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La Forza lucasiana e l'estremo oriente taoista

Lo Yin e lo Yang nell'elemento mistico starwarsiano
e le simmetrie rotazionali cicliche ricorrenti nella Saga


di Francesco Vacca


     Nel suo essere summa dei miti, della storia, dell'arte e della filosofia di tutto il pianeta, Star Wars affonda le sue radici tanto nell'Occidente, di cultura greca e giudaico-cristiana, quanto nel lontano Oriente.
     Basti pensare, a prova di ciò, agli abiti della Regina Amidala in The phantom menace e a certi aspetti dell'architettura Naboo particolarmente orientaleggianti. Ma le radici orientali non si esauriscono assolutamente nel solo aspetto visivo: sono profonde e determinanti per quella che è la componente più caratterizzante Star Wars, la creazione più geniale di Lucas: la Forza.

     Nella creazione dell'elemento mistico della sua Saga, infatti, l'autore sembra aver attinto a piene mani, oltre alle pratiche sciamaniche della "forza delle vita" di Don Juan e Carlos Castaneda, anche ad una delle religioni più diffuse del mondo orientale, il taoismo.

     Taoismo: cenni storici e dottrina

     Il taoismo nasce in Cina, durante il periodo della dinastia Chou (1027 - 481 a.C.) e si sviluppa in due momenti. Il primo è quello detto del "taoismo filosofico", rappresentato dai tre più grandi filosofi taoisti: Lao-Tzu, Chuang-Tzu, Lieh-Tzu. Il secondo è invece quello del "taoismo religioso" che fece la sua comparsa sotto la dinastia degli Han. Durante questo secondo periodo, il visionario taumaturgo taoista Chang Chiao guidò in rivolta le masse contadine affamate, ma la rivolta fu sedata e migliaia di ribelli persero la vita.
     Nel quinto secolo d.C., però, il taoismo si consolidò in Cina, raggiungendo il livello del buddhismo e confucianesimo, pur essendo caratterizzato da gerarchie religiose profondamente diverse.
     Capo della religione taoista è il maestro celeste, il T'ien-Shih, e le diverse comunità sono presiedute da maestri e shih. Al di sotto vi sono i Chu-chih (Signori) e i Maestri dei talismani, mentre l'insieme dei fedeli non facenti parte della gerarchia è detto "popolo taoista".
     Durante la sua storia il taoismo fu ora appoggiato, ora combattuto, dai diversi imperatori, fino al 1311 quando, uscendo definitivamente dall'ambito ufficiale, divenne la principale alternativa religiosa cinese, veste che ricopre ancora oggi.
     La dottrina taoista si basa sul Tao (la via), entità creata e creante l'universo stesso e formata dai due opposti complementari: Yin e Yang, rappresentanti il bene ed il male.

     Il taoismo e la Forza

     Già da questa introduzione è possibile notare elementi di contatto tra la religione cinese e la Forza starwarsiana, ma è bene soffermarsi sulle singole analogie che si possono ricercare, sottolineando il fatto, però, che le due dottrina orientale e l'elemento mistico lucasiano non sono assolutamente coincidenti nella loro totalità, pur possedendo interessanti punti in comune.

     1.     "la sua energia ci circonda e ci lega"
     Secondo il pensiero taoista esiste un'armonia universale che lega tutti i livelli del cosmo: terra, uomo e cielo. Questo è quanto fa la Forza stessa in Star Wars, come insegna Yoda in The Empire strikes back: "la sua energia ci circonda e ci lega"

     2.     Il Tao
     Cardine della religione taoista e principio primo della vita e dell'universo è il Tao, letteralmente la "via", che è presente in ogni cosa e la condiziona. Esso è un flusso vitale che ha dato origine a tutto, e che scorre incessantemente, mutando sempre e rimanendo sempre lo stesso.

