è già in mezzo agli avversari a fare a pezzi automi e carri. Anche i cloni danno il loro contributo abbattendo il fianco di una formazione rocciosa con l'ultimo colpo rimasto.


Yoda trova persino il tempo per tornare ad ammirare le bellezze naturali della luna di Rugosa soffermandosi a "parlare" con farfalle aliene.
A qualche chilometro di distanza il saggio e ironico re Katuunko fa osservare che il fumo che vede è un po' troppo per una resa. No, un Jedi non vale cento droidi, ne vale almeno mille. Dooku incassa il rifiuto del sovrano auspicando di avere miglior fortuna col suo successore; e ordina a Ventress di ucciderlo.


Mentre l'assassina vibra le sue due spade contro il re toydariano, Yoda, finalmente giunto a destinazione, la blocca e la umilia. L'aspirante Sith copre la propria fuga come già fece il suo maestro a Geonosis, cioè facendo crollare rocce sugli avversari: mentre Yoda protegge i presenti la sua solar sailor riesce a fuggire verso lo spazio. Un ultimo scambio a distanza tra Yoda e Dooku sottolinea la codardia di chi percorre la via del Lato Oscuro.
Re Katuunko non vuole avviare alcuna trattativa, non più: chiama Yoda amico e offre alla Repubblica la sua fedeltà incondizionata.



Commento:

L'avvio di questa attesa serie d'animazione CGI è affidato a un personaggio collaudato come Yoda, che dà allo spettatore affezionato un senso di sicurezza.
L'episodio è costruito sul personaggio centrale e in funzione delle sue caratteristiche più amate: la straordinaria e rassicurante potenza, la calma, la spiritualità. Yoda si produce in alcuni momenti perfettamente in linea con il suo stile: ridacchia in modo complice e malizioso, ma un momento dopo, quando un guscio di salvataggio è distrutto e i suoi cloni vengono dispersi nello spazio, è pronto a meditare sul dolore che si riverbera nella Forza.
Poco dopo, atterrato su Rugosa, si ritaglia un momento per ammirare la lussureggiante ed esotica luna su cui è capitato; e per meravigliarsi ancora, dopo 900 anni di età, della varietà e bellezza dell'universo. Non certo un tocco così banale in una serie ritenuta per ragazzini, no? La sintonia del grande Maestro con la Natura è un altro tema che nasce insieme a lui fin da Empire.
Quando poi Yoda impartisce la splendida lezione sull'unicità di ogni creatura, anche dei cloni, e sulla loro partecipazione alla Forza, non si limita alle belle parole: mentre parla fabbrica una stampella per il clone azzoppato in battaglia che gli consentirà di proseguire. Oltre alle parole ci sono anche le opere, come raccomandava San Paolo. Si tratta della scena più profonda dell'episodio, superiore a molti momenti dei film stessi.
Non possono lasciare indifferenti neppure i momenti in cui Yoda si ferma a meditare (torna alla mente Qui-Gon Jinn in Episode I) prima di uno scontro, testimonianza di un animo completamente abbandonato al fluire maestoso e provvidente della Forza. Confidando nello Spirito non c'è più nulla da temere.
Un ultimo tocco delicato e commovente è, al termine della fubidonda battaglia, il momento che il Maestro si ritaglia ancora una volta in mezzo alla natura, accogliendo sulle sue mani delle esotiche farfalle aliene quasi come se potesse chiamarle e comunicare con loro. Ogni creatura è in empatia con lui. È l'apoteosi dello Yoda delle paludi di Dagobah che il pubblico ama e che con più nostalgia ricorda.
C'è persino spazio per qualche risatina da vecchietto dispettoso e compiaciuto, un'altra dolce memoria del primissimo Yoda visto sul grande schermo.
Bisogna però dire che qualche simpatia se la attira anche il re toydariano Katuunko, prudente, saggio e sornione, che poco o nulla concede alla cortesia pelosa e menzognera dei Separatisti e che dà un credito di fiducia illimitato ai Jedi. È anch'egli nel novero dei grandi leader che ispirano grandi azioni ai quali si accenna nella morale introduttiva dell'episodio.
Forse ai buffi droidi separatisti, proprio come nell'episodio pilota uscito nelle sale, vengono affidati fin troppi siparietti comici dei quali non c'è un'esigenza così forte; ma bisogna ammettere che qualche risata canagliesca la strappano; e la loro vacua stupidità è controbilanciata dalla simile ma più profonda vacuità dei cloni, come loro programmati, "vuoti", identici e spersonalizzati, ma proprio per questo tristi e privi di rispetto e fiducia in se stessi (a che serve vedere i nostri volti? siamo tutti uguali). La loro condizione tragica e patetica è illuminata dalla sapienza di Yoda con la sua lezione sull'unicità delle creature.
L'esordio della serie è più che convincente e regala alcuni momenti autenticamente commoventi e memorabili.








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