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I momenti sublimi

di Chiara Marino


     Dopo anni di frequentazione e di amore per l'opera di Lucas sono giunta alla conclusione che nella Saga il sublime non è di grandezza costante. Attenzione: quelle che seguono sono riflessioni personali, non dogmi tout court!

     Che cosa significa "non di grandezza costante"? Che distinguo la sublimità starwarsiana in tre categorie: "alta", "altissima", "eschilea". Mi spiego meglio, e per gradi.
     Sappiamo che SW è un pastiche alla maniera di Shakespeare o di Ariosto. Non ha nulla di regolare, di classico - se non appunto i conflitti individuali delle dramatis personae. Io paragono SW ai capolavori del teatro barocco, dove il sublime convive bellamente con il grottesco, dove "alto" e "basso" si armonizzano sotto la volta della ricercata ignoranza delle regole aristoteliche. Pensando inoltre alla statuaria secentesca, siamo vicini agli equilibri pericolanti e attorti di un Bernini.
     Nella Saga c'è anche tanto romanticismo francese, che non è la corrente ossianica del movimento —tutta brume e fantasmi— ma un preciso programma letterario, che vede in Victor Hugo il suo teorico maggiore. Egli giustamente auspica una letteratura ove bello e brutto, grottesco e sublime, si affianchino. Ecco quanto egli scrive nella "Prefazione" al suo Cromwell: "[La musa moderna] sentirà che non tutto al mondo è umanamente bello, che la bruttezza esiste accanto all'avvenenza, la difformità accanto alla grazia; il grottesco è il rovescio del sublime, il male lo è del bene, l'ombra lo è della luce". Quindi la poesia "farà come la natura: mescolerà nelle sue creazioni, senza tuttavia confonderli, ombra e luce, grottesco e sublime; in altri termini, il corpo e l'anima, l'ottusità e l'intelletto" . E ribadisce con forza: "Il dramma unisce in un solo afflato il grottesco e il sublime, il tremendo e il buffonesco, la tragedia e la commedia…". Quest'ultima frase è riferita a Shakespeare, per l'appunto. Dunque, il genere teatrale dell'epoca moderna deve essere il dramma, in quanto sintesi, punto di coesione di generi opposti quali la tragedia e la commedia. E, secondo Hugo, il Bardo ha creato drammi.
     Tra l'altro, è da ricordare che uno dei presupposti maggiori del teatro anti-classico è la liberazione dalle succitate regole di tempo, luogo, azione. Esse rendono il fatto scenico inverosimile e costretto, e quanti propugnano la stretta osservanza dei modelli classici non si accorgono che seguire le regole non è meno nobile che crearne di nuove.
     Ecco dunque che, in quest'ottica, SW può, a sua volta, essere considerato a buon diritto "dramma" irregolare, anticlassico, barocco e romantico allo stesso tempo (ma romantico solo ed esclusivamente dal punto di vista hugoliano).
     Nella Saga assistiamo ad uno scatenamento delle maggiori passioni umane: collera, odio, aggressività, paura, superbia (hybris) e quant'altre - bassi, bassissimi istinti relegati nella naturale predisposizione di alieni informi. Ma, dalla prospettiva opposta, siamo spettatori di azioni e sentimenti che nobilitano l'essere umano in sommo grado: amicizia, amore, abnegazione, razionalità, altruismo, compassione, pazienza.
     Tutto ciò viene espresso in termini che poco o nulla concedono all'approssimazione: l'odio esplode con la medesima intensità della compassione che si palesa, in tutto il suo patetismo, sul volto provato di Luke al termine di Jedi. Tutto ciò è estremamente verosimile, e questo aspetto è dovuto proprio alla trasgressione delle regole classiche.
     Ma poniamo attenzione. Siamo proprio certi che nessuna, proprio nessuna regola governi la struttura dell'enorme ciclo? In realtà una regola ci sarebbe, sebbene non canonica. E' la "legge" della circolarità che presiede ad ogni narrazione mitica. Il mito è un racconto che incessantemente ruota su se stesso, che continuamente rimanda a se stesso tramite una fitta rete di richiami interni e di situazioni date.
     Prendiamo ogni episodio della Saga —dal primo al quarto— e analizziamolo nelle sue strutture narrative profonde. Ebbene: noi assisteremo, in ognuno dei microdrammi, all'iterazione delle medesime situazioni; in questo modo, qualora uno spettatore intendesse accostarsi per la prima volta alla Saga, potrebbe iniziare ad apprezzarla da un punto qualsiasi di essa senza rischiare di smarrirne la percezione diretta. In questo senso, SW è un capolavoro assoluto di coerenza affabulatoria.

     In questo contesto, anticlassico dal punto di vista dell'azione scenica, è chiaro che non tutte le situazioni grottesche di SW siano simili tra loro per intensità, così come anche le situazioni sublimi. Nel teatro barocco non c'è equilibrio, o meglio, come si diceva poco sopra, l'equilibrio è apparentemente instabile — frutto, in ogni caso, di un accuratissimo studio di forze statiche che concorrono all'irregolare armonia del tutto.

     L'elenco che segue è soggettivo, ma spero non del tutto ingiustificato:


                             

• L'"apertura del sipario" sullo spazio è ad altissima sublimità, come in ogni microdramma.

• L'entrata in scena di Darth Vader (altissima)

• Il deserto (altissima)

• La scena troppo ignorata (e senz'altro trascurata dallo stesso Lucas) dell'incontro fra Luke e Biggs. Altissima sublimità. Non si è mai troppo scritto, non si è mai troppo detto su questo momento innegabilmente nodale per l'evoluzione di Luke.