     Ed è impossibile che la mente non volga all'Obi-Wan di A new hope: "La Forza è quella che dà al Jedi la possanza. È un campo energetico creato da tutte le cose viventi. Ci circonda, ci penetra. Mantiene unita tutta la Galassia."
     Per inverso, se Obi-Wan dice che la Forza è "un campo energetico creato da tutte le cose viventi" Yoda ci dice, invece, che "la vita essa crea, ed accresce."
     In Star Wars abbiamo quindi un elemento mistico che crea ed al contempo è creato dalla vita e dall'universo e la coincidenza con il Tao, che genera l'universo e la vita ed insieme è generato da essi, e che è l'universo stesso, è pressoché perfetta.
     Il flusso vitale taoista, inoltre, scorre, così come fa la Forza: "Un Jedi deve sentire la Forza scorrere dentro di sé!"
     Una nota di approfondimento, inoltre, merita l'aspetto comune di creatore/creato dell'universo che rivestono sia il Tao che la Forza. Per la logica cinese, infatti, a differenza della logica occidentale, la causa può essere un effetto e, a sua volta, un effetto può essere una parte della causa: per i cinesi, infatti, come ha scritto lo studioso Lyn Yutang, "causa ed effetto non sono aspetti successivi, ma solo aspetti simultanei della stessa verità".
     Questa particolare analogia tra logica del Tao e della Forza, quindi, non può che confermare quanto il lontano oriente, ed in questo caso la dottrina taoista, abbiano fornito a Lucas elementi essenziali per la creazione della sua opera.

