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CLONE WARS:
EPISODI 14 - 15 - 16 : Missione a Ilum


di Davide G. Canavero

    EPISODI 14 - 15 - 16

     Trama:
     Un bolide si schianta tra le nevi di Ilum, un pianeta remoto del Margine Esterno della Galassia. Si tratta in realtà di un droide camaleonte separatista che, emerso in superficie, scandaglia la zona circostante. Ben presto individua il proprio obiettivo: il Tempio Jedi segreto nel quale sono custoditi i cristalli adegan, indispensabili alla creazione delle spade laser.

     All'interno, nel buio appena rischiarato dallo scintillio multicolore dei bellissimi cristalli, la Maestra Jedi Luminara Unduli e la sua padawan Barriss Offee sono intente alla costruzione di una nuova spada laser: Luminara insegna alla propria apprendista che "il cristallo è il cuore della lama, il cuore è il cristallo del Cavaliere Jedi, il Jedi è il cristallo della Forza, e la Forza è la lama del cuore. Un unico intreccio, il cristallo, la lama, il Jedi: voi siete uno". L'addestramento è completo. Tuttavia qualcosa non va: il sacro suolo del Tempio è stato violato da intrusi.

     Droidi camaleonti in gran numero depositano cariche esplosive su tutta la volta rocciosa del Tempio scavato nella montagna, poi si occultano alla vista delle due Jedi. Ma esse non hanno bisogno degli occhi per sentirli. Senza esitare, Luminara e Barriss iniziano a combattere.

     Muovendosi in perfetta simmetria e sincronia, maestra e allieva affrontano i droidi falciandoli anche quando sono ancora invisibili.

     Barriss riesce a staccare con la Forza alcune mine già in funzione e a rispedirle ai droidi che le hanno depositate, distruggendoli, mentre la sua maestra ne elimina altri. Ma non c'è più tempo: le esplosioni sbriciolano la roccia e provocano una frana immensa; pietre e cristalli rovinano sulle teste delle due Jedi.

     Facendo ricorso alla Forza con tutte le loro energie, Luminara e Barriss tengono in sospensione i massi caduti su di loro per ricavarsi uno spazio vitale, una camera d'aria; e tengono sospesi anche tutti i cristalli ancora intatti. Si tratta di uno sforzo immane, che consuma lentamente la loro resistenza. A grande distanza, sulla nave della senatrice Amidala, il Maestro Yoda percepisce il pericolo corso dalle Jedi e dal tempio e sente di dover correre in soccorso.

     L'urgenza di cambiare rotta per dirigersi a Ilum è contestata dal capitano Typho: non è una missione di loro competenza, la sicurezza della senatrice è l'unica priorità, e inoltre c'è una missione diplomatica da compiere: non si può deviare. Yoda, dopo aver brevemente provato a convincere Typho, ne confonde la mente con la Forza. Padmé si accorge del repentino mutamento del suo capo della sicurezza e strizza l'occhio al Maestro Jedi, che sorride sornione.

     La nave giunge sul gelido pianeta ed atterra. Yoda invita Padmé e gli altri a restare a bordo.

     La senatrice, però, non vuole lasciare andare da solo il piccolo grande Jedi: è visibilmente preoccupata per la sua incolumità. Yoda strabuzza gli occhi dinanzi a questa inconsueta sollecitudine nei suoi confronti e la rassicura: chiamerà se avrà bisogno di aiuto. Poi si avvia nella tormenta, da solo, col suo piccolo bastone.

     Giunto in vista del tempio ormai devastato, Yoda avverte la minaccia che lo circonda e accende la spada laser. Prima che i droidi camaleonti occultati tornino visibili, il Maestro guizza tra di loro facendoli a pezzi.

     Sale in groppa a uno di loro, fuori dal suo campo visivo, per meglio abbatterlo; ne affronta un'altra schiera, velocissimo, e poi un'altra.

     Quando è in trappola sull'orlo di un orrido, balza via e scatena una valanga di neve sui suoi assalitori.

     Debellata la guarnigione di droidi invisibili, Yoda si addentra nel desolato silenzio del Tempio diroccato. Con la Forza fa levitare i massi sotto i quali avverte la presenza di Luminara Unduli e Barriss Offee, ancora impegnate a resistere strenuamente per tenere in sospeso rocce e cristalli, salvando se stesse dalla morte e i preziosi cristalli superstiti dalla distruzione.

     Intanto Padmé è in ansia per Yoda, anche se il capitano Typho le ricorda che un Maestro Jedi è in grado di affrontare qualsiasi pericolo e non ha senso preoccuparsi per lui. Anche C-3PO sconsiglia alla senatrice di avventurarsi nelle nevi di Ilum.

     Ma Padmé è troppo determinata e, rassicurata sul fatto che i sensori di R2-D2 non soffrono le interferenze del clima rigido, si mette alla ricerca di Yoda, costringendo i droidi ad accompagnarla. Dopo un breve tratto, però, proprio i sensori del droide astromeccanico rilevano oggetti in avvicinamento: colpi laser sembrano all'improvviso partire dal nulla, e i nostri trovano riparo dietro una roccia.

     A Padmé viene l'intuizione di utilizzare il proprio mantello di pelliccia come esca: lo getta sulla linea di tiro e, non appena i droidi invisibili aprono il fuoco su di esso, ne individua la posizione, abbattendone uno. R2 ne rileva altri due e a quel punto la senatrice, con una falsa innocenza dipinta in viso, chiede maliziosamente al povero 3PO di andarle a recuperare il mantello, incombenza cui il droide si sottopone senza battere ciglio.