• Il tramonto (altissima). Luke è solo con i propri pensieri. Non li conosciamo se non tramite la musica che annuncia il Tema della Forza/Spada. Scena tra le più wagneriane di tutto il ciclo.

• La conquista della spada è ad alta sublimità: peccato, avrebbe potuto acquistare maggiore forza e solennità con una regia meno "controllata".

• Il primissimo "incontro" tra i gemelli (altissima). Tutto lavora a livello semicosciente: Luke vede Leia, ma Leia non sa di essere veduta dal gemello. Entrambi non sanno ancora del loro legame parentale. E' la scena primordiale, il nucleo germinativo di ogni azione futura.

• Lo scontro tra la Ribelle ed il Tiranno è a sublimità eschilea, sebbene tale episodio rimandi piuttosto (nella situazione, più che nei contenuti) all'Antigone sofoclea.

• Il costante, inesorabile appressarsi alla Death Star è eschilea. E' l'approssimarsi alla dimora del Tiranno cosmico, l'entrare in contatto con una realtà che sfugge all'umano potere.

• La visione dell'abisso (ricorrente nella Saga) è anch'essa eschilea. E' la voragine cosmica, attorno cui ruota la gran tragedia del mondo. In questo luogo-non luogo Luke rischia di precipitare; subito dopo, i gemelli lo sorvolano con la forza della disperazione. E' qui che Luke precipita effettivamente in Empire, riuscendo a salvarsi per pura casualità (oppure, in fondo, per volere di Vader?). Qui Vader scaglierà il Male Cosmico, il Destino, che è l'Imperatore. Sempre qui, Obi-Wan perderà, come Luke, la propria spada, cioè la materializzazione della propria Forza.

• La distruzione della Death Star (altissima sublimità) segna il trionfo temporaneo delle forze benefiche. Se tale trionfo non fosse temporaneo, la sublimità sarebbe solo alta.


                             

• Il Deserto di ghiaccio (altissima). Il deserto è un topos della Saga.

• Lo spiegamento della flotta imperiale presso Hoth (eschilea per lo stesso motivo che rendeva tale l'appressarsi alla Death Star).

• Il duello nell'albero: eschilea per intensità drammaturgica e psicologica.

• L'incontro olografico tra Vader e l'Imperatore: eschilea. Ricorda enormemente il dialogo tra Wotan e la Terra all'inizio del terz'atto di Siegfried. Vader si trova faccia a faccia con colui che regge le sorti dell'Universo: il Fato stesso, e ne riceve un'imposizione. La scena più eschilea della Saga.

• Alcuni momenti a Dagobah sono ad altissima sublimità, come la dolorosa decisione di dover partire per Cloud City; la voce di Obi-Wan che rassicura Yoda (Imparerà la pazienza). Lo stesso Yoda è una sintesi di grottesco e sublimità eschilea.

• Naturalmente, lo scontro tra Luke e Vader. Sublimità eschilea dall'inizio alla fine.


                             

• La morte di Yoda. Altissima per la conferma del legame parentale che unisce Luke a Vader. Lo stesso dicasi della successiva scena di Obi-Wan.

• Oserei dire che Mon Mothma è a sublimità eschilea.

• Il dialogo tra i gemelli, con la conseguente agnizione/rivelazione: altissima sublimità, uno dei vertici drammaturgici della Saga e senz'altro una selle pause liriche più compiute. Le "parti" di Vader sono riunite; l'incarnazione del suo doppio altro-da sé costituisce ormai un tutto unico e completa il processo di avvicinamento che era stato annunciato in A New Hope.

• Stesso grado anche per tutte le scene tra Luke e Vader, a partire dall'incontro su Endor.

• L'arrivo di Luke al cospetto dell'Imperatore (stesso grado). Siamo al momento in cui tutti i possibili stanno convergendo in un climax drammatico quasi insopportabile per tensione ed epicità.

• Il conflitto etico interiore di Luke (stesso grado).

• La sconfitta dell'Imperatore e la redenzione di Anakin (stesso grado).

• La pira funebre (stesso grado). L'ordine cosmico è ristabilito. Rimando al mio Mito allo specchio.


                             

In questo episodio le figure, più che le situazioni, possono dirsi sublimi.

• Darth Sidious è ad altissima sublimità. Più tardi (nello svolgimento della Saga) acquisterà il massimo grado di sublimità.

• Darth Maul: altissima sublimità. Nel duello raggiungerà il grado eschileo.

• I due Jedi, maestro e padawan, sono ora ad alta, ora ad altissima sublimità.

• Direi che Amidala è eschilea. Una figura umanamente titanica, che si oppone ad un destino (ovviamente) più grande di lei.

Non sono venuto a liberare schiavi. Dichiarazione eschilea di un anti-Prometeo.

Altissima per sublimità è l'addio di Anakin e la madre (ricordiamoci pure dell'addio di Evandro al figlio di virgiliana memoria).

• Forse esagero, ma la scena in senato è eschilea, a mio avviso, perché la scenografia rimanda all'abisso cosmico. Il potere è un baratro immane, in cui tutti precipitano, metaforicamente.

Altissime le scene panoramiche di battaglia campale, per afflato epico.

Eschileo il duello a tre, poi a due. Bene e Male come pure forze primordiali a confronto.

Altissima la scena del funerale, ma non eschilea. Qui-Gon non è Vader/Anakin.

• Stesso grado per il trionfo finale. Un trionfo al negativo, su cui incombe l'ombra minacciosa del futuro. Il grido pace!!! di Boss Nass è tragico in quanto la pace giungerà, forse, in un futuro mitico, incommensurabile.






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