     3.     Yin e Yang: simmetrie rotazionali cicliche in Star Wars
     Il Tao è legato alla concezione dello Yin e dello Yang, i due principi che ne mantengono l'ordine naturale.
     Il Tao, rappresentato come un cerchio, riunisce tali principi, complementari e contemporanei, concentrici e coincidenti, inscindibili e opposti, che sono raffigurati come due spirali, le serpi, che si avvolgono l'una nell'altra, rappresentando la discesa e l'ascesa degli aspetti opposti di ogni energia del cosmo. In particolare, lo Yin è il principio femminile, passivo ed oscuro, identificato con la luna e l'inverno, mentre lo Yang è il principio maschile, attivo e luminoso, identificato con il sole e l'estate.
     Ora, tralasciando gli aspetti maschio - femmina, attivo - passivo, sole - luna, estate - inverno, caratteristici del taoismo, possiamo però trovare una perfetta analogia di fondo tra i due opposti complementari Yin e Yang con il Lato Luminoso ed il Lato Oscuro della Forza.
     Il bene ed il male, la luce e l'oscurità, sono per la concezione taoista i due principi contrari eppure complementari ed indivisibili, così come è in Star Wars, dalla cui unione e tensione è formata la Forza stessa.
     Non solo: il simbolo stesso del Tao rappresenta quella che è una "parabola" ricorrente nella Saga di Star Wars: lo Yin-Yang è una simmetria rotazionale ciclica, in cui la spirale bianca ha inizio dove finisce la spirale nera. Essa si avvolge ed aumenta fino ad un acme ma poi manifesta in se stessa la sua tendenza opposta, rappresentata dal punto nero, che a partire da questo momento si svolge. Anche questo aspetto raggiunge un acme fino al momento in cui si manifesta la tendenza opposta, il punto bianco, che si avvolge ciclicamente.
     Ora, dall'analisi del simbolo possiamo scoprire sorprendenti parallelismi con Star Wars.
     Anakin, ad esempio, rappresenta una completa rotazione in cui i due principi si avvolgono e si svolgono completamente: il bambino buono e pieno di ideali di The phantom menace è l'inizio della serpe bianca. Dal momento in cui comincia il suo tirocinio Jedi, fino ad Attack of the Clones, la spirale bianca si avvolge e raggiunge il suo massimo, in un momento in cui il giovane Jedi ha finalmente una sua missione personale, e si sente molto più capace del suo stesso Maestro. Ed è in questo frangente che si manifesta la tendenza opposta, il Lato Oscuro, lo Yang, il punto nero del Tao: "le sue abilità lo hanno reso arrogante" dice a Yoda e Windu un preoccupato Obi-Wan. E il punto nero diventa ben presto la spirale nera: a partire dalla strage dei Tusken, la serpe nera dello Yang e del Lato Oscuro comincia ad avvolgersi, fino a raggiungere, in Episodio III, con la definitiva conversione al Lato Oscuro l'acme. Ci vorranno vent'anni, ma la rotazione del Tao continuerà: il punto bianco dello Yin si insinuerà in Vader, sotto forma di amore filiale. I sentimenti repressi e latenti in The Empire strikes back cresceranno durante Return of The Jedi, in cui la serpe bianca ricomincerà ad avvolgersi ed avrà definitivamente la meglio sul Lato Oscuro, sullo Yang, nel momento in cui Vader sacrificherà la sua vita per il figlio, uccidendo l'imperatore, incarnazione del Lato Oscuro della Forza, e rinnegando il male.
     Un altro esempio altrettanto valido è quello, di portata galattica, della Repubblica e dell'Impero, dei Jedi e dei Sith.
     Parallelamente a quanto accade ad Anakin, anche la galassia vive una parabola simile, come se l'universo, quindi la Forza, riflettesse i suoi movimenti, in scala universale, nella vita del suo prescelto, in scala umana.
     Dopo la battaglia di Ruusan (nel fumetto Jedi vs. Sith), infatti, i Jedi e la Repubblica sono senza nemici, in seguito alla distruzione dei Sith. E possiamo ritrovare in questo periodo della storia galattica l'acme della serpe bianca. Il punto nero dello Yang, però, ovviamente c'è. E' rappresentato da quel Darth Bane che rinfonda l'Ordine Sith secondo la regola per cui i guerrieri neri dovranno essere sempre solo due: un maestro e un apprendista.
     Nei mille anni che seguono i Jedi si avviano verso una decadenza lenta e inesorabile, complice proprio la sconfitta dei loro storici nemici, che li rende sempre più arroganti e distanti da quella che è la realtà del loro mondo. E il destino della Repubblica cammina fianco a fianco con quello dei Jedi, avviandosi anch'essa verso una decadenza segnata dalla burocrazia e dalla corruzione. Dovranno passare mille anni ma, con l'entrata in scena di Darth Sidious e Darth Maul, la serpe nera comincerà ad avvolgersi e raggiungerà il suo acme proprio in concomitanza della caduta di Anakin Skywalker. Da questo momento in poi, fino alla morte di Anakin, i due cicli, quello galattico dei Jedi e dei Sith, e quello personale di Anakin Skywalker, coincideranno. I Jedi, non del tutto distrutti dall'Impero (come sappiamo Yoda e Obi-Wan sopravvivono) rappresentano, ovviamente, il punto bianco dello Yin durante l'acme dello Yang. Ed è da li, chiaramente, che ricomincia la crescita dello Yin stesso, del Lato Luminoso della Forza, rispetto al Lato Oscuro. Grazie ai due anziani maestri, il figlio di Anakin, Luke Skywalker, diverrà anch'egli un Jedi e riporterà al Lato Luminoso della Forza, allo Yin, suo padre, cosicché, con la fine dell'Impero (coincidente con la fine del predominio del Lato Oscuro, dello Yang) la serpe bianca potrà ricominciare, per l'ennesima volta, ad avvolgersi.
     Un elemento interessante, e che rappresenta una ulteriore conferma di questa visione della Forza, è che ogni volta che una delle due serpi, dei due principi costitutivi, decade, e l'opposto cresce, vediamo gli effetti di questa tendenza direttamente sulle capacità dei force-sensitive, degli utilizzatori della Forza.
     Nei prequel assistiamo alla crescita del Lato Oscuro, all'avvolgersi della serpe nera, e notiamo come i poteri dei Jedi decrescano sempre più, come notano Yoda e Windu in Attack of The Clones: "Ciechi noi siamo, se la creazione di questo esercito al nostro occhio sfuggita è!" afferma il pluricentenario maestro, a cui l'amico risponde che "la nostra capacità di usare la Forza si è indebolità.".
     Specularmente, nella trilogia classica assistiamo al processo inverso: in Return of the Jedi Palpatine, le cui capacità nella forza stanno diminuendo, non percepisce la presenza di Luke, cosa che invece riesce a Vader, che ormai non è più del tutto succube del Lato Oscuro, essendo in atto in lui il processo di avvolgimento della serpe bianca, quella rinascita del bene che lo condurrà alla redenzione.