     Finito sulla linea di tiro, il droide protocollare attira su di sé i colpi degli insidiosi droidi separatisti occultati, e Padmé si affretta a scagliare in quella direzione una granata che, esplodendo, li neutralizza, ma scaraventa lontano anche il servizievole e sventurato 3PO. Accertato lo scampato pericolo e recuperato il mantello dalle mani di 3PO, ancora interrato nella neve, sconvolto eppure devotamente gentile e rassegnato, Padmé è messa di nuovo in allerta da R2-D2, che rileva altre figure in avvicinamento. Fortunatamente stavolta non sono droidi da guerra, bensì Yoda con le due Jedi che ha tratte in salvo.

     Padmé corre incontro al Maestro felice di vederlo sano e salvo: la missione è compiuta, ma il Tempio di Ilum è andato quasi distrutto e la sua ubicazione è stata scoperta. Ma da chi? R2 si interfaccia ai resti di uno dei droidi camaleonti e ne estrae dati residui. Una comunicazione olografica, che riproietta per i presenti, svela il mandante dell'operazione: è il Conte Dooku che, in quanto Jedi rinnegato, conosceva Ilum e il Tempio e sapeva meglio di chiunque altro in che modo colpire i suoi ex alleati.



     Commento:
     Si tratta di un gruppo di episodi ancora una volta incentrati su un fronte di battaglia specifico, geograficamente limitato; in questo caso non un vero e proprio teatro di guerra bensì una singola missione nefasta, voluta dal Conte Dooku per eliminare la materia prima usata dai Jedi -la sua semenza rinnegata- per costruire le proprie spade laser, quei cristalli adegan che sono uno dei tanti prodotti dell'Expanded Universe di Star Wars.

     La sequenza inizia con una situazione di base fin troppo simile all'incipit di The Empire strikes back: il pianeta di ghiacci in perenne tormenta, il droide sonda che precipita dall'alto con un tonfo attutito e che poi si solleva analizzando lo spazio circostante. Tutti elementi che richiamano in modo spudorato l'inizio di EpV, senza fare nulla per dissimularlo, anzi. In questo caso la citazione ci pare un po' gratuita.

     Da qui in avanti le cose cambiano registro, per fortuna, e l'episodio di Ilum assume una sua fisionomia precisa, offrendo momenti particolarmente ispirati. A cominciare dalla scena di fine addestramento di Barriss Offeee, che completa la propria spada laser accompagnata dalle parole poetiche e fantasiose della Maestra Luminara Unduli, quasi una filastrocca filosofica che spiega con semplici allegorie il rapporto tra il cristallo, la spada, il Jedi e la Forza.

     L'altra idea affascinante che sorregge la sequenza a loro dedicata è il combattimento sincronizzato della maestra e dell'apprendista, che attraverso la simmetria dei movimenti suggerisce una consonanza di sensibilità e percezione, rafforzando il legame tra le due e facendone quasi un personaggio unico.

     Questi episodi, infatti, danno soprattutto spazio al lato umano dei personaggi, approfondendoli, sviluppando le relazioni tra loro, concentrandosi su figure secondarie in molti altri capitoli della serie e infine regalando non pochi momenti spassosi. Il primo è il trucco mentale Jedi che Yoda usa senza scrupoli sul capitano Typho per fargli cambiare idea sulla rotta: il gioco di sguardi tra lui e Padmé è impagabile, perché stabilisce una complicità tra i due finora inedita. Lo sguardo compiaciuto, sornione e "birichino" di Yoda ci mostra il lato infantile, quasi fanciullesco del grande Maestro, simile a qualche simpatica figura di vecchio nonno certamente conosciuta nella nostra esperienza; e rievoca anche, ovviamente, lo Yoda di EpV.

     Il rapporto tra Padmé e Yoda si sviluppa ulteriormente nella scena successiva, probabilmente la più riuscita di questo blocco, quella che va dritta al cuore: la senatrice è preoccupata per l'incolumità del maestro che non vuole lasciar andare da solo nella tormenta e tra chissà quali insidie, e china il capo visibilmente afflitta. A quel punto Yoda strabuzza gli occhi e spalanca la bocca trasecolando, totalmente sorpreso: in 900 anni di età trascorsi tra Jedi freddi e distaccati, sradicati dai sentimenti umani e dai legami affettivi, egli non aveva mai visto un animo delicato darsi pena per la sua salute. Il compromesso che sa trovare, la promessa di chiedere aiuto in caso di difficoltà, rappresenta un segno di comprensione e rispetto per la sensibilità di Padmé, l'accettazione delle cure che lei ha per lui non come un capriccio o una sciocchezza, ma come un'esigenza umana dalla quale anche un maestro come lui non deve prescindere. Ed è una piccola lezione di umiltà che rammenta al più grande dei Jedi che anch'egli non è immortale, in fondo. Scena tenerissima e di grande sensibilità.

     Dopo una nuova serie di scene di azione che vedono proprio Yoda protagonista, continuando il discorso iniziato in Ep2 e anticipando le imprese del Maestro negli ultimi episodi della serie animata e in Ep3, è la volta di una sequenza d'azione dedicata a Padmé. Anche nel suo caso c'è la volontà di continuare il tema della senatrice capace di impugnare la pistola quando le circostanze lo richiedono e incline a prende iniziative: coraggiosa e intraprendente. Ma anche astuta e maliziosa: ecco allora l'altro momento comico, quello incentrato sulla santificazione della devozione incrollabile del povero C-3PO, servizievole e ingenuo fino ad essere commovente. Umanissimo, anche lui.

     L'ultima scena chiude il discorso avviato trattando il rapporto tra Yoda e Padmé, che corre incontro al Maestro sollevata. L'affetto tra i due personaggi è ufficialmente nato e il suo approfondimento è uno dei motivi che più facilmente passano inosservati, e che invece sono più solidi, per tenere in conto l'importanza di questa serie animata e per giudicarne il valore.



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