     4.     Wu Wei
     Il fine del taoismo filosofico è quello di raggiungere una condizione di santità, di perfetta armonia con il mondo naturale, e con il Tao. Una condizione che si acquista uniformandosi ad esso tramite meditazione ed estasi, che permettono l'identificazione con il Tao. La natura non deve essere alterata dall'azione umana, e per questo il taoista pratica e predica il "non agire" (wu wei) disciplina che mira a non lasciarsi turbare né dai mutamenti, né dalla morte.
     Il wu wei corrisponde agli insegnamenti starwarsiani di Yoda in The Empire strikes back: "Avventure… mpfh! Emozioni… mpfh! Un Jedi queste cose non ambisce!"
     Più chiaramente, quando Luke gli chiede come distinguere il bene dal male, Yoda risponde: "Lo scoprirai. Quando sei calmo, in pace, passivo."
     E se la calma, la riflessione e la passività sono tratti distintivi dei Jedi, lo stesso dicasi per i Sith, che hanno aspettato per un millennio il momento della vendetta, pianificando ogni aspetto del loro diabolico piano. E lo stesso Palpatine, come Yoda fa con Luke, riprende un avventato Darth Vader, riguardo alla questione di suo figlio, riportandolo alla pazienza, dote tanto del male quanto del bene.
     Si possono anche spendere due parole riguardo al fine delle vie della Forza: se il taoismo mira all'armonia e all'unione con il Tao, anche il Jedi mira alla medesima unione con la Forza. Ma su questo elemento non è possibile andare oltre in mancanza delle fondamentali conoscenze in materia, che solo Episode III potrà darci.




     Luke, usando la Forza, sta per distruggere la Morte Nera.
     Per Anne Collins Smith, professoressa di filosofia e studi classici presso la Susquehanna University a Selinsgrove, Pennsylvania, questa scena rappresenta il vero spirito del Tao: Luke disattiva il computer e si fida solo della Forza / Tao che scorre dentro di sé.




     5.     Le arti marziali
     Il taoismo ha avuto un influenza fondamentale sullo sviluppo delle arti marziali cinesi.
     Per lo stesso principio del Wu Wei, infatti, il Kung Fu non è un'arte violenta, ma esclusivamente difensiva, in cui non bisogna infatti agire attaccando, ma semplicemente adattare l'azione a quella dell'avversario.
     Inutile sottolineare come questa concezione di combattimento sia propria dei Jedi: "Un Jedi usa la Forza solo per saggezza e difesa. Mai per attaccare!"
     La differenza tra taoismo e Forza, in questo frangente, però, esiste, ed è rappresentata dai Sith. Se il Jedi, infatti, risponde al principio di Wu Wei anche in combattimento, questo non vale per guerrieri del Lato Oscuro che, al contrario, combattono e agiscono perennemente in attacco, usando la Forza in modo prettamente offensivo e violento.
     Ma la differenza è dovuta alle due diverse concezioni della vita: il taoista mira a creare dentro di sé quell'equilibrio tra i due opposti, Yin e Yang, che è proprio del Tao stesso, mentre i Jedi e i Sith, scelgono uno solo dei due opposti complementari della Forza, il Lato Chiaro o il Lato Oscuro, portandoli in certi campi, quale quello dell'uso della Forza, a intraprendere vie diametralmente opposte.
     Ma a conferma di quanto il paragone calzi, per quanto riguarda i Jedi, si può notare da un passo dello stesso Lao Tzu, il fondatore del taoismo, contenuto nel Tao Teh - Ching, opera fondamentale del taoismo:

     "Un buon guerriero non è bellicoso".
     "Un buon combattente non è collerico".
     "Un buon vincitore non dà battaglia".

     Passo che, per certi versi, ricorda quel "Guerra non fa nessuno grande!" di Yoda.
     Ancora citando Lao Tzu possiamo notare un interessante parallelismo con Star Wars:

     "Fra due combattenti vince colui che cede".

     Il passo infatti, suggerendo di sfruttare la forza stessa dell'avversario per vincere, sembra aver direttamente ispirato quel "Se mi abbatti, io diventerò più potente di quanto tu possa immaginare!" che Obi-Wan esclama in A new hope durante il suo duello con Vader. Il Jedi infatti, proprio non agendo e lasciandosi uccidere dal nemico, vincerà il duello, unendosi alla Forza e diventando effettivamente più potente di quanto Vader immaginasse.

     Va sottolineato, infine, come le pratiche marziali legate al taoismo siano utili per acuire l'intuito, sviluppare i sensi e la capacità di interpretazione e relazione trascendendo dal dialogo e, soprattutto, per migliorare il fluire del soffio vitale in se stessi.
     Esattamente ciò che nella Saga di Star Wars si raggiunge tramite il tirocinio Jedi.






     Un fotogramma della serie a cartoni animati Clone Wars.
     Si noti il particolare evidenziato sulla cintura di Kit Fisto: pur essendo le serpi diventate dei pesci, in omaggio alla natura acquatica del Jedi, il simbolo riprodotto risulta chiaramente essere il Tao, a conferma dello stretto legame tra la Forza e la dottrina orientale.







     Ora, dopo aver analizzato quanti e quali sono le analogie tra il pensiero taoista e la saga di Star Wars, non deve sorprendere che George Lucas, prima di scegliere sir Alec Guinnes per fargli vestire i panni di Obi-Wan Kenobi, stesse pensando ad un attore dagli occhi a mandorla per la stessa parte, quella del portatore di una filosofia e di una religione che deve molto al pensiero ed alla cultura dei popoli dell'estremo oriente.




     Si può tuttavia mettere in dubbio l'effettiva applicabilità dello schema ciclico del Tao alla vicenda di Anakin.
     Egli, in quanto personaggio inserito nel flusso del tempo, della storia, non rappresenta una ciclicità, bensì una vicenda lineare. Ho quindi l'impressione che Lucas, pur rifacendosi a queste dottrine, non abbia affatto abbandonato l'impostazione lineare del pensiero occidentale (greco e giudaico-cristiano). A noi occidentali la saga di Star Wars, negli aspetti qui presi in esame, apparirà forse marcatamente orientale, ma a un orientale, magari proprio a un taoista, appare al contrario decisamente occidentale. La vicenda mitica di Anakin non è un paradigma simbolico che incarna la ciclicità, ma una storia specifica con un inizio e una fine ben deifiniti. Una storia lineare.
     Ci occorre forse la rappresentazione di un Tao lineare per descrivere meglio l'evoluzione della storia di Anakin nella conciliazione di uno spirito lineare occidentale, quello di una storia che va da un inizio a una fine, con quello orientale di un "serpente che si morde la coda" equilibrando due principi fra loro opposti. Yin e Yang, Lato Chiaro e Lato Oscuro si scontrano, oppongono, scambiano fra loro in un modo che rievoca davvero il Tao, è indubbio; e tuttavia lo fanno seguendo una linearità che non ammette discussione. La vicenda di Anakin è unica nella storia dela galassia, non ha alcuna forma di ciclicità, non è preceduta o seguita da altre storie analoghe dalle quali eredita e alle quali trasmette i suoi caratteri per dare vita a una grande "ruota cosmica dell'equilibrio della Forza". Si tratta di un evento puntuale lungo la retta della storia del tempo di quella galassia. È in questo senso che Lucas è stato assolutamente occidentale.

     Ecco quindi un "Tao lineare", un Tao spezzato e sviluppato nella sua lunghezza. Lo schema del Tao ciclico tradizionale presupporrebbe che nella fase iniziale vi fosse l'apice dello yang, e che lo yin crescesse fino a prima della "caduta": cioè che il piccolo Anakin fosse "puro male" e che diventasse "puro bene" subito prima di sentirsi orgoglioso e arrogante; mentre così non è, perché egli non viene da un ciclo precedente, la sua è una storia con un inizio prima del quale c'è il nulla; lo schema del Tao applicato meccanicamente mostra quindi la sua debolezza.
     In un Tao lineare, invece, Anakin parte completamente buono e perde a poco a poco il proprio contatto con il Lato Chiaro, fino a essere sopraffatto dal Lato Oscuro, il cui seme però era presente fin dalle fasi iniziali, cioè all'apice del "principio buono"; viceversa, all'apice del "principio cattivo" (cioè quando Anakin è Vader) spunta il seme del bene futuro, i figli. In questo, la meccanica del Tao ciclico è rispettata, a testimonianza che il suo schema in parte è davvero operante; ma a patto che venga "aperto" e disteso in una visione lineare occidentale.

     DC







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